lunedì 6 giugno 2016

I dieci fatti buffi di Monaco 2016

1. La partenza in regime di Safety Car. Questo avrebbe dovuto essere il segnale su come sarebbe andato il resto della gara: un casino indecifrabile. Vi sono veramente poche certezze sul gran premio di Monaco, ma anche i bambini sanno che se si parte in pole già ci si è portati a casa mezza vittoria, che i sorpassi sono praticamente impossibili e che ciò che conta è la partenza. Perchè se si parte male non vi sono molte occasioni di recupero. Elemento positivo: piove. Nessuno ci contava più, almeno agita un po' la situazione. Ricciardo ne avrebbe potuto fare a meno di circostanza in grado di agitare la situazione. Elemento negativo: la direzione gara decide che piove "troppo" perchè si faccia una partenza tradizionale e alle vetture viene dato il lancio in regime di safety car. Una cosa che non ha senso. Perchè di partire non te lo ordina il medico, si potrebbe anche aspettare ancora un po'. Eppure no. Si parte e non si ha modo neanche di sfruttare la partenza per smuoversi dalla piazza in cui ci si ritrova. Ricciardo ringrazia, perchè almeno non è stato attaccato al via. Qualche giro di gloria non lo si nega a nessuno. 
2. La lunga fila di iatture di Lewis Hamilton. Per un attimo, un attimo soltanto si è potuto pensare che la lunga fila di iatture di Lewis Hamilton non si fosse ancora conclusa. Le cose sono andate più o meno così: sabato, qualifica. Due fasi di qualifiche andate lisce, si deve scendere in pista per la Q3. Lewis Hamilton è davanti ad un piccolo trenino di vetture in pit lane, ad un certo punto rallent tutti, agonizza, si accascia in un angolo e la regia probabilmente ci risparmia la dose di parole brutte che devono essere uscite dalla sua bocca. I meccanici corrono all'impazata verso la sua vettura, la trainano a braccia fino al box, sistemano quel che c'è da sistemare e riescono a lanciarlo in pista prima che sia troppo tardi. Porta a termine un giro soltanto e si piazza terzo. In effetti sarebbe potuta andare peggio. Per domenica un grande interrogativo pendeva sopra la sua testa: la vettura reggerà fino alla fine? La storia oggi ci dice di sì.
3. La gara Meh di Nico Rosberg. Con Lewis in difficoltà, Rosberg avrebbe potuto seriamente tentare di prendere il volo e lasciarselo alle spalle. Al momento sulle sue spalle quattro vittorie e uno strike a Barcellona. Trattandosi di uno strike di gruppo, non è che pesi più di tanto nell'ottica del confronto con il proprio compagno di squadra. Avrebbe potuto infilare qualche vettura tra sè e l'altro. Invece no. Come si sul dire, quello che è stato infilato è stato proprio lui. In qualifica non ha fatto meglio di Ricciardo. In gara ha fatto da tappo verso tutti per un numero imbarazzante di giri. Le stesse prestazioni in gara di una McLaren. Fortunatamente ad un certo punto ha avuto la decenza di togliersi di mezzo, far passare Hamilton ed aspettare che il fato avesse la meglio su di sè. E' andato a finire settimo, avvilito e sconfitto. Non ho ancora avuto il cuore di guardare il Vlog post gara.
4. Raikkonen out con disastro. Qualcuno, sull'internet, è solito chiamarla lack of motivation
Io non so se Raikkonen proprio non ne ha più voglia o se lo faccia apposta. Se gli hanno detto che il suo compito è quello di giungere sino alla fine della stagione o se ci prova, ma con quella panza che fa zavorra la vettura proprio non riesce a fare di meglio. In questo GP di Monaco è parso però davvero confuso. Non ha tenuto la vettura in pista sul bagnato, ha tentato di rimnettersi in careggiata in un modo tale che, per poco, non ha fatto fuori due piccioni con una fava, si è buttato in galleria con l'alettone rotto e penzolante, cosa che se l'avesse perso per strada proprio in quel punto avrebbe fatto una strage, per poi realizzare che la vettura ne aveva fin troppe per proseguire ed abbandonarla in un antro, poco più in là. I commissari non hanno ritenuto eccessivamente pericolosa la condotta, tanto da non necessitare di sanzionarlo, in ogni caso Grosjean (uno dei due piccioni che è stato colpito dalla fava) non l'ha presa bene.
5. Versbatten. Tutti gli occhi erano puntati su di lui. 
Dopo il colpaccio spagnolo (quello della gara che è stata anullata, alla stessa maniera del Sanremo vinto dagli Avion Travel) avrebbe dovuto tentare di confermare al proprio pubblico che non è stata tutta fortuna. Insomma, in Spagna di fortuna ne ha avuta abbastanza, ma che forse in fondo in fondo c'è davvero qualcosa di buono da salvare? Dopo essere finito a muro per tre volte nel giro di due giorni, il suo stesso pubblico incomincia a porsi degli interrogativi. Mentr suo padre l'ha messo in castigo: a letto senza cena.
6. Il pasticciaccio brutto delle gomme di Daniel Ricciardo. Dopo aver visto Verstappen vincere, Daniel Ricciardo deve aver capito cos'ha provato Sebastian Vettel un paio d'anni fa, quando la Mercedes trionfava senza lasciare spazio agli altri, quando proprio Ricciardo (appena approdato nel team) si è portato a casa tre vittorie, lasciando il compagno di squadra (quattro volte campione del mondo) a bocca asciutta. Probabilmente avrebbe voluto tentare immediatamente di ribattere, senza lasciare la situazione stagnare per troppo tempo, e la pole positon del sabato prometteva assolutamente molto bene. Visti gli eventi fortuiti della gara per qualche istante deve anche aver pensato che fosse giunto per davvero il proprio momento, che avrebbe potuto lasciare i rivali alle spalle. Ed invece no. Perchè al millesimo cambio gomme, è rientrato per la propria sosta... ma non ha trovato le gomme ad attenderlo. Tutti i team erano in fibrillazione. Tutti i team in quell'istante non capivano che cosa avrebbero dovuto fare, se tenere le gomme da bagnato ancora per un po', se passare prima dalle intermedie o puntare direttamente alle gomem da asciutto. Le indecisioni sono state diaboliche per tutti, per Ricciardo sono state letali, perchè per pochi secondi (meno della metà di quelli cha ha passato in attesa delle sue gomme al box) Hamilton gli ha fregato la posizione e se la è tenuta fino alla fine. Qui c'è qualcuno che porta sfiga.
7. Magnussen e Palmer dallo sfasciacarrozze. Le notizie vogliono che Palmer sia sotto investigazione da parte del proprio team ancora indeciso se tenerselo fino alla fine della stagione. Io non so se anche Magnussen sia sotto la medesima lente di ingrandimento, di fatto è stato possibile contare che, per essere solo due piloti, sono stati in grado di far ricostruire circa quattro vetture ai propri meccanici. In un solo week end. Non c'è muretto contro il quale non ci siamo andati a scartavetrare, non c'è componente meccanico che non è stato sostituito almeno una volta. E poi dicevano di Maldonado. Se Palmer è finito a muro non appena è stato lasciato da solo in pista sotto l'acqua, Magnussen ha fatto il bis: prima coinvolto in un incidente con Kvyat (dacci oggi il nostro capro espiatorio quotidiano), poi tutto da solo, perchè il lavoro al primo tentativo non gli era venuto bene come avrebbe sperato.
8. Sauber e gli ordini di scuderia. Non è chiaro a nessuno che cosa avessero in mente quelli della Sauber quando hanno dato l'oridne di scuderia ai loro due piloti di invertirsi le posizioni. Erano ultimo e penultimo, rispettivamente, cosa speravano? Che qualcuno potesse rimontare? Che qualcuno potesse seriamente fare la differenza? In effetti la differenza la hanno fatta, hanno proprio lasciato il segno, l'uno nella fiancata dell'altro. Io non sono molto abile alla guida, credo si sia capito. Ho preso la patente a 18 anni e mi sono stupita moltissimo quando hanno comunque deciso di rinnovarmela dopo 10 anni. Nel mio piccolo però ho un'abilità: so di non essere in grado di guidare, so di non essere molto abile e, al momento giusto mi so fare piccola piccola, mi metto da un lato e faccio passare gli altri. Perchè non è molto difficile, basta solo mettersi da un lato. Senza pretendere di fare acrobazie e procedere per la propria strada. Qui qualcuno non è stato in grado di portare a termine neanche questa elementare operazione.
9. Perez a podio! Dopo tutta questa serie di eventi, dopo aver visto risolversi in un modo o nell'altra tutta la faccenda tra Ricciardo ed Hamilton e dopo aver visto tutti quelli nelle retrovie che si accartocciavano tra di loro, credo che in molti siano quelli che hanno perso il punto della situazione con tutti gli altri rimasti in pista. In molti abbiamo tenuto il conto degli eliminati, ma dietro a Ricciardo cosa stava accadendo? C'era Perez, chissà da dove sbucato fuori. Non lo scopriremo mai, nel frattempo qualche simpaticone amante degli statisticoni ha calcolato che da quando ha abbandonato (eufemismo!!) la McLaren lui personalmente ha guadagnato più podi di quanti non ne abbia guardagnato l'intero team.
10. Alonso, quintolo a sua insaputa. Da queste parti ci dev'essere qualcosa legato al karma. O comunque a qualche elemento sovrannaturale di questo tipo. Non c'è altra soluzione. Passano gli anni, passano le ere, passano le scuderie rampanti, ma, quando gli va bene, Alonso sempre quintolo si ritrova.

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