venerdì 29 luglio 2016

Ungheria 2016 - Gara

Sabato, in qualifica, quelli della Mercedes hanno provato a farci credere che i rapporti tra hamilton e Rosberg fossero più distesi che mai. In realtà quello a cui abbiamo assistito è stato un Rosberg che, pur di andare a pole, si è impegnato il primo figlio maschio ed un Hamilton che, secondo i soliti ben informati, ha speso ben più di una parola con i commissari perchè quella pole di Rosberg fosse fatta fuori ex lege e gli fosse data la prima piazza di diritto. 
Domenica, in gara, quelli della Mercedes hanno provato a farci credere che non vi sia alcun ordine dall'alto a guidare come due marionette l'operato di Rosberg ed Hamilton. In realtà quello a cui abbiamo visto è stato un bisticcio composto in partenza, come a voler dimostrare che se ci si impegna è anche possibile non farsi fuori la fiancata alla prima curva ed una gara interamente in scia per quello che, dalle fasi iniziali, è andato in testa. Quindi Hamilton. Anzi. Aggiungo. Per tutto il corso della gara, a tratti, Rosberg è stato ben sotto il secondo di distanza da Hamilton, solo che non ha fatto un granchè per sorpassare. Perchè non ci sono ordini di scuderia. Per tutto il corso della gara Hamiton ha permesso che Rosberg gli arrivasse a meno di un secondo, ma non è mai parso particolarmente preoccupato, anzi, è come se glielo lasciasse fare, come se sapesse che non sarebbe stata una minaccia. Perchè non ci sono ordini di scuderia. Tutto questo è piuttosto vergognoso. Perchè c'è stato veramente un momento in cui ho creduto alle parole della Mercedes, e me ne vergogno. Un momento in cui ho creduto che avrei potuto assistere ad una bella gara tra Hamilton e Rosberg, in cui ho sperato che il risultato non fosse già definito alla seconda curva, in cui ho desiderato che non mi stessero facendo buttare via due ore della mia vita. 
Sì, per la cronaca, buttate via. In toto. 
Ma parliamo d'altro. Parliamo di chi riempie sempre il mio cuore di gioia. Ovviamente lui: sir Jenson Button, eroe dei due mondi, anche se dall'ultima fila.
Le cose in casa McLaren non erano neanche partite molto male. Durante il sabato erano riusciti entrambi a portarsi a casa una fetta di top 10, questo lo ricordiamo in molti. Soprattutto quelli della Ferrari addolorati dal fatto che non ci fossero anche due vetture rosse nei dintorni. Alonso settimo, Button fermato nel suo giro veloce dal testacoda del suo stesso compagno di squadra ed assestatosi ottavo. Anche le partenze non sono andate affatto male. Poi Button inizia ad avere dei problemi, la vettura non va, non ce la fa, rallenta, pare rassegnato a doversi fermare mentre sfila tutti gli altri e si accoccola in ultima piazza. Dai box fanno il miracolo e gli dicono al volo stai fuori! La risposta dell'inglese entrerà negli annali: Fantastic! Anche se sembrava più sarcastico che entusiasta. Comunque da annali. In quel momento alta commissione dei sapienti lo mettono sotto investigazione: si è parlato troppo via radio. Jenson ha anche tempo di mettersi a fare il sindacalista era una comunicazione di sicurezza! ma dall'alto non ci sentono. E lo puniscono con un drive trough che taglia del tutto le gambe ad un eventuale recupero e lo fa arretrare dalla sua ultima posizione ad altra ultima posizione. In ogni caso, anche questo non lo abbatte. Continua a correre una gara contro se se stesso, un intero gran premio disputato e gloriosamente contro Pippo Massa e qualche Sauber a casaccio, le uniche vetture che ancora bazzicavano nelle sue stesse zone. A 10 giri dalla fine la vettura lo abbandona del tutto ed è costretto al ritiro definitivo, senza onore e senza gloria, quando è stato l'unico ad aver allietato un po' gli animi.
No, perchè se avessimo aspettato che la Ferrari arrivasse al galoppo (del cavallino rampante, ovviamente) a salvarci dalla noia saremmo ancora lì ad aspettare.  Mentre Vettel è stato per l'intera gara sul punto del ma ora recupera, stiamo calmi! Raikkonen stava tentando di dimostrare di meritare il rinnovo. Il problema è che non c'è riuscito. Mezza gara trascorsa dietro a Verstappen nel tentativo di sorpassarlo ... ma riuscendo solo a farsi fuori mezzo muso.

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