domenica 15 gennaio 2017

Pagellone 2016

- Pilota dell'anno -
Nella mia personale classifica "il pilota dell'anno" non è quello che ha vinto e non è neanche quello che ha perso. E' quello che può essere considerato la rivelazione della stagione, quello che, al di là dei titoli aggiudicati si porta a casa una scatola di stima riversata dei suoi confronti. Un po' come se fosse il premio della critica, dove però la critica sono io.
Pilota dell'anno 2016 - Daniel Ricciardo. 
Perchè quest'anno gli hanno riservato un bello scherzetto per davvero. I patti erano che, una volta archiviata la pratica SebVettel lui sarebbe dovuto diventare la nuova punta di diamante del team, gli hanno affiancato il piccolo Kvyat e tutto pareva organizzato per il suo trionfo. Che poi... un attimo. Nelle prime tre gare della stagione, quantomeno, Kvyat a podio una volta c'è andato: ha pure discusso con Vettel ed è stato tutto molto epico, mentre Ricciardo è rimasto schiacciato tre volte su tre in quarta piazza. Si dica quel che deve essere detto. Poi però il piccolino viene schiacciato via come un moscerino fastidioso ed al suo posto piazzato un enorme cimicione, uno di quelli che fastidiosi lo sono per natura, non si limitano a girarti intorno al naso, fanno rumore, volano bassi, si piazzano dove meno te li aspetti e, se provi a schiacciarlo vieni punito con una puzza di morte che penetra nelle narici per non andarsene mai più. Insomma, benvenuto a casa Max Verstappen. Neanche il tempo di salire in macchina e pronunciare le solite frasi di circostanza del tipo mi prendo un po' di tempo per ambientarmi che, eccotelo lì a vincere un gran premio. Che poi è stato solo culo, ma contro la fortuna del principiante c'è veramente poco da fare. Nella stessa gara, inevitabilmente, Ricciardo quarto, ed è qui che mi rendo conto di aver perso una buona occasione per inventarmi un soprannome anche per lui. Alla fine della stagione, comunque, i numeri stanno allegramente dalla sua parte, sbruffonate del compagno di squadra a parte. Cinquanta punti in più in classifica generale, pari numero di vittorie ma maggiori salite sul podio. Per non parlare del fatto che, in ogni occasione, ci ha messo del suo: ha dato il meglio di sè sui social, periodicamente perculando anche il suo compagno di squadra senza che questo se ne rendesse conto, in pubblico, con i media ... e sul podio, là dove si è inventato ed ha fatto propria l'ormai sdoganata e consolidata prassi del bere champagne dalla scarpa. Che mi ripugna, ma solo perchè sono un tipino sensibile. Insomma, è diventato un personaggio amato da grandi e piccini, mentre su Verstappen ancora si discute parecchio. Emblematico l'epilogo della gara messicana, là dove alla fine ha avuto la meglio il fair play ricciardiano sull'arroganza altrui.
-:-
Poi ci sono tutti gli altri:
Lewis Hamilton - 8 - Non male, ma non abbastanza.
Portata a a casa la stagione perfetta, quest'anno il caro Lewis è parso a tratti un po' annebbiato. Forse ha creduto che potesse essere tutto facile come l'anno scorso. Forse un po' di ansia da prestazione: riconfermarsi per la quarta volta, la terza consecutiva, non dev'essere così facile. Forse ha perso la propria concentrazione dopo i contrattempi iniziali. Forse... ci sono una miriade di variabili che potrebbero essere prese in considerazione in questo momento, ciò che è evidente è che, quella appena portata a termine da Lewis Hamilton non è stata la sua stagione migliore. Probabilmente con qualche problema tecnico in meno le cose sarebbero potute andare diversamente, la ma anche la componente umana ci ha messo del suo, non è stato impeccabile, non è stato perfetto, ha sbagliato e più di una volta. Forse questo non era il suo anno... o forse, semplicemente, le cose è così che dovevano andare. Di certo non è una pesante ammaccatura alla sua corazza da campione, forse un graffietto al quale ha egregiamente rimediato con l'ultima gara del campionato, magistrale. Nel quale l'ho odiato in ogni secondo, in ogni giro, ad ogni curva, ma sono solo opinioni personali: sportivamente parlando resta una gara magistrale. Che poi è una opinione personale anche questa, ma solo perchè chi la pensa diversamente non capisce niente.
-:-
Nico Rosberg - 10 - il suo anno.
Quando NonnoMike andò in pensione e gli comunicarono che a sostituirlo sarebbe stato Lewis Hamilton, probabilmente Nico Rosberg reagì con un ma questo non dovrebbe essere il mio turno? In ogni caso non è che all'epoca ci fosse molto da vincere e non si rivelò immediatamente un problema. Tuttavia, mi permetto di osservare che, nell'intera stagione 2013, Rosberg si portò a casa una vittoria in più rispetto al compagno di squadra, tutto questo in pieno predominio di Vettel e della RedBull. Scoccata la scintilla Mercedes, il primo anno si concluse con un testa a testa serratissimo, sfortunato, commovente. Io ho adorato la stagione 2014... peccato per la 2015, dove Rosberg è parso retrocedere a ruota di scorta del team, relegato a seconda guida come un Barrichello qualsiasi, senza diritto d'appello. Una stagione sottotono durante la quale è parso accodarsi per seguire distrattamente un treno in corsa. Fortunatamente si è ripreso: non sembrava facile e fattibile, in molti prima di lui hanno smentito questa concreta possibilità, vedi Webber, vedi Massa. Barrichello non vedetelo che intanto è inutile. La carica iniziale gli ha fornito sicuramente la giusta motivazione per andare avanti a testa alta, per combattere quando è stato necessario, per lavorare di strategia quando è stato sufficiente. Per non farsi prendere alla sprovvista dai colpi di testa del compagno di squadra e ripagarlo con la sua stessa moneta, per essere certo di dipingere l'opera perfetta. Una stagione, la sua, sicuramente fortunata, ma impeccabile, priva di sbavature che ha portato all'epilogo meritato. 
-:-
Sebastian Vettel - 23 - la nebbia agli irti colli. 
Fernando Alonso tra il serio e il faceto di lui ha detto che è un frustrato. Che cosa diavolo ne stia accadendo di SebVettel nessuno lo sa, però è palese che ci sia qualcosa che non va. Più. Una stagione conclusa in quarta piazza iridata solo grazie ad un paio di colpi di fortuna, quale ad esempio la circostanza che immediatamente dietro di lui, ad una spolverata di punti di distanza ci sia Verstappen che, ricordiamolo, per le prime quattro gare ha tirato avanti con un triciclo a pedali: se tanto tanto avesse iniziato e concluso la stagione in Red Bull pure per quella quarta posizione avrebbe dovuto lottare con le unghie e con i denti. Una stagione conclusa davanti all'evidenza che persino Raikkonen ha dimostrato meglio di lui di essere sul pezzo e di reggere meglio il gioco. Poi è evidente, Raikkonen è stato abbattuto (dal punto di vista numerico) da qualche disastro meccanico in più e da qualche ordine di scuderia, accettato malvolentieri solo per garantire il pane in tavola alla famiglia. Dal canto suo Vettel qualche strafalcione da pivello lo ha pure portato in scena, ma si è spesso accontentato di sentirsi rinfrancare dalle dichiarazioni di stima del team, chiaramente riciclate dai tempi di Alonso. Chiunque ci sia là dentro: esci da questo corpo! Esci da questo corpo!
-:-
Ferrari - 5 - il tosaerba più costoso del mondo
Cinque, come la quinta posizione, nella quale si sentono tanto a loro agio.
La situazione è ormai talmente imbarazzante che ha attirato l'attenzione anche di chi, regolarmente non si occupa di sport. Memorabile un pezzo di "Crozza nel paese delle meraviglie" in cui, imitando Marchionne, vengono lanciate giusto un paio di frecciatine molto molto divertenti. Trastemente vere, ma molto molto divertenti. Per esempio richiamando quella ostentata convinzione che ci sia sempre qualcosa, qualcuno, un essere superiore che rema contro, sempre e solo contro di loro. Tipo i regolamenti, che sembrano essere disegnati per danneggiarli: "questa cosa che per regolamento vince chi arriva primo ci sta penalizzando molto"
Uno dei promi scazzi Alonso \ Ferrari successivi all'abbandono, da parte del pilota, di Maranello ha riguardato il pentimento sulla scelta operata. La Ferrari ha riso moltissimo delle non-prestazioni della McLaren, Alonso ha puntato il dito all'urlo di ride bene chi ride ultimo. All'epoca mi toccò schierarmi dalla sua parte, il messaggio era semplice e chiaro: mi pentirò se ne varrà la pena. Cinque anni in Ferrari, diverse vittorie, due titoli quasi vinti. Che poi è questo il problema, gli brucia per il quasi, è convinto che siano stati successi più suoi che della squadra (ma questa è una questione tra lui e la sua autostima) e si sarebbe pentito solo se avessero dimostrato che la vettura avrebbe garantito di andare un po' più in là del quasi. Scommessa vinta da Alonso che, quantomeno, ha potuto smettere di vestirsi da gabibbo. 
"Formula 1, quella competizione in cui creiamo ingorghi": le prestazioni della vettura stanno probabilmente sotto i minimi storici e, quanto tanto in basso, non è la vettura ad arrivarci ci si mette di mezzo l'inettitudine dell'intero team. Da chi crea le strategie a chi monta sino all'ultimo dei bulloni. "Posso fare una foto alla Ferrari con la certezza che non verrà mossa".

Nessun commento:

Posta un commento