mercoledì 25 febbraio 2015

FormulaGossip - Barcellona 2015 - Part II

Rimanendo in ambito papà e pannolini, qualche box più in là trovano spazio altri due neo papà... azzarderei anche estremamente felici e realizzati in questo preciso istante della loro vita. Vettel e Raikkonen non potrebbero volere di più dalla vita in questo momento. Kimi, neo padre del piccolo Robin, del quale è già stato diffuso nell'etere uno scatto indiscreto di un suo ditino, se la spassa a bordo della sua bella Ferrari dalle prestazioni finalmente confortanti. E c'è anche Vettel, anche lui neo padre e, forse, segregatore di donne e bambini, visto che della fidanzata non c'è più traccia dal momento in cui è disgraziatamente rimasta incinta, anche Lui, in ogni caso, ha discretamente diritto a sentirsi appagato. Per quanto la stagione debba ancora iniziare e i risultati siano ancora lontani dall'esser presi, appare evidente che, lo sfracello che tutti gli anticipavano nel momento in cui ha deciso di lasciare la Red Bull, potrebbero non concretizzarsi mai. Forse, e dico solo forse, la Ferrari ne ha imbroccata una. C'è chi non ci avrebbe scommesso su un centesimo sul fatto che potesse bastare far fuori un po' di gente inutile per ridare forma ad un team in decadimento.
Certamente non ci avrebbe scommesso Alonso, probabilmente ancora non conscio di essere parte della 'gente inutile' che si doveva ancora togliere di mezzo. Di questo avviso paiono in ogni caso essere i portavoce Ferrari, carichi come non mai di parole buone, già stati pronti a riversare sullo spagnolo tutte le colpe degli ultimi anni. Roba a cui neanch'io ero mai giunta prima. A quanto pare, se la macchina ha sempre vacillato in affidabilità e prestazioni, è solo perchè Alonso non è mai stato in grado di testare la vettura riportando tutto ciò che era necessario riportare.
Invece Vettel si che è uno bravo
Invece Vettel si che è uno bravo. Uno già serio ed impegnato per la causa. A dimostrazione di tutto ciò la presenza ormai immancabile del fatidico quadernetto. Non c'è giornalista, non c'è reporter, non c'è scribacchino da due soldi che non ne abbia già fatto menzione in ogni luogo ed in ogni lago: Vettel porta sempre con sé, da quando ha potuto incominciare a mettere le mani sulla vettura, un quadernetto sul quale prende appunti. La copertina è rossa, giusto perchè non si deroghi mai al monocolore, sarà scritto nel contratto, ed io già mi sento in colpa per avere addirittura un tablet, su cui prendere i mie appunti. Lui, che è uno bravo e che ama lavorare sodo (perchè ormai è questa la leggenda e, se anche morisse domani sappiamo già cosa tramandare ai posteri) fa lo scribacchino, riporta numeri, statistiche e dati a casaccio. Molto probabilmente è un quadernino del tutto bianco ed inutilizzato. Forse ci sarà scritto solo 'ora faccio finta di scrivere così mi fanno due foto e sono felici'. In ogni caso Alonso non ne ha mai avuto uno, quindi è un cialtrone.
Sarà anche un cialtrone ma ha sicuramente trovato il modo di far parlare di sé, di rendersi indiscutibile protagonista di questa sessione di test, senza sorprendere tutti per i risultati in pista o per le prestazioni di quel catorcio che si ritrova sotto al sedere. Riassumiamo quanto accaduto sin qua: in McLaren si è ostentata in lungo ed in largo questa nuova era che è appena iniziata. La Honda è tornata a fornirgli i motori ed eravamo tutti certi che la fase delle vacche magre fosse ufficialmente finita. Poi sono arrivati i test di Jerez e la vettura non ha dato la possibilità di percorrere più di 8 giri al giorno. Che sarebbe davvero un'ottima cosa se le gare le si potesse disputare a rate, possibilmente in job sharing tra le due vetture. Abbiamo smesso di essere ottimisti ma eravamo fiduciosi del lavoro che sarebbe stato possibile fare prima di Barcellona per ridare dignità al prestigioso marchio. In effetti le cose sono andate un po' meglio... ma neanche troppo. Tempi da far impallidire anche la Marussia, numero di giri effettuati al giorno: ancora non sufficienti per assicurarsi una bandiera a scacchi in Australia. Tra neanche un mese. Giunti all'ultima giornata di test qualcuno stava già impallidendo all'idea di dover scendere dall'auto e dover rendere conto ai giornalisti che avrebbero certamente posto domande sulla fragilità delle sue aspettative future. Quindi l'idea geniale: scendere dall'auto, ma non con le sue gambe! E crash gate fu. Da allora tutti parlano di Lui: missione compiuta.
Sulla dinamica dell'incidente ancora tanti punti interrogativi. Da subito si è parlato di una semplice uscita di pista, come molte altre se ne sono viste e sempre se ne vedranno in Formula 1. Qualchge addetto stampa ha pure maldestramente cercato di coprire il fatto che Alonso si astato trasportato d'urgenza, in elicottero, in ospedale come una semplice prassi precauzionale, perchè sbattere contro il muro non è sempre una gita di piacere. La cosa ovviamente puzzava di bruciato, tanto perchè non lo si è visto uscire dall'auto con le sue gambe, tanto perchè lo hanno dovuto disincastonare dalla vettura di peso, tanto perchè si è cercato con una perizia inaudita di non far trasparire neanche un pelo della sua folta barba alle telecamere coprendolo con grandi teli a prova di fotografo.
Dopo la prima giornata di grandi complotti il mondo era arrivato ad una conclusione: o si trattava di una semplice uscita di pista o sotto c'era qualcosa. Siamo nel mondo dei complottari: sotto c'è sempre qualcosa. Molti, tra i quali anche Vettel al quale è stato chiesto di commentare le immagini, giurerebbero che Alonso, prima dello schianto, ha notevolmente rallentato e tentato di accostare la macchina: poi ha evidentemente perso il controllo e sbang! Complotto sul complotto: o la vettura ha dato seriamente segni di cedimento, tanto da rendere Fernando consapevole della cosa e averlo portato a tentare di farsi da parte quantomeno, oppure è il pilota ad aver ceduto. Complotto sul complotto del complotto: Alonso ha avuto un mancamento mentre era alla guida. I complottisti estremi giurerebbero che l'unità elettrica della vettura lo ha fulminato. Io sposo la teoria del coccolone avuto dopo aver letto i tempi della Ferrari.
Solo 24 ore dopo il fattaccio giungono le prime immagini: una bella foto in posa con camice dell'ospedale di Barcellona dove è ricoverato per smentire le voci che lo vorrebbero gravissimo, in rianimazione e via di questo passo. Io non sarei tanto ottimista: se prima di quel momento non è giunto neanche un finto-tweet scritto da qualcuno che poteva avere accesso al suo cellulare per silenziare le voci, tutto liscio non era di certo. Oppure si torna al punto uno di questo discorso per cui è stato tutto un grande progetto per rimbalzare i giornalisti e leccarsi in solitudine le ferite, facendo moltissimo parlare di sè.
Siamo a 48 ore dall'accaduto (nel momento in cui scrivo) ed ancora il soggetto non è stato dimesso dall'ospedale: necessari altri accertamenti, dicono i comunicati stampa. A questo punto azzarderei che non si tratta più di un passaggio all'ospedale di routine dopo l'incidente. Oppure ha saputo che c'è Stella Bruno accampata fuori dall'ospedale da due giorni e vuole vedere chi si stufa prima. In attesa di un vincitore i medici catalani gli hanno prescritto un'altra notte in corsia... e qualcuno rumoreggia circa la possibilità che salti a piè pari la prossima sessione di test e ci dia appuntamento direttamente in Australia. Io faccio il tifo per Magnussen.
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Nello stesso tempo, ho come l'impressione che Button stia maltollerando le smanie di protagonismo del proprio socio. Ci sarebbe tanto di cui parlare della vettura... a tratti pare anche ottimista: "questa vettura è in grado di vincere!" la dichiarazione di qualche giorno fa. Magari non dalla prima gara, ma sicuramente prima della fine dell'anno. Vabbè, anche Alesì ha vinto in Canada. Ed anche Lui ha vinto in Canada
Privato dalla squadra e dalla vita di cose interessanti da dire... non gli resta altro da fare che stupirsi moltissimo per la considerazione che in Spagna ancora c'è di Pedro De La RosaDe La Rosa: l'ultimo uomo al mondo a portare la riga in mezzo.

2 commenti:

  1. Ehm... la piccola Robin in realtà sarebbe UN piccolo Robin...

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    1. Confessione: mentre scrivevo il post stavo pensando a Robin Scherbatsky.

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