sabato 8 ottobre 2016

I dieci fatti buffi di Malesia 2016

1) La partenza col botto di Seb Vettel. Non si può dire che le Ferrari non facciano di tutto per farni notare. Ora, per esempio, giocano a fare Maldonado in pista. Partenza col botto, arretramento in griglia in vista della prossima gara. Ho solo io come l'impressione che questo passaggio in Ferrari stia logorando i nervi a Sebastian Vettel o è proprio così? Che poi, se non è un logoramento di nervi è pure peggio: è l'influenza cialtrona del team di Maranello che si è insinuata dentro di lui come un virus intestinale. E l'effetto per il fan Ferrari è esattamente lo stesso. Quella stessa tipica influenza che qualche annetto fa fece decidere ai grandi geni al muretto di copiare spudoratamente la strategia di Webber in pista... tra l'altro facendo vincere allo stesso Vettel il suo primo mondiale. Ora è passato dalla parte opposto della barricata: come ci si sente?
2) Il recuperone di Nico Rosberg. Il mondo è diviso in due grandi schieramenti. Da un lato quelli che ritengono che Nico Rosberg is the new Felipe Massa, l'eterno secondo anche se bravino... ma che non vincerà mai un accidente, e quelli che credono che sia tutto un grande malinteso storico. Perchè alla fine gli sarebbe bastato nascere un po' prima o un po' dopo, o insomma, non finire proprio ora proprio in team con Lewis Hamilton per fare almeno un po' di differenza. Magari non proprio 4 mondiale di seguito modello Sebastian Vettel, ma uno sparuto come suo padre non lo si nega a nessuno. Gli appartenenti a questa seconda categoria ovviamente giunti a questo punto della stagione hanno ancora la speranza che quest'anno possa essere l'anno buono, perchè ad Hamilton si offuschi un po' la buona stella e sia giunto l'attimo di Nico Rosberg. Nel momento in cui Vettel, in Malesia, gli ha preso in pieno la vettura, io, mestamente, ho temuto che fosse quello l'attimo rivelatore del fatto che anche quest'anno non s'ha da fare. O che hanno ragione quelli della prima categoria. Poi però non è morto sul colpo, ha ripreso immediatamente la marcia e, in una 20ina di giri si è riportato in zona decente. Intendiamoci, con la sua vettura sotto al sedere pure io, in Malesia, qualcosa di buono lo avrei combinato, non stiamo parlando di un recuperone epico a Montecarlo. C'è ancora un po' di tempo prima di far morire le aspettative definitivamente.
3) Il #solitoculo di Fernando Alonso. Mettiamola così: non sono una pazza visionaria. Non sono io che vedo le lucciole, Fernando Alonso ha molto, moltissimo culo. Anche questa volta lo ha dimostrato. A chi mi chiede com'è possibile che col culo che si ritrova sia 10 anni che raccoglie poco più che moscerini torno a ribadire che la sua è stata una carriera (fortunatamente) costellata di pessime scelte. Il culo che si ritrova ha sempre affiancato queste pessime scelte ed è quello che oggi fa dire a molti che sia il miglior pilota degli ultimi 150 anni. 
Perchè non venitemi a dire che non è culo partire dall'ultima posizione e ritrovarsi in due curve in undicesima piazza. Non riuscire a compiere un sorpasso che sia uno sensato su pilotini giovani ed inesperti e terminare la gara a punti. Come diavolo sia arrivato sin lì senza sorpassare resta un mistero per molti.
4) La battaglia poco epica di Ricciardo e Verstappen. C'è stato addirittura un momento della gara in cui Verstappen e Ricciardo hanno temuto di dover restare lì a raccogliere la polvere di Hamilton. Per non annoiarsi Verstappen ha deciso di voler dar battaglia a Ricciardo, forse per rievocare i fasti di Vettel e Webber in Turchia qualche annetto fa (per gli smemorati: sono finiti a mangiar polvere tutti e due). A Chris Horner sono venuti i capelli bianchi, per fortuna l'attimo è durato poco.
5) Hamilton in fumo: urla strazianti di dolore e dita leccate. Ecco, c'era il momento in cui Verstappen e Ricciardo temevano di dover restare lì a raccogliere la polvere di Hamilton... e c'è l'attimo in cui hanno visto Hamilton fare fumo ed accasciarsi al suolo ed hanno gioito. Hanno detto No al colesterolo, sì a Valsoia, hanno smesso di fare cazzate e hanno portato diligentemente a termine il colpitino. Negli stessi momenti Hamilton emetteva urla di dolore in team radio e, Nico Rosberg, passando di lì per caso, mentre tentava di fare il conto con le  dita dei punti che gli sarebbero costati lo scherzetto di Vettel, ha iniziato a leccarsi le dita. Non solo non ne avrebbe persi ma ne avrebbe pure guadagnati. Roba da non vederci più dalla fame.
6) McLarenS a punti. Da quanto tempo due McLaren, nella stessa gara, non finivano a punti? Fatti epici in questo gran premio di Malesia, che ha pure rappresentato il 300esimo GP in carriera di Jenson Button. Anche se io ho dei dubbi. Perchè stando ai soliti ben informati il 300esimo, effettivamente, scattava ai tempi del Belgio. Al computo per il grande festeggiamento, tuttavia, andavano sottratte le volte in cui la vettura, pur presentandosi in pista, non è partita. Tipo quella volta ad Indianapolis, per i ben informati quella non conta. O me le volte in cui la McLaren nell'ultimo paio d'anni lo ha lasciato a gambe all'aria. No, ma... allora perchè festeggiare due giorni prima dell'effettiva partenza? E se poi non parti che fai? Rifesteggi tutto in Giappone? Non male come idea. Oppure andava festeggiato in Belgio e basta.

7) Palmer a punto. Uno. Anche il punto, singolo, conquistato da Palmer è un piccolo fatto raro in un panorama di rarità. Lui è felice così, spera che più che un punto iridato sia un punto di sutura per l'emoragia di soldi che sta facendo spendere al team dall'inizio della stagione grazie al numero di vetture tirate a muro e glielo auguriamo. O forse no. O forse chi se ne importa di Palmer, eh? Perchè non è che possiamo portarci a casa ogni caso umano.
8) Nico Rosberg vs Kimi Raikkonen. Ho come l'impressione che Kimi Raikkonen covi in se un piccolo animo scissionista e rivoluzionario, che non ami molto la patria dalla quale derivi, pur continuando ad esserne un tipico eponente. Stavo ragionando sul fatto che, ultimamente, la maggior parte dei danni combinati in pista sono stati fatti con l'ausilio e la complicità di alti finlandesi, o mezzi finlandesi, come lui. Si ricordano ancora i tempi delle molteplici sportellate con Bottas. Sbagliando leggermente mira ma non facendo, geograficamente, molta strada, c'era il tempo in cui l'alleato era Magnussen. A questo giro è il turno di Rosberg, la cui metà tedesca probabilmente ha salvato entrambi dall'impatto e dall'imbarazzo di vedersi sfuggire tutto dalle mani, l'uno dopo una lunga rimonta come quella eseguita, l'altro nella qualità di unica Ferrari in pista bisognosa di portare acqua al sumo mulino. Tra i due solo un contatto durante un sorpasso e nessun altro danno successivo. Ciò nonostante Rosberg è stato ritenuto responsabile e punito con 10 secondi di arretramento sull'ordine di arrivo al traguardo. Che vuol dire niente, visto che ha staccato Raikkonen di almeno 15. Ma sono dettagli.
9) Il bicchiere d'acqua calda di Daniel Ricciardo. Fino a quattro secondi prima che Hamilton esplodesse, la strategia delle RedBullS era piuttosto forzata ma necessaria: tirare avanti con le gomme vecchiotte, ben oltre il limite consigliato dalla Pirelli, assumendosene tutto il rischio ma non regalando posizioni gratuitamente a quelli dietro, che avrebbero ringraziato fortemente. Poi Hamilton prende fuoco ed in RedBull non hanno capito più niente: il rischio non era più accettabile e hanno richiamato entrambi gli uomini, contemporaneamente, ai box a cambiare gomme. Una volta tornati in pista in prima e seconda posizione ai due RedbullS è giunto un messaggio subliminale, partito proprio da là dove ci si è sempre vantati di non far uso di ordini di squadra o via di seguito. Daniel beviti pure una sorsata d'acqua e guida sino alla bandiera a scacchi. Peccato che a quel punto della gara, nel teporino pomeridiano malesiano, l'acqua sia ormai piuttosto calda e l'effetto diarroico sia dietro l'angolo. Ma queste sono solo congetture di secondo piano, niente paragolabile a quello che accadrà poco dopo sul podio.
10) Salmonella is on the podium. Secondo la teoria per cui quello che vedi non esiste, io fino a questo momento ho sempre ignorato quella simpatica iniziativa intrapresa da Daniel Ricciardo quest'anno di bersi lo champagne dalla scarpa. Ovviamente non sto dicendo che sia una teoria dal qualche effettivo riscontro scientifico, però mi ci sono trovata piuttosto bene. 
La prima volta che Ricciardo ha bevuto dalla scarpa ho pensato che fosse una cosa simpatica, al limite del disgustoso, molto vicino al rivoltante, ma l'ho lasciata morire lì. Una settimana dopo è tornato sul podio, e Webber, l'intervistatore Jolly, per le volte in cui veramente veramente non riescono a trovare qualcuno di interessante da far salire su, non ha potuto fare a meno di stuzziacarlo e fargli ripetere l'impresa, con tanto di scarpa imprestata per berne un po' a sua volta. Ci si è domandati se fosse davvero davvero necessario, ma si è lasciata andare la vicenda anche la seconda volta, certi che l'estate avrebbe portato consiglio. 
A questo punto della storia umana inizio seramente a sospettare che ci stia prendendo gusto e che, a forza di fargli notare quanto è simpatico e divertente, ci porteremo avanti la tradizione nei secoli a venire, quasi sino a sperare che la meteora di Ricciardo muoia in fretta, un po' tipo Montoya. Nel frattempo a forza di ripetere la tradizione e coinvolgere della simpaticheria anche gli sventurati che dividono con lui il podio non escludo affatto di assistere a qualche Immodium Time, tra un pit stop e l'altro.

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