giovedì 4 aprile 2013

Post Malesia - Vettel \ Webber edition

La bandiera a scacchi del gran premio di Malesia ha smesso di sventolare ormai da una settimana eppure l'eco che ne è data non ha ancora smesso di suonare. Quante parole sono state dette, quanti giudizi sono stati dati e chi ancora non si è pronunciato?
E' il caso di ricordare in breve quanto accaduto: Webber e Vettel si trovavano, circa a metà gara, nelle prime due posizioni. Dal muretto hanno intimato di stare calmi e tirare avanti così fino alla fine. Vettel, che di stare zitto e buono per tutto quel tempo proprio non ce l'ha fatta, ha raggiunto, superato e distaccato Webber senza troppi problemi.
Ora Webber si lamenta di essere stato sorpassato a tradimento, al di la delle strategie di muretto, quando la difesa per questo motivo era abbassata e... ecco! Ora lo dico a papà!
Su questo episodio hanno preteso di dover dire la loro più o meno cani e porci.
Per esempio ha ripreso la parola Coulthard, che evidentemente vede Vettel in antipatia, o semplicemente è solidale con le vecchie glorie come lui, e dopo aver contestato il valore dei tre titoli mondiali ha tirato giù un pippone epocale su come sia uno sport di squadra e come tale dovrebbe essere vissuto.
A parte che io sono ancora dietro a contare il numero di mondiali vinti da Coultard stesso ma ho già perso il conto un paio di volte, preciserei che per quanto esistano sia la classifica piloti che quella costruttori, il campione del mondo alla fine dei giochi è solo uno, certamente anche la seconda guida contribuisce alla classifica costruttori, ma da qui a dire che è uno sport di squadra ne passa. Per quanto, inoltre, sia principio fondamentale assolutamente da salvaguardare, che lo sport sia vissuto in modo sportivo, quella è una gara, non una passeggiata ad alta velocità. Mica si è lì per partecipare! E' ovvio che chiunque parta voglia vincere, è il suo lavoro, magari qualcuno con maggiore aspettativa di altri, che ruolo ha l'etica o la morale? Sono piuttosto certa che se lo stesso Vettel fosse arrivato allo scorso gran premio brasiliano con qualche punticino in più non se ne sarebbe affatto lamentato.
Per esempio hanno preso la parola ad uno ad uno tutti gli alti vertici Red Bull, che probabilmente hanno poco gradito il fatto che del loro volere si facciano pernacchie. Così come ha preso la parola lo stesso Vettel (di sua spontanea volonta e senza assolutamente alcuna pistola puntata alla testa) ammettendo di aver fatto di testa sua, di aver sbagliato, che il suo amicone\compagno di squadra avrebbe dovuto vincere e di essere la pecora nera della famiglia.
Si è sentito in dovere di dire la sua anche Briatore, il manager di Webber, che ha sottolineato la più volte espressa necessità che quei due (V&W) il prossimo anno non siano più sotto lo stesso tetto. Chissà come mai i clienti di Briatore hanno sempre problemi relazionali all'interno dei team. Comunque credo che Briatore non abbia capito che quella che lui vede come una necessità non è nientaltro che l'esecuzione di un destino fin troppe volte posticipato in attesa di chissà che cosa. Sì, intendo proprio dire che 99 su 100 il prossimo anno Webber sarà definitivamente appiedato... e se la Ferrari veramente dovesse pensare fargli sostituire Massa compirebbe l'ennesima scelta polla.
Insomma, lo scenario è chiaro: grande biasimo a 360° da parte di tutti nei confronti di Vettel... quel che è troppo però ad un certo punto stroppia! Ecco quindi Chris Horner che, ad una settimana di distanza, dopo aver detto ciò che tutti avrebbero voluto sentir dire, dopo che Vettel si è scusato in tutte le lingue ufficiali dell'Unione Europea, ha sbottato. Webber avrebbe fatto lo stesso. Probabilmente qualsiasi altro pilota avrebbe fatto lo stesso. E basta!
Da che parte sto io si è capito, vero?

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