lunedì 12 maggio 2014

Spagna 2014 - Gara

Se qualcuno sostiene che il Gran Premio spagnolo sia un evento emozionante... bsaglia di grosso. Perchè, seriamente, sono andate meglio le qualifiche.
In qualifica, per dire, è andata che Maldonado dopo presso poco più che un minuto si è schiantato a muro. Ha sostenuto che non fosse colpa sua ma della macchina che gli è sfiggita di mano e, nel dubbio che ne potesse combinare delle altre, si è disposto per la bandiera rossa. Prima fate passare lui, poi le donne ed i bambini. Anche Pic, ai box, guarda le immagini sullo schermo e si domanda se, persino lui, non sarebbe in grado di portare a casa qualcosa in più. 
In qualifica, per dire, è andata che si è dovuto disporre per delle belle bandierine rosse anche quando la vettura di Vettel lo abbandona definitivamente in mezzo al nulla. Le disavventure di Vettel sono incominciate decisamente molti giorni prima, forse già al giovedì, di sicuro al venerdì quando la sua fiammante Red Bull ha illuminato i cieli di Barcellona lasciandolo appiedato, tanto per cambiare. Gli è impossibile risalire in macchina fino alle qualifiche del sabato, saltando a pieno le prove libere... quando improvvisamente, in Q1 e Q2 ha fatto faville. Wow! I meccanici Red Bull sì che ci sanno fare... No! I drammi arrivano in Q3, proprio nel momento in cui si sarebbe potuto incominciare a fare sul serio. Incomincia prima a tossire in Pit Lane per poi morire definitivamente di stenti poco dopo. Per lui la condanna alla 10° posizione sembra inevitabile... no! Altri drammi poco dopo, quando la sostituzione del cambio e di mezza macchina risulta inevitabile e l'arretramento di altre 5 posizioni pure. Il via sarà dalla 15° piazza. 
In tutto questo le Ferrari di Raikkonen e Alonso non racimolano più di una sesta e settima piazza. Teniamo a mente questi numeri e questo ordine. 
In gara, invece, le cose sono andate decisamente peggio. Hamilton e Rosberg sono partiti nelle prime due posizioni e 66 giri dopo saranno ancora messi nello stesso modo. Serie possibilità per Rosberg di andargli a fregare il posto? Non prima di 63 giri di noia assoluta, dove nel frattempo sono quasi riusciti a doppiare anche loro stessi, con una vaghissima intenzione Ferrari (entrambi doppiati) di rimettere un po' di distanza tra i due e lasciare le posizioni invariate. Ma è solo un'impressione. 
Più o meno negli stessi giri, comunque, anche in Ferrari si stava combattendo una simile battaglia, ma decisamente molto meno emozionante. Rimasti in sesta e settima posizione, sempre nello stesso ordine, sin dalla partenza (tranne che per una piccola parentesi di pit stop sfalsati che sicuramente farà parlare ancora per un po'), Alonso decide, davanti al proprio pubblico, di fare il fenomeno. Per quanto gli sia possibile comunque. Esce dal proprio sonno profondo e decide di dar battaglia a Raikkonen: al proprio compagno di squadra. A cinque giri dalla fine. Per ottenere niente di più che una sesta posizione. Kimi per un po' sta al gioco, poi capisce che quello scalmanato dietro insiste veramente... e lo lascia passare urlandogli in cuffia Ma dove cavolo vai che siamo in pollesima posizione!? 
Poi la gara è finita e tutti ringraziamo ancora quel momento.
Sul podio: Hamilton, Rosberg e Ricciardo. 
Subito dietro di loro Vettel che giunto fin lì sorpasso dopo sorpasso, un po' alla volta, ha cercato di dimostrare che pilota batte macchina. Se la macchina aiuta. Se la macchina si ferma anche il pilota va al bar a prendere un caffè.
Spariti dalla faccia della terra Button e Magnussen. Forse 11° e 12° ma chi potrebbe dirlo. Se Magnussen si era fermato per eventi di forza maggiore ancora in Q2 ed era partito quasi in coda al gruppo, Button aveva lasciato spazio ad un minimo di speranza... raggiungendo con le unghie e con i denti l'8° posizione. Ancora prima della prima curva è scivolato ben indietro e lì c'è rimasto finchè bandiera a scacchi non ci divida. 

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