mercoledì 21 settembre 2016

I dieci fatti buffi di Singapore 2016

1. Il lucertolone. Perche poi sono io che stresso sempre l'animo al mio prossimo con questa faccenda della scolarizzazione necessaria. Che, a fin dei conti, non è che sia proprio una mia idea, non è che me la sono sognata la scorsa notte ed ho offerto l'epifania al mio prossimo. Però c'è sempre chi insinua che sia una mia fissazione, solo perchè pretendo che il mio prossimo abbia un livello di scolarizzazione sufficiente da meritarsi di starmi intorno. Non che ci sia da discriminare tutti quelli che non sono laureati, però pretendo che il mio medico lo sia. Non che andare oltre alla terza media sia un imperativo categorico, però poi gli strumenti con i quali ti devi rapportare nella vita devono essere quelli che sai gestire. Invece siamo qua, con dei piloti di Formula 1, che dovrebbero approcciarsi alla vita con un minima, non molta, ma quantomeno adeguata, conoscenza e familiarità di principi della fisica, che si basano sull'istinto. Che l'istinto, ammettiamolo, alla guida è fondamentale. E' fondamentale per chiunque di noi alla mattina esca di casa e salti sullo scooter quando ha ancora gli occhi impastati ed arrivi a lavoro sano e salvo in ogni caso. Però se si fa affidamento solo sull'istinto non stupiamoci di arrivare a dei risultati come quelli belgi. E non lamentiamoci. E non lamentiamoci neanche quando a tagliare la pista c'è una lucertola gigante. Perchè se quella è una lucertola gigante io sono Naomi Campbel: ho due braccia, due gambe e dei capelli lunghi anch'io... però non ci assomigliamo per niente. Forse è l'abbronzatura che mi frega.
2. La vittoria di Nico Rosberg. Partito in pole position, giunto primo. Una Mercedes vince non è di certo la notizia del secolo. Non lo è neanche l'idea che a vincere sia Rosberg, giunto al suo 200esimo gran premio, a questo punto della carriera, qualche soddisfazione ormai se la è tolta. Però questa vittoria ha significato qualcosa in più di una semplice vittoria: ha significato 8 punti in più di Hamilton nella classifica iridata. Ha riportato la speranza.
3. Il secondo posto di Ricciardo... che voleva vincere. Voleva vincere, forse poteva vincere. Non ne sono certa. Se la gara fosse durata un quarto d'ora in più. Però mi sembra già durata abbastanza perchè quello che doveva accadere accadesse. Non mi si venga a dire che non c'è stato tempo perchè durante il Gran Premio di Singapore c'è tempo per questo e per altro. Però altro podio per lui, altra bella gara. Forse un giorno arriverà anche la sua occasione.
4. Hamilton terzo e polemico. A volte ho come l'impressione che Hamilton sia ricaduto nel vorticoso circolo in cui si trovava ai tempi della Pussicat Doll. Questo week end è parso semplicemente sottotono, si è comportato come il vecchio se stesso al sabato in qualifica quando ha perso la prima fila per un errore in qualifica, in gara non ha dato il meglio di sè. Sembrano lontani i tempi in cui si metteva a smanettare con tutte le rotelle sul volante per fare in modo di recuperare il recuperabile prima della bandiera a scacchi. Qui invece si è messo a compiere altri errori, altre piccole inessattezze che per poco non gli costavano anche la terza piazza. Meno sei gare dalla fine, meno 8 punti da Rosberg.
5. La mischia iniziale. Di quello che è successosi è capito poco. Di quel poco che si è capito io mi impegno a lasciare traccia su questo blog. Verstappen, quarto sulla griglia di partenza, non è partito benissimo. Ha rallentato quindi quelli dietro che (ben in due) tentavano di superarlo al via ma si sono schiantati tra di loro. Risultato finale Verstappen sesto, Hulkenberg al muro, Sainz contuso, Button e Bottas incidentati indiretti. Inizialmente sono sembrati i meno feriti della situazione, giusto una incipriata al naso e hanno avuto modo di rientrare in pista senza troppi ritardi. In realtà hanno trascorso 2\3 di gara in fondo allo schieramento a competere in una gara a parte fino al ritiro.
6. Kvyat vs Verstappen. Momenti in cui vale persino la pena di rivedere la formula uno ed impegnare un pomeriggio sul divano ad urlare per questo o quel pilota. Una battaglia per l'ottava posizione che è valsa una intera gara, una lotta all'ultimo sangue tra Kvyat - che non ha trattenuto un solo colpo pur di non darla vinta a quello dietro - e Verstappen - che incapace a compiere il sorpasso ha sperato in un ordine dal muretto. Probabilmente crede già che al suo passaggio le acque si debbano aprire per lasciarlo passare in tutta tranquillità. Eppure Kvyat non ha ceduto. Ed ha vinto la battaglia. Alla faccia del nano presuntuoso. L'ho già detto che Verstappen is the new Alonso?
7. Vettel quintolo e soddisfatto. Gara decisamente in salita la sua. Partita male sin da subito, partita male sin dal sabato, quando per un problema tecnico la vettura segna dei tempi imbarazzanti ma ancora più imbarazzante è il tempo in cui questa vettura viene lasciata in pista a tirarsi addosso infamie e crudeltà. C'è chi sostiene che sarebbe potuto rientrare molto prima in modo di dare abbastanza tempo ai meccanici di mettere le mani sulla vettura e tentare di risbatterla in pista prima che fosse troppo tardi. Le cose però sono andate in modo diverso, nessuno sa se mai la macchina sarebbe potuta rientrare ed evitarsi la vergogna dell'ultima fila... però così è stato. Ultima posizione in griglia fu, una gara tutta in salita, tutta in rimonta, culminata in una quinta piazza per la quale andare orgogliosi. Pare che per la prima volta dall'inizio della stagione abbia vinto il grande sondaggione presente sul sito ufficiale della Formula 1, quello sul pilota del giorno. Pare anche che sia l'unica cosa che abbia vinto dall'inizio di questa stagione. Son soddisfazioni.
8. Quel fantastico sorpasso di Raikkonen su Hamilton. In preda ai deliri di onnipotenza qualcuno ha urlato alla magnificenza nel momento in cui Raikkonen ha superato Hamilton prendendosi, per circa quattro secondi netti, la terza piazza in gara. Io amo Raikkonen, non ditelo a Minttu, perchè è alta il doppio di me e non potrei mai reggere il colpo con dignità se mi tirasse una pizza in faccia. Dicevo, io amo Raikkonen... ma possiamo ridimensionare l'entusiamo, per favore, davanti all'evidenza che il fantastico sorpasso su Hamilton è seguito ad un evidente errore di Hamilton che, andato largo, ha perso terreno e lo ha sostanzialmente lasciato passare?
9. Il commissario suicida. Pretendo di sapere cosa si prova, che cosa ti passa per la mente, quando ti ritrovi da solo pista e ti rendi conto che da lontanto ti sta arrivando incontro una vettura a 300 km\h. Che poi a 300 km\h non appena ti rendi conto che sta arrivando da lontano, in realtà, è già vicino. In fin dei conti, non si sa bene cosa sia mancato nell'organizzazione di Singapore, non si saprà mai se il Tizio fosse ancora convinto che la safety Car fosse in pista o se è la Safety che è rientrata troppo presto, però è andato tutto bene: nessun incidente macabro all'orizzonte, pratica archiviata a tarallucci e vino.

10. I miei momenti di gloria e quel sarcasmo non compreso. 
Uno dei miei sport preferiti dall'era dei tempi, più o meno da quando sono entrata nell'età della ragione, è quello di stare sul divano la domenica pomeriggio ed insultare la telecronaca Rai. Perchè sì, quando sono entrata nell'età della ragione Mazzoni era già lì, a ricordarci che la Bus Stop si chiama così perchè prima c'era veramente una fermata dell'autobus. Chi lo avrebbe mai immaginato. Insomma, la voce di Mazzoni e le domande sciocche di Stella Bruno mi ronzano nella mente da sempre e probabilmente hanno influito sul mio sviluppo. Circostanza che, alla fin fine, spiega un sacco di cose. L'era di internet tende, anche quando non c'è dietro un piano diabolico, a trasportare quello che normalmente accadrebbe sul divano di casa tua sui social network. Ed è così che, mentre uno sfoglia twitter per vedere cosa si dice di bello, giusto per ammazzare la noia di una gara insipida, ti capita davanti un commento - autorevole - non fatto uno che come me commenta dal divano di casa sua - leggermente fuori da ogni logica. Neanche una di quelle sparate alla "fantastico sorpasso di Raikkonen", perchè alla mancanza di sportività ed obiettività ci abbiamo già fatto l'abitudine da un pezzo. Si trattava di un'azione fatta da Grosjean... che alla gara non ha neanche preso parte. 
Senza neanche pensarci, senza filtro tra testa e dito faccio notare al mio prossimo ma che gara stanno guardando? La domanda era lecita. Anche se molto più probabile che dietro all'errore ci fosse la solita e banale evidenza che il Team Rai, alla faccia del nostro canone, si limiti a guardare i colori delle vetture e spari nomi a casaccio. 
Alla mia domada rispondono più o meno seriamente con un Oops!  e la cosa già mi sorprende. Perchè quello è uno dei pochi momenti della vita in cui ti rendi conto che tutte le cazzate che mandi on line qualcuno le legge anche. Perchè capisci che il fiume di parole che finisce quotidiamente in rete ha anche una destinazione. O quantomeno qualcuno, lungo il percorso, ne raccoglie le tracce con un retino. 
Ma va bene così. Io ovviamente non ho idea su chi sia a gestire il profilo twitter di Rai Sport, anche perchè sono arrivati con anni di ritardo su tutti gli altri, dubito seriamente che sia qualcuno sul pezzo. Dubito anche seriamente che sia uno dei soliti noti. In ogni caso il modo di fare è familiare. Dicono tante cose, le dicono in poco più di due ore, ciò che è stato detto un minuto prima cade nel dimenticatoio un secondo dopo... e tutto questo legittima il fatto che la metà delle cose dette siano delle castronerie. O delle imprecisioni. O cose che, banalmente, non stanno ne in cielo ne in terra. Così sia. E davanti ad un errore, che ti viene fatto notare, come non reagire se non con un oops!
La mia reazione del tutto rassegnata e quasi divertita voleva essere un sarcastico vi voglio bene. Così come siete. Nonostante tutto. Mi raccomando non cambiate mai. Per la cronaca credo che non abbiano colto il sarcasmo, perchè mi hanno messo un "mi piace". Sì, quell'unico cuore a fianco al commento è il loro.

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