sabato 29 ottobre 2016

I dieci fatti buffi di Stati Uniti 2016

1) La partenza di Nico Rosberg. Alla conferenza stampa del sabato, dopo aver perso la prima piazza per pochissimo, Nico Rosberg aveva promesso che non si sarebbe fatto influenzare da quella seconda posizione. Ne era certo e le ultime gare lo avevano dimostrato: partire secondo non pregiudica di per sè la gara. Tante cose possono accadere, sperabilmente ad Hamilton. Probabilmente, però, ad influenzarlo sono stati quei 33 punti di vantaggio sul compagno di squadra: chissene del secondo posto, l'importante è arrivare alla fine della gara. L'importante è portare a casa punti, la cosa peggiore che può accadere a questo punto del campionato è proprio un DNF. Quindi partenza prudente: ha lasciato sfilare quel prepotente di Ricciardo e lasciato vincere Hamilton, va bene così. Mettiamola in ottica matematica: se Hamilton vince tutte la gare da qua alla fine della stagione, ma Rosberg gli arriva sempre secondo, il campionato è suo in ogni caso. Questo ovviamente potrebbe significare gare fiacche all'orizzonte. Oppure no.

2) La vittoria di Lewis Hamilton. Questa settimana aveva come compito unico quello di dimostrare di essere un bravo bambino, essere diligente, fare i compiti e portare a casa la gara senza rimpianti. Così è stato. Ha cucito gli strappi sui jeans, ha sistemato i capelli con il gel, ha battuto ogni record in qualifica strappando di prepotenza la prima piazza al suo compagno di sqaudra e dulcis in fundo ha portato a casa la gara senza sbavature. Ottimo direi, peccato per quella faccenda matematica di cui sopra.
3) Verstappen, che non è arrivato quarto. Mentre le Ferrari cadono nel ridicolo gara dopo gara, le RedBull si fanno prepotenti. Hanno sicuramente sviluppato la vettura in maniera tale da poter ancora dire qualcosa alla fine della stagione, senza piangere sugli allori della Mercedes. Il problema è che stanno rischiando di essere l'ostacolo agli altrui destini. Il problema è che uno come Verstappen a metà gara ha deciso con prepotenza di essere intenzionato a salire sul podio. Prepotenza e sfacciataggine ripagata poco dopo dal karma, dalla giustizia divina o da quello che volete voi. Un secondo prima era intenzionato a sfondare il DRS di Rosberg, quello dopo rientrava ai box senza che nessuno lo avesse richiamato, per poi, dulcis in fundo, veder fermarsi la vettura senza il minimo preavviso. Sportivamente, lo ammetto, è stato un brutto colpo. Avremmo potuto vedere un po' d'azione in pista, lo avremmo potuto veder compiere un altro paio di quelle manovre al limite della legalità che, comunque non avrebbero trovato la giusta sanzione per motivi che solo lui sa. Però qualcosa lo abbiamo avuto comunque: la dimostrazione che bisogna smetterla di idolatrare i bambini. Tanto più se bambini prodigio, perche per ogni sorpasso spettacolare che portano a termine in pista ce ne sono tre che superano di molto il limite del consentito, perchè per ogni gara portata a termine con successo c'è un giro di pista fatto a 20 Km\h per il puro brivido di non darsi per vinto. Questione pericolosa, ovviamente, per sè, per gli altri, per l'intera economia della vettura, alla quale avrebbe potuto danneggiare molti più elementi di quanto non sia lecito aggiustare in una settimana, e via discorrendo. 
4) Raikkonen in retromarcia. Su twitter qualcuno ha detto che vedere Raikkonen in retromarcia è stata la visione più emblematica della Ferrari di quest'anno. E' quasi giunta al termine una stagione completamente asciutta di vittorie, con una manciata scarsa di podi portati a casa ma un bottino piuttosto ghiotto di brutte figure e strafalcioni. Urge una nuova risistematina ai piani alti.

5) Vettel che sghignazza. Forse a lui non piacerà sentirselo dire ma più passa il tempo, più invecchia, più sta diventando uguale ad Alonso. Non ci sono vie di fuga. Siamo passati dall'essere un pilota prodigio che vince titoli mondiali battendo recordi anagrafici, al finire in Ferrari nella speranza di vincerne altri, arenando miseramente quinti ad oggi occasione. Tra queste è andata a maturare anche quel filo di insolenza nei team radio. Tu chiamale se vuoi, emozioni.
6) JB a punti. Dopo la sessione di qualifiche era passato dall'ordinario disappointed ad un più netto frustrated, poi la gara gli ha fortunatamente raddrizzato la giornata. Sul fatto che non ne abbia più voglia si capisce benissimo, tanto più guardando la percentuale di fancazzismo che emerge dai suoi social, interventuta a mitigare quel senso di #maiunagioia che immagino si possa provare a bordo di una McLaren. Poi però qualche gara gira anche per il verso giusto, qualche gara parte con il piede giusto, quelle gare in cui pur scattando dalla 19esima piazza, l'accesso alla zona punti non è interdetto, i sorpassi sui giovincelli intorno a sè sono possibili ed interessanti ed una mezza soddisfazione portando a casa la pagnotta la si ottiene. Perfetto. Ora prova a fare qualcosa per quella barba che non sei l'uomo delle caverne.
7) Fernando is faster than Felipe Baby. Il Texas ha galvanizzato i McLaren Boyz che, in una stessa gara, contemporaneamente, hanno tentato di fare faville. Fernando soprattutto si è cimentato in manovre ardite che difficilmente in carriera è riuscito a portare a termine: dei sorpassi. Anzi, andando a scavare nella sua memoria, ricordava benissimo che, pur non riuscendo a fare sorpassi in senso generale, con Massa gli è sempre andata bene, nei suoi confronti è sempre stato tutto facile. Come mai? Chi lo sa... in ogni caso ha deciso di replicare, con prepotenza lo ha spostato un po' più in là, lamentandosi dopo che non gli avesse lasciato abbastanza spazio. In ogni caso, a tutti quelli che oggi si lamentano del fatto che a Verstappen sia tutto concesso, li inviterei a guardare con un filo in più di attenzione alla storia di Alonso, una storia che, inutile a dirsi, tira avanti sino ai giorni nostri. 
8) Fernando is faster than Sainz too. A pochi giri dalla fine Fernando si è galvanizzato ed ha deciso di saper compiere sorpassi. Quindi ci ha riprovato con Sainz, con forza e tenacia per diplomarsi quintolo.
9) Gordon Ramsey dalle mille magliette. Premetto, io adoro Gordon Ramsey, però questa faccenda di saltare di fiore in fiore cambiando maglietta per l'occasione rischia di lasciare tutti un po' così. Così. 
10) Tanta gioia per i 100 GP di Grosjean (e la 10° piazza Haas). Tanta gioia immotivata per questo 100esimo GP del pilota francese. Ma davvero davvero davvero è un gran traguardo? E tanta tanta gioia immotivata per il decimo posto della Haas (che poi era sempre guidata da Grosjean) in Texas, ma davvero davvero davvero è un gran traguardo? Vada anche per la coincidenza tra Gp di casa per la Haas e tutte le circostanze di cui sopra... ma stiamo ancora festeggiando come se non ci fosse un domani?

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