mercoledì 18 settembre 2013

Shocked p.II

Se l'aggiramento dell'ostacolo fosse disciplina olimpica sicuramente avrei diverse medaglie d'oro appese ad un muro. L'altro giorno mi sono imposta di scrivere sulla faccenda Raikkonen \ Ferrari \ Alonso \ Massa e dintorni. Quello che ne è uscito non mi soddisfa affatto, anche perchè, alla fine dei conti, ho fatto tutto tranne che tirare fuori alla fine quello che ne penso io. Sento aria di tempesta ma sono dubbiosa, non so se la cosa mi piaccia o meno, non so se essere felice o meno. Oggi sono arrivata al nocciolo della questione, ho capito perchè c'è qualcosa che mi turba a tal punto da non riuscire a dire la mia. Vorrei urlare un"ma no! Non si fa così! Fermi tutti!"ma solo per mettere in standby la situazione e lasciarmi lì a meditarci su. Purtroppo la questione merita di essere presa alla lontana.
Non è il caso di partire molto alla lontana, dalla prima gara di Formula 1 mai vista in vita mia, o dal come sono finita a seguire questo sport piuttosto che altri. Meglio compiere un passo in avanti al momento in cui io, giovincella ma non pienamente convinta della scelta Ferrarista \ Schumacheriana di chi con me divideva il divano, ho incominciato a guardare altrove e, dopo diverse tappe qua e la, sono finita su Raikkonen all'epoca motorizzato McLaren, il paperino della situazione, sfigato come non mai con quella macchina che gli si smontava sotto il sedere una gara sì e l'altra anche. Quando si parlò all'epoca per la prima volta del suo approdo in Ferrari fui quindi parecchio felice: la rossa di Maranello aveva ancora piuttosto in memoria i trionfi di Schumacheriana memoria e pensai che fosse la buona occasione per Kimi di combinare qualcosa di buono. 
La verità? Andò veramente così ma, sia chiaro, non è stata tanto la sua fortuna ad avere la meglio, quanto l'onda energetica proveniente direttamente dal Double-Trouble rimasto in McLaren. Roba da fare miracoli.
Ora siamo qui, qualche anno dopo con le stesse carte in tavola ma rimescolate.
La McLaren - auto che cade a pezzi della situazione. C'è ancora: non è cambiato niente.
Alonso - c'è ancora. Un tempo era l'elemento autodistruittivo, oggi è in Ferrari pronto a far cosa ancora non è chiaro. Mi domando: ma quanto lui si ritirerà io, esattamente, su chi sfogherò tutte le mie frustrazioni?
Raikkonen - proveniente da una vettura che si muove al canto di si può dare di più pronto a cercare il riscatto altrove.
La Ferrari - quella dell'epoca, credo non ci sia più.
Io - ci sono ancora, più o meno. Di sicuro, però, anch'io non sono più la stessa. E questa volta l'ho presa sul personale. 
Ora mi è tutto chiaro: non riesco ad avere le idee chiare perchè l'ho presa sul personale. Niente nei confronti di Raikkonen, capace di rendere ogni giorno la Formula 1 di oggi un posto migliore, però, in Ferrari, piuttosto che puntare sull'usato sicuro, non potevano puntare su un giovane? Così mi pare troppo facile, sono capaci tutti. Non è per provare a fare la difesa del Di Resta \ Hulkemberg o pincopallino di turno ma, da più o meno, ancora per un po', giovane neo laureata temo di aver rivisto in tutto questo, caso strano in un Team italiano, una scena già vista. Non è che avessero qualcosa da perdere: il loro bel campioncino da baraccone lo avevano già, come hanno puntato tutto su di lui in questi ultimi anni, mi pare chiaro, potevano anche continuare a farlo per i prossimi due o tre, casa cambia? Perchè nel frattempo non cercare qualche giovincello da educare, far impratichire e promuovere al momento giusto?
Ho ancora da aggiungere una frase, una che sarebbe il caso di aggiungere, quale nota conclusiva, in un contesto ben strutturato, qualcosa di ben scritto con un filo logico e non scritto in preda ai deliri della sera. Il problema è che mi frulla in testa da almeno un paio di giorni e, sono certa, che se rimando ancora un po' me la perdo per strada. E sarebbe veramente un peccato. Quindi eccola, così come mi è venuta. 
E poi non lamentatevi, dico, se vi ritrovate Raikkonen su twitter a cinguettare bestialità.

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