venerdì 30 gennaio 2015

2015 - Ferrari


Sebastian Vettel - n. 5 - nato il 3 luglio 1987 a Heppenheim
Kimi-Matias Räikkönen - n. 7 - nato il 17 ottobre 1979 a Hespoo
Vettel e Raikkonen, due piloti troppo distanti ma troppo simili, due campioni del mondo messi a confronto per la prima volta. 
Due piloti che si portano dietro un immagine di freddezza che caratterizza il loro personaggio nel circus: entrambi schivi dal mettere in piazza la propria vita privata, riservati per indole personale, pronti a passare sopra tutto e sopra tutti in gara perchè non c'è niente di personale, sono affari. Se, però, Raikkonen si è sempre dimostrato, oltre che schivo, freddo e riservato, proprio un uomo di poche parole, poco interessato ad una eccessiva esposizione e a tutto quello che, a dire il vero, il meraviglioso mondo della massima serie pare imporre ai propri protagonisti, per Vettel è solo una separazione tra vita vera e lavoro. Al di là del fatto che non ha voluto neanche rivelare al mondo il nome di sua figlia in più di un'occasione si è rivelato un vero spasso!
Ghe pensi mi
Due neo padri appartenenti quasi a due generazioni differenti. Raikkonen debuttò in formula 1 nel lontano 2001, 15 anni fa, a bordo di una Sauber con con la quale diede spettacolo in pista. Trovò tuttavia miglior fortuna nel 2002, dopo il passaggio in McLaren. Che poi... quando si parla di Raikkonen mi sembra un po' esagerato utilizzare il termine "fortuna". Conosciuto e rinomato in giro per il globo per la sua leggendaria sfiga alla Paolino Paperino, è proprio negli anni in McLaren che venne costuita questa fama: in cinque anni sarà lasciato per strada dalla sua vettura in una una trentina di occasioni. La McLaren, oggi come allora, perde bulloni da ogni parte: lui riesce comunque ad acciuffare un paio di volte la seconda posizione in campionato, poi si stufa e trasloca in Ferrari dove lo accoglieranno a braccia aperte visto il pensionamento di Schumacher: unica incombenza necessaria fu quella di ripulirsi per benino. Via gli eccessi, via le notte brave, via i residui di acne sul volto che ormai lo rendevano irriconoscibile.
Mentre accadeva tutto questo Vettel - immortalato nella foto qua a fianco nell'esatto istante in cui ha realizzato in quale casino si è andato a cacciare - era a scuola. Probabilmente stava imparando a camminare, a scrivere e a leggere... ma già dall'età di tre anni era in grado di guidare. Prima ancora che l'asilo, incominciò a frequentare il kartodromo di Schumacher in Germania... dove conobbe così il suo padre spirituale. 
Due campioni del mondo giunti a questo traguardo attraverso due percorsi completamente diversi tra loro. In entrambi i casi, il 2007 fu l'annata decisiva. Mentre Raikkonen trionfava grazie al pacchiano autogol di casa McLaren e delle due primedonne al volante, Vettel muoveva i suoi primi passettini. Saltellando dalla Sauber alla Toro Rosso, qua e là in giro pr il campionato gli furono offerte diverse possibilità di mettersi in mostra. Le cronache raccontano di un burrascoso Gran Premio giapponese durante il quale, sotto una pioggia torrenziale, rischiò quasi di arrivare a podio... ma si incidentò contro Webber, rovinò completamente la gara, fu costretto al ritiro... e tornò ai box in lacrime! Quanta tenerezza! Immagini mai riprese dalla regia internazionale (ma diffuse nei giorni seguenti su YouTube) attribuirono buona parte della responsabilità ad Hamilton... ma ad Hamilton in quel periodo veniva fatto fare questo ed altro, quindi tutto finì così, senza infamia e senza lode. Fu così che, comunque, grazie a quel mezzo campionato acciaccato che ebbe modo di disputare che ebbe modo di veder confermato il proprio seggiolino anche per l'anno successivo. Dopo un anno venne la promozione in Red Bull e tutto il resto è storia. 
Ad otto stagioni di distanza da quel rivelatorio 2007, siamo qua. Siamo qua a guardare qualcosa che non sappiamo neanche cosa sia ed attendiamo che siano i fatti a narrarceli. Dal 2007 ad oggi la Ferrari ha fatto numerosissimi passi. Tutti indietro, come i gamberi, sia chiaro. Se già all'epoca poteva lasciare un po' interdetta per certe scelte e certi atteggiamenti, mi pare chiaro che la sbornia di quell'inaspettato successo abbia lasciato strascichi per moltissimo tempo... come se si potesse sempre vivere di luce riflessa direttamente dai fasti schumacheriani, come se essere belli, forti e potenti sia un diritto acquisito dal quale non si torna più indietro. Avrebbero potuto capirlo già nel 2008, quando la stessa identica sorte che l'anno prima li premio, li fece tornare a casa con le pive nel sacco. Invece no: si è andati avanti anni con la stessa politica un po' cialtrona nella speranza che il fattore che io denominerei "il culo dell'asturiano" riempisse le lacune del team. Ed in effetti, non vorrei mai essere io a dover ammettere una cosa del genere, ma è proprio quello che è accaduto: è stato questo fattore a farli andare molto più avanti di quanto la vettura non sarebbe potuta andare altrimenti... ma il declino è stato inevitabile ed inesauribile in ogni caso. 

2014: l'anno della svolta. Dopo aver preso un ex campione del mondo come seconda guida, così, giusto perchè c'erano due soldi da spendere ed essersi resi conto che, ancora una volta, di quel passo non si sarebbe andati da nessuna parte, diventato di gran moda parlare di "nuova era", tutto cambi perchè nulla cambi, il nuovo che avanza ma del maiale non si butta via nulla: Alonso si è rotto le scatole, ha fatto armi e bagagli e all'urlo di mo' mavete rotto il caz, ha sbattuto il portoncino di Maranello e se ne è andato.
Come reagire? Riformato 3\4 dell'organico, da Domenicali a Montezemolo, come non tentare il colpo grosso andando nuovamente di togliere la polvere da un ex campione del mondo? Una mossa che non paga dai tempi di Schumacher, tra l'altro. Mica per niente l'ultimo che è riuscito a racimolare qualcosa di significativo è Raikkonen che campione del mondo non c'è arrivato ma ce lo hanno fatto diventare.

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