domenica 27 novembre 2016

Abu Dhabi 2016 - Gara

Parola chiave di questo gran premio: ansia! Può essere che sia stato solo un mio personalissimo modo di vivere la vicenda, ma avevo un'ansia che non si poteva vedere. Così per tutto il tempo. Sin dal giro di ricognizione... per non parlare del momento della partenza. 
Una nota di conforto me la donava la sesta posizione di partenza di Verstappen, quantomeno non avrebbe sgomitato alla prima curva letale per le prime posizioni. Una battaglia in un secondo momento, comunque, sarebbe stata più gestibile. O magari, su mio consiglio, ad un certo punto avrebbe anche potuto pensare di lasciar perdere. 
Lewisn Hamilton partiva in pole position, mentre Rosberg era piazzato subuto dietro: rendiamo onore al merito di Lewis Hamilton. Questa pole se la è veramente guadagnata: il cronometro è dalla sua parte. Rosberg non è stato da meno... o forse solo un po', e si è accontentato della seconda posizione. Ma la cosa è così da quattro gare a questa parte: non ha bisogno di vincere, non vuole vincere. Sapeva che stare in prima posizione avrebbe significato subire gli attacchi di Hamilton, dalla seconda piazza la situazione si rende più gestibile. Tranne quando sono quelli dietro a volere la tua testa sul vassoio d'argento. 
-:-
Parliamoci chiaro: sono abbastanza vecchia da aver visto altre ultime gare del mondiale con assegnazione del titolo sul filo del rasoio. Sarà una mia cospirazione ma non mi ricordo affatto un simile accanimento, da parte di altri piloti in gara, per il proprio piazzamento. Certamente si è assistito ad altri piloti che hanno influenzato il risultato finale o che ci hanno provato: is that Glock? Ma anche Schumacher, quanto lasciò passare Vettel nel gran premio del Brasile 2012. Nessuno gli disse che Vettel era già matematicamente campione ma, nel dubbio, gli regalò la sua sesta posizione. Ma nessuno di questi ha tentato di falciare un contendente al titolo a favore di un proprio piazzamento. E' l'ultima gara dell'anno, accidenti, cosa altro hai da dimostrare? Qua, invece, le Red Bull non parevano affatto essere di quest'opinione. Forse anche le Ferrari, ma non ci ho creduto veramente. Ricciardo avrebbe voluto la testa di Nico su un piatto d'argento, Verstappen, avesse potuto, li avrebbe mandati al macero tutti e due. E mentre gli altri combattevano aspramente per la terza posizione, Raikkonen si tirava automaticamente fuori dai giochi per non rischiare di bere acqua di rose frizzante sul podio, e Hamilton e Rosberg giocavano la loro battaglia, leggermente influenzati da quello che accadeva alle loro spalle. 
-:-
Un minuto di silenzio per l'opera di Verstappen, finito in testacoda e in ultima posizione alla prima curva e rimontato, in una decina di giri sino alla seconda posizione. approfittando del pit stop portato sgraziatamente a termine tanto da Rosberg quanto da Hamilton per colpa delle due Ferrari, prima una e poi l'altra, che arrivando nel momento sbagliato nel posto sbagliato, hanno provocato un ritardo nelle uscite. La sua strategia è stata chiara: un solo pit stop ad 1\3 di gara che ha spiazzato tutti, a quel punto incapaci di capire cosa diavolo stesse combinando e cosa volesse fare. Dal suo punto di vista: bel colpo! Dal punto di vista degli altri: molla il colpo, Versty!
 -:-
Un minuto di applausi anche per l'opera di Hamilton, capace decisamente di dimostrare di non essere più quello che si prendeva a sportellate con Alonso quasi 10 anni fa... nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno. Mica per niente al box a supportarlo non c'era il padre... ma la madre. Una donnina che avrei voglia di abbracciare ogni volta che mi capita di vederla, anche solo per sbaglio. La donna che ha messo al mondo il pilota che si trova maggiormente al top del glam dello star system (citazione colta) ha lo stesso aspetto della tabaccaia sottocasa. La donna che ha messo il mondo uno degli sportivi attualmente più pagati del mondo, fa l'infermiera! Che è una nobile professione e tutto ciò mi affascina e mi colpisce positivamente. Anche se il figlio, in fondo, potrebbe scucire due soldi e permetterle di andare in pensione. Ma torniamo a noi. Hamilton ha dimostrato, ancora una volta, non non farsi più prendere dall'emotività: sapeva che non gli sarebbe bastato vincere, che una vittoglia non gli avrebbe garanto l'obiettivo. C'era bisogno che Rosberg perdesse, almeno un po'... ed ha fatto tutto il possibile perchè questo accadesse. Non ha permesso alla sua vettura di fare i tempi di cui sarebbe potuta essere capace, ma tenuto le distanze, ma non troppo. Ha rallentato il gruppo, nella speranza che qualcuno si degnasse di agguantare Nico. Conosceva benissimo la sete di sangue di tutti quelli dietro, ed ha fatto in modo che tutto questo giocasse a suo favore. Certo, in ogni caso, che Rosberg solo nei peggiore dei casi si sarebbe veramente mosso per tentare un sorpasso su di lui. Ha "studiato" questa strategia e l'ha portata fino in fondo con precisione millimetrica, andando contro tutto e contro tutti, anche contro il muretto che, a questo punto, potrebbe volerlo prendere per il collo e stringere fino a sentite crack. Ma non me la raccontate: per me, la sua, dal suo punto di vista, è stata la strategia giusta. Non ha giocato sporco, non ha sputato nel serbatoio del carburante del collega per metterlo fuori uso, nè gli ha bucato una gomma: si è giocato il titolo sul campo, senza arrivare allo scontro. 
-:-
Due minuti di applausi per gli uomini in rosso perchè, diciamocela. In Ferrari oggi hanno fatto un lavorone: hanno dimostrato chiaramente che, anche con una Mercedes che viaggia (volutamente) a quasi due decimi in meno sul giro, non sarebbero riuscite a prenderle. Poi, va bene, forse non ci fossimo trovati agli ultimi due giri dell'ultima gara, forse Vettel un tentativo di sorpasso su Rosberg ce lo avrebbe pure lanciato là, giusto per togliersi anche questa soddisfazione, ma non è che si possa definire un gran bel risultato dal punto di vista della prestazione della vettura. E, comunque, in tutto questo, Raikkonen dov'era? Lasciando a parte le mie solite note critiche, i due minuti di applausi arrivano nel momento in cui sono stati, quantomeno, in grado di portare a termine una strategia. Con successo. Una sola, ripeto: quella di Raikkonen non è pervenuta. Probabilmente perchè lui stava ancora tentando di evitare l'acqua alle rose frizzante e non si è fatto trovare. Hanno ritardato il secondo pit stop fino al punto di guadagnarci qualcosa. Lasciamo perdere quelli che hanno creduto che Vettel fosse orientato, un po' tipo Verstappen, sulla strategia ad una sola sosta e, una volta giunto in prima posizione, ci sarebbe rimasto sino alla fine. Questi sono riusciti a farsi dare una botta di cretino pure da Fisichella, e mi pare un'onta abbastanza grave senza che io stia qui ad infierire. In ogni caso, dopo il cambio gomme tardivo, si è collocato sesto ma ad uno ad uno li ha passati tutti fino ad arrivare al podio. Lì ha protetto Rosberg dalle furie della Red Bull e lo ha condotto alla vittoria. 
-:-
Standing Ovation per Nico Rosberg, senza se e senza ma. Perchè era decisamente giunto il momento giusto anche per lui. Lo dice una che aspettava questo momento da quasi 7 \ 8 anni, quando andavo in giro per il web a predicare perchè qualcuno gli offrisse una buona occasione, una vettura degna di questo nome, che quasi si è commossa la prima volta che Nico ha portato a casa una vittoria, certa che fosse solo il presagio di qualcosa di buono che sarebbe arrivato prima o poi. Ed ora eccoci, eccoci al suo momento. Alla vittoria del titolo mondiale che, quantomeno, gli permetterà di sedersi al tavolo con i parenti a Natale guardando in faccia suo padre. Una vittoria del titolo mondiale ottenuta senza neanche l'ausilio di tutto quel fortuna su cui ho già sentito che molti insistono. Perchè ditemi voi dove poò essere la fortuna nel condividere la squadra e la vettura con uno dei piloti più veloci e talentuosi e vincenti degli ultimi 10 anni. E riuscire comunque a portare a casa qualcosa. Come se Barrichello avesse vinto un mondiale in Ferrari ai tempi di Schumacher: non c'è riuscito neanche in Brawn ai tempi di Button. Come se Webber avesse vinto un mondiale in RedBull ai tempi di Vettel. Però Rosberg non c'è mai stato a queste logiche, non si è mai voluto piegare ad essere una seconda guida, spesso è stato costretto a soccombere, qualche volta ha abbassato la testa, però ha lottato come era possibile fare, come ha saputo fare, nel momento del bisogno... dimostrando che anche i "suoi" metodi sono in grado di funzionare. 
Altre buone ragioni per cui si è meritato questo titolo nella gara di oggi. Tutta questa situazione se la era incominciata a gestire a modino nelle ultime gare: la matematica era dalla sua parte. Gli sarebbero bastati quattro secondi posti per vincere, non c'era bisogno di rischiare altri contatti ben più pericolosi. Infatti li ha ben tenuti alla larga. Così ha fatto anche oggi: stando lontano dai casini ma non facendosi prendere dal panico. Perchè è pure cosa normale che ti prenda il panico in certe situazioni. Così quando dopo il pit stop si è ritrovato terzo: da un lato la consapevolezza che anche una terza piazza, per lui, sarebbe potuta bastare, dall'altra la certezza che pure Verstappen prima o poi si sarebbe dovuto fermare. Quando la sosta di Verstappen non è giunta in tempi ragionevoli dal box gli hanno intimato di mettere da parte la prudenza per un attimo e toglierselo dai piedi: e soprasso fu! Veloce, rapido ed indolore. Anche se io, per prudenza, a quel punto mi sono coperta gli occhi. Da metà gara in poi ha pure dovuto subire il sandwichone di Lewis, ma non ha battuto ciglio: non è mai sbagliato una curva, non ha preso male un doppiaggio. Dietro di sè si stavano affilando gli artigli, chi aveva davanti a sè lo stava lanciando di peso tra le belve inferocite, ed uscito da quella vettura non aveva neanche un riccio fuoriposto.

Nessun commento:

Posta un commento