martedì 18 novembre 2014

2014: 10 buone ragioni per ricredersi

Otto mesi fa, alla vigilia del Gran Premio d'Australia, con il solito brio che contraddistingue la gara d'apertura della stagione, mi stavo accingendo a scrivere questo: un elenco di 10 validissime ragioni per cui, essere proprio lì, proprio in attesa da prima gara dell'anno, sarebbe dovuto essere considerata da tutti una grande figata!

Waiting 2014: 10 buone ragioni per cui non vedere l'ora che inizi!

Otto mesi dopo, giunti all'ultima gara della stagione, rileggendo le legittime aspettative che risiedevano all'interno di ognuno di noi, mi viene da ridere.
1. Perchè Alonso e Raikkonen mettano le carte in tavola e, una volta per tutte, la smettano di essere amici. In effetti, auspicare che la Ferrari quest'anno fosse riuscita a portare a termine una buona macchina, era piuttosto ottimistico. Piuttosto ci si aspettavano le prime due o tre gare appannate, la voglia di riscatto, le dichiarazioni d'effetto dei vertici e, scopiazzando le vetture degli altri, anche i piloti del cavallino zoppicante sarebbero riusciti a combinarne di buone. Podi raggiunti nel corso dell'intera stagione: 2. In sostanza: Alonso e Raikkonen, che in due, secondo il parere di molti, dovevano comporre il team più forte e completo dello schieramento, non ci hanno provato neanche a litigare. Non c'era niente per cui litigare. 
Tuttavia: un conto è pensare che la vettura, come al solito, possa avere delle difficoltà sostanziali a muoversi alla stessa velocità delle altre. Un altro conto è rendersi conto, otto mesi dopo, che le cose sono andate molto peggio di così. Chi si sarebbe mai immaginato che, oltre a raccogliere la polvere, si sarebbero persi per strada, prima di tutto, Domenicali, poi Luca Cordero di Montezemolo e, dulcis in fundo, anche Alonso stesso? Un team allo sfascio.
2. Per capire se in Williams si manterranno le promesse. Forse per un attimo si era pensato che la lotta per il titolo sarebbe stata una lotta a 4. O forse meno... ma quantomeno un po' più aperta che ai due della Mercedes. La Williams da un certo punto di vista ha assolutamente mantenuto la promessa: è uscita dalle sabbiature a cui aveva abituato tutto il suo pubblico negli ultimi anni, ma non è mai stata in grado di ambire a qualcosa in più di una terza piazza. Forse Bottas, qualche volta, è giunto anche al secondo gradino... ma se da casa Mercedes si davano segni di debolezza e, per puro caso, non si puntava dritti alla vittoria, il testimone non è mai stato lasciato a loro. Tanto meno a Massa, ancora certo di essere il campione del mondo che non è mai stato, che in classifica iridata generale arranca ancora dietro a Button. Ho detto Button.
3. Per vedere in quanti non arriveranno alla fine della gara. Il mio spirito sarcastico e blasfemo non è mai stato tanto felice quanto nel momento in cui, un paio d'anni fa, tutte le gomme hanno incominciato ad esplodere all'impazzata nel cammin di nostra gara. Ok, si è detto: bello lo spettacolo, ma è pericoloso. Hanno quindi dovuto mettere le gomme di ghisa e lasciare ogni altro fuoco d'artificio nella esclusività dei motori turbo. A conti fatti, dopo le salienti aspettative servate dalle prove libere pre-campionato, l'unico team che ha rischiato seriamente, almeno una volta a week end, di non arrivare alla bandiera a scacchi con le proprie gomme, è stata la Mercedes. Vista com'è andata: figuriamoci se ci toglievano anche questa minima gioia.
4. Per vedere Mazzoni confessare che del nuovo regolamento non ci ha capito niente neanche lui. Perchè non ci ha capito niente, vero?!? Io, in effetti, sono stata collegata un po' più spesso con SkySportUK, dove la distanza linguistica che ci distingue mi fa sembrare tutto così bello, luminoso ed intelligente. Ovviamente questo accade solo e soltanto perchè mi sono trasferita a Londra, mica per disaffezione al servizio pubblico. Sia chiaro.
5. Per vedere Vettel messo alla prova. Un uomo allo sbando in un team, forse, allo sbando. Non è chiaro. Erano anni che stavamo aspettando il momento giusto per prendere quel suo ditino puntato verso il cielo e riporglielo agevolmente in tasca, ma che le cose sarebbero andate così tanto male, lo si poteva prevedere? Qualcuno risponderà sì: qualcuno di piccolo, barbuto ed asturiano: non c'è giorno che passi che non ci tenga a ribadire che, a suo dire, Vettel non è un granchè come pilota. Molti altri hanno sempre sostenuto che i suoi quattro titoli mondiali siano stati figli della manifesta superiorità della sua vettura. Ovviamente tanto astio non è motivato dal fatto che almeno il 50% di questi titoli sia stato vinto all'ultima gara lottando, testa a testa, con il nano asturiano di cui sopra. Le cose vanno sempre così: se è proprio è merito, se è altrui è culo!
Per quasi metà stagione Vettel ha dato il meglio di se spegnendo incendi, spingendo la vettura ai box a braccio, sparecchiando la tavola mentre i grandi parlavano di cose serie ed interrogandosi sul proprio futuro. Poi si sono resi conto che gli avevano dato la vettura di Webber e tutto si è risolto. In classifica sta piazzato male, che peggio non si può. Mai veramente ha lottato per la vittoria ma qualche gita sul podio se la è fatta. Voglio dire: molto più di quanto possa dire altra gente. Poi un altro divorzio eclatante: e partano i fotomontaggi che lo vestono di rosso!
6. Per capire se Webber ci era o ci faceva. Verdetto drasticissimo: non solo Ricciardo è riuscito a tenere a bada il proprio quattrovoltecampionedelmondo compagno di squadra... ma è arrivato anche a vincere. Tre volte. Certo: approfittando di problemi evidenti in Mercedes o ringraziando il cielo per averlo piazzato al posto giusto al momento giusto... ma dopo la seconda volta forse è il caso di smetterla di credere nelle coincidenze. Ed in ogni caso è molto più (o forse solo tre volte in più) di quanto non sia riuscito a fare Webber l'anno scorso, con la vettura migliore dello schieramento sotto il sedere.
7. Per vedere crescere esponenzialmente il numero di piste, di curve, di chicane, di ingressi al box ed anche di corsie di accelerazione che verranno dedicate a Schumacher. Ho perso il conto: a questo siamo arrivati? Una curva in Bahrain, qualcos'altro dalle parti di Silverstone... e poi? E poi c'è che, anche se magro come un cencio ed impresentabile al pubblico, Schumacher non è morto! Tutto questo ci ha destabilizzato e mandato a monte tutta una serie di simpatiche iniziative ed interventi umanitari già in cantiere Ha cambiato un paio di cliniche private per poi tornarsene dritto a casa. C'è anche chi sostiene che stia molto meglio di quanto ci si possa immaginare, di averlo visto con i propri occhi e di essere certo che tornerà a vivere una vita normale prima del previsto... ma sulla parola di Todt non è che ci mettere proprio la mano sul fuoco.
8. Per sentire dalla viva voce di Jenson Button la scusa che ufficialmente quest'anno adotterà la McLaren per non riuscire a cavare un ragno dal buco. La so, la so: anno di transizione tra i motori Turbo e il grande ritorno della Honda? O forse qualcosa legata all'interpretazione del regolamento? Con buona pace di Martin Whitmarsh finito, insieme a Stefano Domenicali e Ross Brawn, a raccogliere castagne. In ogni caso, le parole pronunciate da Eric Boullier alla vigilia del gran premio di Abu Dhabi, sono degne di far sospirare di gioia e contentezza ogni fan McLaren presente sul globo terrestre: La McLaren finalmente è uscita dalla crisi! A far piangere dalla felicità sono, ovviamente, le quarte piazze conquistate sia in Texas che in Brasile da Jenson Button che, neanche per sbaglio, ha potuto competere per il podio in nessuna delle due occasioni ma utili a ricordare al pubblico che è cosa buona e giusta ringraziare il cielo per le piccole cose.
Inutile che vi spieghi che, se dalla crisi, per apostrofarla in modo eufemistico, ci fossero usciti un po' prima dell'ultima gara dell'anno sarebbe stato meglio.
9. Per le prossime mirabolanti avventure di Roscoe e Coco, a spasso per il mondo. Forse gli è stato fatto notare che per queste due povere bestie, girare cinque continenti in otto mesi, non è che sia il massimo. Già si vedono gli effetti che tutta quella pressione, su è giù dall'aereo sta facendo al cervello del padrone: figuriamoci su quelle due tenerissime bestiole. In ogni caso, io, nella prossima vita, vorrei fare la vita che fa Roscoe. La povera Coco per qualche tempo non se la è passata benissimo ma, dopo essere stata ricoverata in una clinica veterinaria con attrezzature decisamente più all'avanguardia di quelle offerte a noi umani dall'ASL3 genovese, è tornata in formissima! Da notarsi la coincidenza tra l'accasamento dei cagnetti con la scomparsa dalle piste anche della fidanzata, la Pussycat... sempre pronta a congratularsi sui social con il proprio ometto ad ogni vittoria ma non più semprepresente in sala stampa. In effetti anche a me tedierebbe parecchio dover colloquiare con le fidanzate degli altri piloti come se fossimo tutte grandi amiche per status sociale.
10. Perchè l'unico gran premio novello, alla fine dei giochi, sarà quello di Russia. No ma... bello il Gran Premio di Russia. Per fortuna che ce lo hanno donato! L'unica cosa certa dei circuiti cittadini è la consapevolezza che i sorpassi saranno difficili. L'unica cosa che si è avuta in quell'occasione sono stati proprio i sorpassi: quelli di Rosberg, per ritornare in seconda piazza dopo essere scivolato direttamente in ultima, così, solo perchè si stava annoiando. Dillo a noi caro Nico, dillo a noi.
Le uniche cose che rimarranno nei secoli fedelmente stampate nelle nostre menti circa il gran premio di Russia? 1) Il minuto di silenzio meno silenzioso della storia, con in sottofondo l'inno russo, giusto per non dimenticarsi mai dove si è, in commemorazione di uno che morto non era. Non è. Vabbè, insomma, ci siamo quasi e ci siamo capiti. 2) Le scene da Dio sceso in Terra di Putin, arrivato in pista a pochi giri dalla fine per premiare il vincitore e... 3) il vincitore che lo ignora fingendo di preoccuparsi più dello styling dei suoi capelli che di quello che lo circonda.

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