sabato 3 dicembre 2016

I dieci fatti buffi di Abu Dhabi 2016

La mamma di Nico Rosberg
Perchè, a quanto pare, esiste anche lei. Pur non essendo mai stata menzionata, pur non apparendo mai in un messaggio, in un video, pur non essendo mai stata menzionata da anima viva... esiste. Ed ' comparsa tra di noi. Ovviamente al posto giusto nel momento giusto, come tutte le madri del mondo.
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La foto di classe
la foto di classe dell'anno. Con Jenson Button e Felipe Massa in posizione d'onore. In prima fila come solo i grandi campioni, al centro dell'attenzione, come sanno fare solo quelli che contano, seduti come i vecchi sull'autobus. 
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GP2! GP2! GP2!
Sono rimasta un secondo perplessa davanti a quella che potrebbe essere la trasformazione di Fernando Alonso in una persona normale. O forse è solo il camuffamento dell'occasione, però ci ha saputo fare. Sempre meglio, comunque, di quell'orido "sarà divertente gareggiare contro di te dal prossimo anno" messaggio di saluto all'amico Felipe nel momento in cui questo è stato cacciato a pedate dal team di Maranello. Nota numero 1: l'aver partecipato alla parata, insieme ad ogni altro membro del team, che ha condotto Jenson dal motorhome alla pista per l'ultima volta. Nota numero 2: l'essersi impegnato un po' di più nella dedica via instagram, con tanto di foto in cui sembrano pure abbracciati. Nota numero 3:aver evitato per un intero week end ognuna di quelle mosse di egocentrismo che tanto lo rappresentano. Niente team radio acchiappa views, tranne per qualcosina del sabato, niente dichiarazioni impertinenti nè minacce di abbandonare tutto e tutti quanto prima. Anche perchè, adesso che ha visto che bella festa gli organizzeranno, ha deciso di volerla anche lui. Insomma, pare che per un intero fine settimana si sia fatto da parte per lasciar spazio al compagno di squadra.
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 Bernie's dirty dances
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Jenson's happy ending
 Dopo 17 anni in formula 1, probabilmente, non si aspettava di concludere la sua ultima gara in questo modo. Però è stato. E comunque, con la McLaren che si trovava sotto al sedere se non fosse stato per questo motivo sarebbe stato per un altro. Insomma, non proprio la regina dell'affidabilità. Le qualifiche del sabato non lo avevano condotto molto lontano dalla Q3 ma, in ogni caso, nella sua voce e nei suoi intenti, era ormai palese la voglia di levare l'ancora e lasciare ad altri l'ingrato compito di concludere gare in quello stato. Alla domenica in molti abbiamo ringraziato che non stesse piovendo a dirotto come nei fasti brasiliani... e la partenza è andata liscia. Nessun contatto, nessun incidente che bloccasse la gara ancor prima di averla iniziata. Poi però... 12 giri dopo il fattaccio. Una sospensione che improvvisamente lo abbandona, un po' di rally sull'erba... ed una sconsolata marcia per riportare la vettura ai box. Per l'ultima volta. Il destino ha parlato chiaro: è così che doveva andare. Con tutti i problemi tecnici degli ultimi anni mai gli era capitata una rottura strutturale di quel tipo. 
Trovandoci in una fase di gara ancora priva di patos le telecamere hanno indugiato moltissimo su di lui, sul suo rientro, gli applausi dagli spalti, la famiglia andata ad accoglierlo e l'abbraccio ricevuto da tutti i tecnici. Poco dopo, ai microfoni di David Coulthard rivelerà di essere l'uomo più felice del mondo... mica come noi che abbiamo passato le ultime due ore a guardare automobili che giravano in tondo. E non aveva neanche torto.
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Ma come ti vesti?
Con quei calzini azzurri, fatemi capire, pretendeva di vincere anche il mondiale? Tre titoli mondiali, a quanto pare, non offrono il buon gusto. 
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Son tutte belle le mamme del mondo
Anche se quella di Jenson Button mi lascia un attimo perplessa. Potrà sembrare che io sia entrata leggermente in fissa con questa storia dei genitori altrui... ma capitemi: non succede spesso che ce ne siano così tanti in così poco spazio. Poi la mamma di Jenson Button mi mette ansia, lo dico. Non so se è perchè non me la ricordavo bene o se nell'ultimo anno si è trasformata in una sorta di mummia. Da proprio l'impressione di essere una di quelle donnine che puzzano di borotalco. E si cospargono di profumo come se solo questo le potesse rendere più giovani. Per non parlare del fatto che la sua onnipresenza per tutto il week end si è resa un filo molesta. No: il genitore simpatico di Jenson Button era il padre. E più questo ha dedicato parole affettuose e d'amore verso il padre, al quale ha dedicato l'intera carriera, più la donnina ricompariva alle spalle a ricordare al mondo che, in ogni caso, senza i suoi 9 mesi di gestazione non saremmo andati da nessuna parte. 
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E non ha neanche voluto la bicicletta.
La sottoscritta ha firmato e giurato pubblicamente di non compiere, assolutamente, e per nessuna ragione al mondo alcuna battuta, frecciatina, o intercalare simpatico che faccia riferimento al fatto che il mondiale di Kvyat sia iniziato in Red Bull e sia finito in bicicletta. Perchè è un battuta che hanno già fatto cani e porci, ho già letto riproposta in almeno 4 lingue europee ed ha smesso di far ridere al terzo passaggio. Soprattutto perchè se la stanno riciclando come fosse la trovata ironica della stagione.
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Guerre stellari
Perchè si fa presto a parlare di quello che stava accadendo nell prime file. Si fa presto a domandarsi per quale insulsa ragione almeno sei piloti mirassero a salire sul podio. Si fa presto a snobbare tutto quello che stava accadendo dalla sesta posizione in poi. Ma negli stessi istanti in cui il mondo intero si stava maniando le unghie domandandosi fino a quale punto Hamilton intendesse rallentare, qualcuno dalla sesta posizione in poi ci stava vivendo. Qualcuno al quale, probabilmente, non era sufficiente guardare la gara sui megaschermi o sintonizzare il team radio su radio deejay abu dhabi per ascoltare un po' di buona musica per passare quel paio d'ore di paranoia. C'era chi, come Jenson Button, ha deciso di andarsi a guardare la gara comodamente seduto in poltrona davanti alla TV. Ma c'era anche qualcuno, come i due manor guys che decidevano di giocare alla guerra. E se guerra deve essere che guerra sia! E si son presi a sportellate. Fino all'ultimo colpo.
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Sono in ritardo! In arciritardissimo!
Ho smesso da tempo di farmi domande sui miei genitori, ma quelli degli altri mi lasciano un sacco di interrogativi, a quanto pare. Per esempio mi sono interrogata a morte sul senso delle parole di Nico Rosberg che, dal podio, ha annunciato l'arrivo di suo padre in una mezzoretta per festeggiare anche con lui. Ma come in una mezzoretta? Ma dov'era? E gli stembra il caso di arrivare mezzora dopo la fine della gara? Ma per davvero? Cioè, non una gara a caso, quella gara. E se avesse vinto Hamilton? Che faceva, retromarcia all'aereo e tutti a casa un'altra volta \ qui non c'è niente da festeggiare?

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