lunedì 30 settembre 2013

JB: "Seb era not as boring ad Schumi one"

L'era di Vettel non è tanto noiosa quanto lo è stata quella di Schumacher. Con queste parole Jenson Button ha cercato di ridare dignità al lavoro che lui e gli altri stanno svolgendo in questi anni... certo che la noia vissuta da chi sta a casa non sia di entità tanto elevata. Io ho letto la frase e mi sono fermata a pensarci su qualche minuto. 
Schumacher fece il suo ingresso in formula 1 nel 1991. Ad essere sinceri, tuttavia, la vera Schumi era ha avuto inizio un bel po' di tempo dopo. Non ho abbastanza memoria storica per riportare come andarono le cose ai tempi dei due mondiali vinti nel 1994 e 1995 in Benetton ma, ricordo abbastanza bene, che la vera e propria febbre da Schumacher si fece sentire con il suo arrivo in Ferrari: anno 1996. Disputò quattro campionati di cui ancora si hanno memoria. In uno fu squalificato perchè cercò di far fuori Villeneuve, in un si ruppe le gambe schiantandosi contro un muro di gomme, qua e la passarono diversi applausi alla sua sportività e via discorrendo. Diciamo che a quei tempi ci si divertiva parecchio, il che mi pare un elemento di non poco conto.
Anno 2000: tornato ormai in pista rimontato come un omino fatto di lego, si stufò di portare a casa solo la polvere e decise di dare un senso al suo arrivo al cavallino rampante. Ottenne 5 mondiali di seguito e diede veramente poco altro da fare ai suoi colleghi. Hakkinen si stufò e decise di dedicarsi alla pesca al salmone. Suo fratello fece in tempo ad accendersi e spegnersi come un fuoco fatuo. Montoya passò dall'essere l'enfant prodige della massima serie a quel ciccione della McLaren. Il mio modo di seguire la Formula 1 era pittosto discontinuo: il GP poteva essere visto se era di pomeriggio, se non c'era niente di meglio da fare e comunque con una sana pausa merenda a metà gara. Ciò nonostante? Mi ricordo l'era Schumacher come mooooolto lunga, mooooolto noiosa. Soprattutto perchè non durò solo cinque anni: unendo qualche starascico precendente e qualche gemito successivo, si arriva ad un totale di almeno 7 o 8, che in un attimo ti fanno pensare a una intera decade. Dieci, lunghi, interminabili anni, in cui cui Michael Schumacher è stato protagonista di tutto. Gara più, gara meno.
Il momento peggiore di tutta la situazione: gli anni 2005\2006, quando si è incominciato a pensare che oltre a Schumi ci fosse altro... ma tutto quello che vedevo non mi piaceva affatto. Ritrovarsi a sperare che vincesse l'ottavo titolo mondiale dopo tutto quello che ci aveva fatto passare fu un incubo. Vedere andare tutto in fumo per un tizio pettinato male e dal collo troppo sproporzionato per essere umano, dai test antidoping che svanivano miracolosamente prima della gara e dagli atteggiamenti tanto eleganti da far veramente rimpiangere i tempi in cui Schumacher inseguiva gente ai box per potergli urlare in faccia tutta la sua verità, è stato anche peggio.
Togliendo la parentesi Alonso, sulla quale la digressione potrebbe occupare più tempo di quanto non ne ho veramente a disposizione, onore al merito non può che seguire a Raikkonen, Hamilton e Button per essere riusciti ad inserirsi quali campioni del mondo prima dello sbarco della grande era Vettel
L'era Vettel iniziò in sordina, già nel 2009 senza che nessuno se ne rese conto. All'epoca eravamo tutti troppo concentrati, stupiti e increduli davanti all'opera di Button e Barrichello che, recuperati senza troppa speranza dalla cassa integrazione, portarono a casa un campionato piloti e costruttori, senza neanche aver capito come hanno fatto. Eppure, lì dietro, c'era anche Vettel. L'anno successivo vinse il primo mondiale ma, anche in quel caso, è successo tutto senza troppi annunci. Che la Red Bull fosse una macchinetta decente, in effetti, lo si era intuito e si era intuito anche che fosse possibile vincere anche senza uno dei "nomi forti". La sua fortuna fu sicuramente il fatto che a quel titolo mondiale c'erano fin troppi contendenti e, nella confusione generale, ebbe la meglio. Ok, quello non fu un anno noioso. L'anno successivo Vettel vinse quando ancora gli altri stavano scaldando i motori e, quello, lasciatemelo dire, fu l'emblema dell'anno noioso. Certo, abbiamo portato avanti per un po' la sottile illusione che fosse così, solo un attimo di rilassarsi e dar tempo alle unghie divorate l'anno precedente di ricrescere, ma l'anno successivo, azzarderei, siamo stati da capo. Ok, l'anno non fu così monotematico: l'ho già sostenuto, quella di Vettel fu una vittoria ottenuta sul campo e non regalata soltanto dalla supremazia della vettura. Palese fu la supremazia del team, rispetto a quella del suo avversario, ma quello più che un merito è un dato di fatto. O un demerito altrui. Poi è arrivato quest'anno. 
Qualche mese fa, in preda ad un attimo di smarrimento, stavo per pubblicare qualcosa del tipo Alonso, se è destino che te vinca, fallo adesso e taci per sempre. Poi fortunatamente sono rinsavita, ho cancellato il post e sono tornata sulla retta via. Siamo a sei gare dalla fine e Vettel ha sul suo diretto avversario 60 punti di vantaggio. Solo che alla scorsa gara, se non lo avessero fermato, sarebbe arrivato al traguardo con un quarto d'ora di vantaggio su tutti gli altri. La noia è tornata a regnare ma, a rendere il tutto ancora più stremante, c'è questa sorta di calma serafica che lui e tutto il suo team si portano dietro. Schumacher era uno scalmanato, c'erano sempre i suoi colpi di testa ad intrattenere il pubblico. Questo no: a Vettel stanno ancora rimproverando il sorpasso compiuto, in pista, ai danni del suo compagno di squadra. Neanche gli avesse sputato nel caffè. La noia provata nei confronti di Sebastian nasce da questo atteggiamento da primo della classe, questa precisione millimetrica dei suoi gesti, tutti studiati uno per uno, questa freddezza apparente, questa misura utilizzata nelle parole.
Forse i due periodi potranno essere messi a confronto solo dopo che anche quest'ultimo sarà concluso. La pesante supremazia è ciò che tutti, come fan, vogliono per se stessi, per il proprio pilota, per il proprio team, ma che non intrattiene. Appiattisce lo spettacolo e rende tutto molto monotono. Quelli di Schumacher sono stati anni, gli ultimi quantomeno, in cui agli altri è sempre stata data pochissima via di scampo. Nell'era Vettel, almeno un anno sì ed un anno no, siamo arrivati a vederlo battagliare per il titolo. Ma ne siamo già stufi. Senza neanche dargli modo di fargli pensare di diventare anch'egli sette volte campione del mondo. Più noiosa questa o più noiosa quella? Per me questa.

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