mercoledì 15 giugno 2016

I dieci fatti buffi di Canada 2016

1. Il balzo di Vettel. Il giorno prima Vettel, o chi per lui, lo aveva pronosticato: farà una partenza come in australia. Ed in effetti così fu. Ha lasciato Hamilton ad occuparsi di Rosberg, sfilandolo dalla parte opposta e conquistanto indisturbato la prima posizione. Se la gara fosse finita al secondo giro sarebbe stato un grande trionfo della Ferrari.
2. Il colpo di Hamilton. A fare una bella partenza proprio non ce la può fare. Intendo una dove non falcia tutto quello e tutti quelli che lo circondano pur di pretendere rispetto. Dopo l’exploit di due gare fa, dove ha dato il meglio di sè, a questo giro ha fatto un po’ meno danni… forse per puro culo. Chi può dirlo. In giro per la rete c’è chi sostiene fortemente che sia stato lui il migliore in pista. Come al solito ho opinioni divergenti. Certamente non ha fatto una gara malvagia, ma questa tendenza (perchè ormai è una tendenza, non più un caso fortuito) di asfaltare il proprio prossimo abbassano di molti punti la media. Inaccettabile da uno che pretenderebbe di diventare quattro volte campione del mondo. Che poi… lo so anch’io che il ben più famoso sette volte campione del mondo ne ha combiante di peggiori ed è idolatrato come se avesse scoperto la cura per il cancro. Temo che sia un po’ troppo facile salire sul carro dei vincitori. Ed è un po’ troppo facile dire che Rosberg ha fatto una gara mediocre dopo essere stato sbattuto a metà schieramento, senza diritto di replica. Ci sarebbe da riflettere se le reazioni sarebbero state dello stesso tenore nel caso in cui ad essere presa di mira fosse stata la fiancata di Vettel. Avremmo dovuto leggere ancora che, tutto sommato, Hamilton ha fatto la sua gara e che Vettel, ad un certo punto, si attacchi se non riesce a recuperare come si deve? Quantomeno Rosberg ha imparato a rifiutarsi di fare le foto come una allegra famigliola felice. Anche perchè, non più di 15 giorni fa, dopo la foto di “famiglia” post Monaco, là dove Rosberg ha dovuto accostare per far passare (e vincere) Hamilton, quando ho osato far notare che l’espressione di Nico in foto non era esattamente rappresentativa del #TeamSpirit che tanto veniva ostentato nell’hashtag di accompagnamento, sono stata accusata delle peggio assurdità da un tipo con una papera quale foto profilo. Ho dato luogo al tweetfight più figo degli ultimi anni, perchè sono donna e sono bionda, secondo te posso non avere l’ultima parola in una discussione? 
3. Button on fire. Aveva anche provato a convincerci. Tutta questa faccenda per cui Alonso entra in Q3 da tre GP di fila, mentre lui si fa beffare per più o meno decimi di secondo, stava iniziando a far parlare molti. Soprattutto quelli che ritengono che ormai abbia superato i limiti d’età, mentre Fernando Alonso, che è di pochi mesi più giovane, si ancora il più veloce pilota in pista. Il più grande pilota degli ultimi 150 anni, oserei dire. Non è che Button ne sia convinto, però i dubbi sorgono davanti a certi risultati. La verità, possiamo dirla, è anche quella che Alonso, per quanto sfondi da tre gp di fila la Q3, non si è mai piazzato meglio che 10°, bruciando gomme come se non ci fosse un domani e non parcheggiando mai così distante dal suo compagno di squadra. Per tentare di salvare la faccia, insomma, Jenson Button l’ha buttata sulla strategia gomme: essersi fermato alla Q2 gli ha permesso una diversa strategia che avrebbe pagato sicuramente in pista.... ed in quei 10 giri che ha percorso, in effetti, pareva anche che avesse ragione. Non lo sapremo mai. 
4. Massa game over. Ad un certo punto, Massa si reca ai box e si ferma. Parcheggia la vettura e scende. La gara per lui è finita, ma a nessuno importa veramente.
5. Ricciardo ed il nuovo pit fail. Voci di mercato vogliono che Ricciardo dopo Monaco fosse leggermente contrariato dal suo team e da quegli incapaci ai box che non hanno trovato le gomme giuste al momento giusto e abbia tratto questo come spunto per considerare seriamente alcune offerte giunte dalla concorrenza. Non ho idea di quale sia la posizione del team a riguardo ma, se quale conseguenza per la seconda volta di seguito sono riusciti a far mancare la gomma giusta al momento giusto, forse forse è andata meglio a Kvyat, declassato in Toro Rosso, ma con quattro gomme sotto il sedere.
6. Alonso vuole fermarsi. Ho già espresso più volte la mia stima e la mia ammirazione per l’addetto stampa di Fernando Alonso. Fa un lavorone e mi auguro che lo paghino abbastanza. Perchè se lo merita. A cinque giri dalla fine, dopo aver passato un intera gara in penombra, se ne esce fuori con un mi posso fermare? Dal box lo rimettono in riga: resta dove sei e non rompere. Il web impazzisce, il giorno dopo anche la carta stampata non sarà da meno. Tutti gli danno contro, tutti citano il povero Vandoorne, fermo ai box con una cuffia in testa: se Alonso si vuole fermare lo faccia definitivamente, smolli quel volante a Stoffel e si tolga dai piedi. Qualcuno menziona anche lo spropositato compenso che si porta a casa alla fine del mese, facendo notare che, per quelle cifre ti potrebbe andar bene anche raschiare il fondo del barile (che poi è poco più di quanto faceva l’anno scorso). Mentre tutti gli davano contro, però, spunta l’addetto stampa lungimirante che, converte quel tentativo di ammutinamento in un gesto coraggioso ed intrepido, al quale il muretto ha voluto tarpare le ali. Insomma, è andata a finire che, in realtà, non intendeva stop-stop, ma pit-stop. Capito, no? Voleva (a cinque giri dalla fine) cambiare gomme.
7. Verstappen vs Rosberg. Di tutta la rimonta fatta in pista da quella povera vittima sacrificale di Nico Rosberg, credo che la cosa che abbia lasciato maggiormente l’amaro in bocca ai soliti noti sia stata la fase finale: l’interminabile momento in cui il tedesco ha provato con tutta la sua volontà di scavalcare anche il pivello e, per buona parte, non ci sia riuscito. Ha lavorato, ha faticato, ci si è avvicinato, poi l’ha riperso, infine l’ha ritrovato e, dulcis in fundo, l’ha sorpassato. Un momento di gloria durato un lampo, perchè prima ancora di aver concluso la curva era già finito per violette perdendo la posizione e la dignità. Perchè per un solo istante abbiamo anche potuto immaginare, e la prospettiva era quello che ci suggeriva, che fosse rimasto coinvolto in una manovra mal fatta del giovane Versbatten, ansioso di rimanere in carreggiata. Poi la prospettiva è cambiata e quello che è stato chiaro a tutti è che Rosberg sia scivolato d’impiedi. Da solo. Senza che nessuno lo toccasse, lo sfiorasse, gli pensasse. Semplicemente la vettura gli è scivolata un po’ più in là ed ha dovuto ringraziare il cielo che non sopraggiungesse qualcun altro a portargli via anche quel poco che gli rimaneva. Aggiungo che, a questo punto dei giochi, Hamilton è a soli 9 punti di vantaggio. Urge fare qualcosa. 
8. La strategia gomme Ferrari. Non venitemi a dire che siete delusi, perchè non ci credo. La delusione si deve avere quando una persona ha legittimamente aspettativa che le cose possano andare bene, per il verso giusto, ed ovvio che ci rimanga male quando invece le cose vanno nel senso opposto. Non venitemi a dire che era legittimo aspettarsi che in Ferrari azzeccassero una strategia gomme, perchè non ce la possono fare dai tempi di Schumacher. E non dico quando Schumacher si improvvisò esperto del tempo e fece montare le gomme da bagnato sotto un sole splendente a Kimi Raikkonen, che, per forza di cose, le bruciò in 3 giri netti. Parlo proprio di quando Schumacher era ancora, per la prima volta, un pilota. Ecco. Già allora in Ferrari non erano in grado. Però c’era Ross Brawn che faceva la differenza.
Ciò a cui abbiamo assistito è qualcosa di intellettualmente tanto illogico da far venire il latte alle ginocchia anche a chi non tifa Ferrari, però sta li a guardare quello che combinano. Insomma, è andata così. Vettel parte bene, beffa i Mercedes, come si è detto sopra, e si mette in prima posizione. Dopo un po’ si ferma per cambiare gomme, il momento potrebbe non essere il migliore ma, poco male, perchè poco dopo si ferma anche Hamilton e il ferrarista recupera la vetta della corsa. Però le cose sono note a tutti: Hamilton ha una strategia ad una sola sosta, se Vettel pretende di tenere la propria posizione non può fare quello che ha programmato fino a quel momento, perchè rifermandosi finisce dietro per forza. O montava un set di gomme diverse e modificava la propria strategia per stare anch’egli sull’una sosta o… o non lo so. Perchè io passo le mie domeniche sul divano, sapessi fare ‘ste cose spenderei meglio il mio tempo. Però i geniacci al muro ferrari ne erano certi: rientrare, regalare il primo posto ad Hamilton e riandarlo a prendere prima della fine della gara. Come se raggiungere chi sta davanti a te e superarlo fosse la stessa cosa. Come se raggiungerlo fosse scontato. Ed infatti non è stato così proprio per niente. Vettel è rientrato in pista al 37esimo giro a sei secondi abbondanti di distanza da Hamilton, ha finito la sua gara al 70esimo a sei secondi abbondanti da Hamilton. Mettici pure che ogni tanto si è pure fermato a guardare gli asini che volano ma, nel complesso, non ha guadagnato un accidente. Non solo, ha regalato alla Mercedes la gara. Come se ne avessero bisogno. 
9. I gabbiani di Sebastian Vettel. Una delle cose più divertente dell’intero week end, per non parlare degli ultimi week ends, è stata la ricerca dei gabbiani di Seb Vettel. Dopo la fine della gara qualcuno gli ha detto: come è possibile che sei finito per violette più te di Heidi? Che ti è passato per la testa? Lui: mi sono distratto guardando i gabbiani. E scoppiarono grasse risate. Chi pensava ad una scusa, chi credeva che avesse mal capito il suggerimento dell’addetto stampa (leggasi quanto detto per Fernando Alonso). E più la gente rideva, più lui continuava ad insistere, aggiungendo dettagli, aggiungendo il riferimento della curva 1, ricordando che era il giro dopo la Virtual Safety Car, che però è entrata in funzione al decimo giro, quindi ancora non si spiega perchè durante gli ultimi 30 non sia stato in grado di cavare un ragno dal buco. Però alla fine i fatti gli hanno dato ragione: i gabbiani erano proprio lì, a guardarlo arrivare, senza spostarsi di un centimetro, costringendolo a cambiare leggermente la traiettoria. Tenero Ham quando lo ha guardato e detto: hai a cuore gli animali! 
10. Bottas a podio. E nessuno se ne è accorto. Ah sì. Perchè è risaltato maggiormente Verstappen quarto che Bottas terzo. Poverino. Credo che terminerà la carriera come un Heidfeld qualsiasi. 

1 commento:

  1. Oh my Stoffel, quella foto di Bottas è moooooolto inquietante.
    Però le papere girate di profilo sono molto più inquietanti. XD

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