lunedì 5 settembre 2016

Gran Premio Italia 2016 - Intro

Certe volte pare che me lo facciano a posta. Proprio così. Dopo mesi di ritardo riesco finalmente a concludere il recap definitivo dei gossip dell’estate. Lo concludo, lo correggo, verifico gli aggiornamenti dell’ultimo minuto e finalmente lo pubblico. Per fortuna che c’è l’orario di pubblicazione! Un’ora dopo arriva qualcuno che mi scompiglia tutte le carte in tavola, che prende metà del mio post e decide che ne posso fare tranquillamente carta da macero. Per fortuna è tutto on line. Un’ora dopo il mio post di congetture e supercazzole varie sul futuro di Jenson Button… eccolo dichiarare al mondo le sue intenzioni, rendendo vano ogni mio tentativo di premonizione.
Tuttavia credo di poter riprendere quanto avevo scritto e dimostrare al mondo che, in fondo, un po’ di ragione la avevo anch’io. Un po’.
“Il momento della verità è vicino. Forse meno di quanto immaginiamo”
Ed ora vi spiego il perchè.
“Pare piuttosto evidente, anche da una ignorante visione della gestione social del team, che Vandoorne sia più dentro che fuori. Il suo faccione è un po' ovunque, sponsorizzato a qualunque evento, quasi più di quello dei due piloti ufficiali. Qua ce lo vogliono far stare simpatico, non ci sono dubbi“
Per farlo atterrare a Monza a far bella mostra di sè doveva esserci una ragione. Vedi conferenza stampa più triste di sempre e firma del contratto in social-visione.
Alonso ha contratto ancora per un anno, Button no. Alonso ne ha piene le palle di stare a grattare il fondo del barile, Button sta seriamente valutando l'idea di andare in Williams, l'unico team che in questo esatto momento storico va peggio delle McLaren.”
L’ha seriamente valutata, non diciamo di no. Questa faccenda che una gara sì ed una no la Williams perde colpi probabilmente deve averlo convinto definitivamente a lasciar perdere l’umiliazione finale e tirarsi fuori da tutto con dignità. Un finale alla David Coulthard non lo si augura a nessuno, credo.
“Questo non ha mai avuto una vita lontano dalla Formula 1: non sa che altro fare.”
Che poi è la stessa cosa che ha detto lui… ma per motivare la necessità di un anno sabbatico.
“Se Alonso per una volta decidesse di voler prendere la situazione in mano, smetterla di fare minacce e dare un seguito alle proprie parole, potrebbe abbandonare per davvero la nave che affonda un anno prima. A quel punto non ci sarebbe nulla ad ostacolare un ipotetico team Vandoorne - Button. Anche perchè due piloti nuovi di zecca da piazzare in auto non credo che li abbiano in panchina.”
Ed ecco il vero perchè del fantasioso contrattino di due anni come pilota che potrebbe tornare a salire in macchina se proprio proprio ve ne fosse la necessità. Circostanza che, oggettivamente, difficilmente si realizzerebbe… a meno che Alonso non decidesse di tirarsi fuori alla fine dell’anno. E’ dall’inizio della stagione, forse addirittura da quella passata, parentesi di luce sulla via di Montmelò a parte, che minaccia di abbandonare la nave che affonda. Non che qualcuno gli stia urlando di salire a bordo, cazzo! però non se ne va. Perchè in fondo lo sa di far parte del gruppetto geriatrico anche lui, perchè in fondo lo sa di non avere alcun team che fa carte false per averlo alle sue spalle, perchè in fondo nel ruolo della vittima ci si trova bene. In ogni caso la McLaren deve aver sentito la necessità di pararsi le spalle e portarsi avanti con il lavoro.
Quindi, si torna alla citazione numero 1. Quella del momento della verità che è vicino, ma forse no. Perchè quello che agli occhi del mondo, al momento, sembra essere un ritiro camuffato da contentino al povero vecchio, al momento giusto, tra qualche gara o tra qualche mese, potrebbe non essere più un vero ritiro. Per non parlare del fatto che Alonso in McLaren ha sempre avuto questa tentenza suicida \ autolesionista che di tanto in tanto richiede la necessità che qualche terzo pilota intervenga in sua precaria sostituzione finchè non si rimette in piedi.
In caso opposto, a Button non resterebbe altro da fare che “l’esperto della pioggia” di turno, un po’ come capitò a Schumacher la prima volta che si ritirò dalle corse. Sì, mi riferisco proprio alla volta in cui fece montare su Raikkonen le gomme da pioggia forte sotto un sole cocente… gomme che finirono bruciate in 3 giri netti, un po’ come la carriera di Schumacher quale “esperto della pioggia”.
In ogni caso, al momento, e dico proprio ora, non tra un’ora, quando il post sarà già stato pubblicato e io sarò rimasta beffata un’altra volta, non possiamo ancora sapere con precisione quale sarà il futuro di Jenson Button. Se riuscirà a salire in macchina un’altra volta o se ingrasserà talmente tanto che, anche con la buona volontà, non sarebbe in grado di farlo. Una cosa è certa: in un solo week end ci siamo giocati due vecchie glorie, il gruppetto geriatria è sensibilmente ridotto e, per dire, questo è stato l’aspetto più interessante dell’intero week end.

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