sabato 30 maggio 2015

I 10 fatti buffi di Monaco 2015

1) Verstappen vs the wall. Tutti i suoi sforzi di sfondare nel glorioso mondo della Formula 1 stanno procedendo nella giusta direzione... anche se non siamo ancora giunti al traguardo. Per ora sfonda pareti e paratie. 
Se lui compie una cosa del genere è una bravata, un errore in buona fede, non fosse il figlio di Verstappen sarebbe solo l'ultimo dei "potenziali serial killer paganti dell'ultima fila". Ne prendiamo atto. Nell'attesa di sfondare nel glorioso mondo in Canada partirà arretrando di 5 posizioni sulla griglia di partenza.

2) Alonso vs la mala suerte. Stando a sentire Briatore, che per qualche ragione ha ancora voce in capitolo in questo mondo, Alonso è comunque felice e soddisfatto di aver abbandonato Maranello. E come non essere felici?
Sabato la vettura gli si è smontata da sotto al sedere impedendogli di proseguire le qualifiche, grazie al solito culo ha guadagnato due posizioni ancora prima di partire... ed altre due a culate dopo la partenza. Il gioco di fianchi non è piaciuto alla maestra: per lui 5 secondi di stop&go da scontare un po' quando gli pare nel corso della gara (che già potrebbe non essere una grande punizione)... in ogni caso del tutto irrilevante quando nuovamente la vettura lo ha abbandonato a bordopista con gli stessi problemi al cambio del giorno prima. Quei piccoli momenti di trascurabile felicità.
3) Maldonado vs la bandiera a scacchi. Il suo destino pare segnato: arrivare fino in fondo ad una gara quest'anno gli deve essere impedito... anche per salvaguardare l'ordine pubblico. O per far guadagnare sempre di più chi investe in quel giro del sottobosco della Formula 1 dove si scommette duro sulle previsioni d'uscita di pista del buon Pastor. A farlo fuori in quest'occasione un problema ai freni. Niente fumo e niente fiamme, niente alettoni volanti o incidenti improbabili da immortalare per l'occasione. Una tristezza.

4) Hamilton vs tutti. Please stop talking to me, please. Una gara passata in testa, una gara trascorsa a pensare di essere in grado di poter vincere... e poi l'attimo di crisi. L'ingresso della safety car, le teste fumanti di tutti i tecnici costretti ad improvvisare. Un errore di valutazione, forse solo una scelta sbagliata. Questo è quello che è successo ad Hamilton, portato a rientrare ai box per il cambio gomme in un momento piuttosto critico della gara... che gli costerà la vittoria. Quando l'errore viene compiuto da uno dei top team la notizia fa sempre più rumore, quando l'errore viene compiuto dal Team che domina da due stagioni a questa parte, ogni virgola viene messa sotto la lente d'ingrandimento. Quando l'errore viene compiuto dai tecnici del medesimo team del secondo in pista, nonchè rivale in gara, si urla al complotto. Ma non la farei così drammatica. 
Io no, ma Hamilton sì.

5) Ricciardo vs Raikkonen. Raikkonen is not a wall potrebbe divenare, per quel che mi riguarda, il motto della gara. Dopo aver visto Verstappen a muro, Hamilton ai box, Alonso raccogliere sassolini in riva al fiume, Button addirittura in zona punti... ciò che ci mancava veramente era solo una sgomitata d'autore tra Ricciardo e Raikkonen, impegnati in un sorpasso, di quelli che proprio di quella pista non è così facile riuscire a compiere. E per poco Ricciardo non ci riusciva per davvero a compierlo: data una gomitata al posto giusto, si è fatto abbastanza spazio da riuscire a passare... anche se Raikkonen non l'ha presa bene. Da parte sua parole di fuoco: He just hit me and I went wide and that's not very nice. Ricciardo dopo la gara confesserà su Twitter tutto il proprio amore per il circuito: You literally play with the barriers lap after lap. La risposta giunge direttamente da un suo fan: RAIKKONEN IS NOT A WALL.
6) Red Bull vs ordini di scuderia. Ci sono momenti che lasciano il segno. Soprattutto sulla fiancata di Raikkonen. Ci sono momenti in cui quei segno ti portano direttamente in Presidenza, senza passare dal biasimo dei compagni di classe e\o della maestra. Ci sono momenti in cui, nonostante tutto, sono i piccoli gesti che fanno la differenza. 
Questo è per esempio il caso della RedBull. Dopo il sorpasso su Raikkonen, necessariamente la manovra di Ricciardo è stata messa sotto investigazione dai commissari. In Red Bull se la sono studiata bene: davanti a Ricciardo, a quel punto, c'era Kviat (Kviat, mica chiacchiere!!). Certi dell'arrivo della sanzione, invitano i due a swichiarsi: con i secondi di penalità che sarebbero stati dati a Ricciardo le posizioni sarebbero tornate al loro posto in men che non si dica. Invece no: invece, in quest'occasione, e solo in questa, i commissari sono stati gentili. Hanno ritenuto la sua solo una manovra di gara, senza infamia e senza lode. Alla faccia di Riakkonen. E di Kviat. La comunicazione è giunta proprio poco prima della bandiera a scacchi... ed inaspettato come un fulmine a ciel sereno è giunta ai due la cominicazione di rimettersi nelle posizioni orginarie. Anche se per poco Ricciardo non si è dovuto fermare per aspettare il proprio compagno di squadra. Questi sì che sono i giochi di squadra che ci piacciono.
7) Tutti vs the grid boys. La grande rivoluzione credo sia partita qualche settimana fa in WEC. Lì le regole sono state chiare: "niente più grid girls in pista", e la scelta è stata epocale. Anche se personalmente dubito fortemente che all'improvviso tutte le coscienze del settore più maschilista del mondo si siano risvegliate in favore della lotta al sessismo, quantomeno anche la causa ne ha tratto beneficio. E così è stato, di punto in bianco, senza il minimo preavviso, anche a Monaco dove hanno rumorosamente debuttato i grid boys! Sulla cosa, a dir la verità, credo che potrei parlare per ore, ma non lo farò in quest'occasione. Solo un appunto: ma quei risvoltini? Santo Cielo: è Monaco non Venezia!

8) Massa vs la voglia di lavorare. Felipe, domenica, aveva qualcosa che non andava. Poca volgia di lavorare, forse una leggera indisposizione. Piazzato in griglia in zona Alonso, o giù di là, c'è voluto poco perchè alla partenza riuscisse anche ad arretrare di diverse posizioni. Alla radio urlerà abbiamo finito! Abbiamo finito! Ma dai box non ci stanno: lo richiamano, lo tagliano, lo cuciono, gli incipriano in naso e lo rimandano in pista. Per tutta la gara.
9) McLaren sì vs McLren no. Mentre una McLaren rotolava miseramente su se stessa, contorcendosi dal dolore, l'altra ha retto il ritmo della gara ed è andata miracolosamente a punti. Punti: ben 4! Per uno, come Button, che non prima di due settimane prima, dopo Barcellona, pareva essersi arreso all'evidenza che, per tutta la stagione non avrebbe potuto fare altro che mangiare polvere, questo pare essere un grande traguardo. Traguardo... proprio quella cosa che Alonso spererebbe di incontrare nuovamente nella propria vita.
10) Principe di Monaco vs Re di Montecarlo. Dopo aver iniziato il week end, andando, nientemenoche, a passeggiare nei giardini di casa reale e fare due chiacchiere con il padrone di casa, Rosberg si è portato a casa la terza vittoria consecutiva su questo circuito che... magari è solo culo, ma gli è sempre stato piuttosto simpatico. Tutto questo senza aver neanche capito come sia successo. Un secondo prima era lì, a mandare in fumo ogni più rosea speranza di pole position, un secondo dopo il tipo davanti a se viene autoeliminato dalla sorte ed eredita la leadership della gara. Una vittoria che vorrebbe festeggiare, perchè è pur sempre una vittoria, ma non può farlo. Non può farlo perchè tutto il mondo ha visto cos'è successo, e simpatizza per Hamilton. Una vittoria che vorrebbe festeggiare perchè è stato un ottimo recupero di punti sul suo rivale, ma non può farlo, perchè comunque l'altro ha più punti di lui. Insomma, una vittoria, che più che una vittoria, sembra una sciagura. 

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