domenica 5 febbraio 2017

Domani è un altro giorno - 2016 Edition - Campionato costruttori

Domani è un altro giorno è l'appuntamento dalla cadenza annuale volta a premiare (con il mio personale riconoscimento) l'eroe della stagione. Colui che ha lasciato il segno, non solo nella storia della massima serie dell'automobilismo, ma anche e soprattutto sulla fiancata di quelli che lo circondano, sui muretti o sui guard rail. Insomma, coloro che hanno lasciato una traccia indelebile del proprio passaggio.
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Per la categoria:
 "Domani è un altro giorno - Costruttori"
1) Ferrari - Tu conosci il nome ha creato solo confusione
2) RedBull - Vorrei ma non posso
3) McLaren - lasciate ogni speranza o voi che entrate
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And the winner is...
RedBull
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Se da una Manor nessuno di sarebbe aspettato nulla, sulla Ferrari abbiamo smesso tutti di scommettere, l'unica squadra che da questa annata avrebbe potuto seriamente ambire ad un risultato un filo meno degradante è proprio la Red Bull. Scesa sotto il minimo prestazionale dopo un dominio incontrastato per 4 anni di seguito, da quando Vettel ha abbandonato la nave che affonda sembrano proprio aver perso definitivamente la bussola. Che poi è facile non vedere il fallimento quando, qua e là, almeno loro, qualche vittoria la hanno raggiunta, ciò che può fare la differenza è osservare da vicino la situazione per assaporare il gusto della disfatta: quelle vittorie assumeranno decisamente la forma di un enorme vorrei ma non posso. Un primo segno di poca lucidità è certamente il cambio della guarda in corso di stagione: faccenda che non lascia affatto intendere che siano partiti con degli obiettivi in testa, fiduciosi del progetto portato in scena.
In Australia Kvyat muore sulla griglia di partenza. La sua presenza è stata notata dai più solo perchè ha obbligato l'intero plotone a compiere un secondo giro di ricognizione per dare tempo ai tecnici di rimuovere la carcassa.
In Bahrain neanche questa gioia. La gara ha modo di iniziare e finire senza che di loro vi fosse qualcosa di interessante da rilevare.
In Cina Ricciardo tenta di dare quel qualcosa in più per fare la differenza in qualifica, beffando le Ferrari senza batter ciglio. In realtà, in gara gli scoppierà una gomma e l'agognato podio toccherà a Kvyat, non prima di aver litigato con Vettel per una manovra azzardata alla partenza che sta ancora facendo discutere molti. No, non è vero. Appunto.
In Russia alla partenza del GP gli animi erano particolarmente tesi di per sè, poi ci si è messo Kvyat che credeva di giocare agli autoscontri e non si è placato fino a quando non ha sbattuto fuori di pista Sebastian Vettel, Sebastian Vettel ha dato sfoggio stessa proprietà di linguaggio di uno scaricatore di porto. Uno di quelli veri, con la panza da birra e le mani sporche di grasso. Uno di quelli che ti sa fare l'alfabeto con i rutti. Probabilmente dopo la vicenda cinese ha creduto che fosse tutto lecito, quello che deve essere andato storto a questo giro forse è stato il fatto che contro Vettel c'è andato a finire tre volte in poche centinaia di metri. Dopo la fine della gara gli hanno tolto tre punti dalla patente. Dopo il rientro a casa gli hanno tolto il pass per rientrare il RedBull, ricatapultato in Toro Rosso senza diritto d'appello.
Dopo gli incidenti russi, Daniil Kvyat giura di aver fatto tutto il possibile per farsi perdonare da Vettel: lo è andato a cercare ai box, ma era già partito, quindi lo ha chiamato a casa, solo per chiedergli scusa. Anche Ricciardo lamentava di aver diritto a delle scuse, ma di come è andata quella vicenda non è interessato a nessuno, quindi andiamo avanti. Kvyat probabilmente non aveva considerato di dover chiedere scusa a qualcun altro.... ed è li che sono iniziati tutti i suoi guai. I piani alti del team ha deciso di invertire l'ordine degli addendi, ha "retrocesso" Kvyat per promuovere inaspettatamente Verstappino.
Siamo quinti giunti Spagna, ognuno con la propria opinione, pronti a spararla in faccia a qualcuno alla prima eventualità che si sarebbe rivelata in pista. Quello che è accaduto, tuttavia, credo che sarebbe stato ben difficile pronosticarla per chiunque, perchè quello a cui si è assistito è andato ben oltre il confine con l'incredulità. Hamilton e Rosberg si autoeliminano in partenza. Coloro che avevano dominato le ultime due stagioni e stavano prendendo un secco discacco dagli esseri umani anche quell'anno, all'improvviso finiscono in una nuvola di polvere, schiantati l'uno contro l'altro lasciando pista libera agli altri. E fu lì che Vestappen, a bordo del suo nuovo giocattolino porta a casa la vittoria. Se solo uno dei due Mercedes fosse sopravvissuto ovviamente nulla di tutto questo sarebbe mai accaduto e oggi ci risparmieremmo di lunga di sentir parlare di piloti pronti ad entrare nella leggenda ma, a quanto pare, così è e così è dovuta andare.  Ed è qua che sta il tracollo: perchè una RedBull abbia potuto pensare di vincere gli altri si sono dovuti auto-eliminare. E gli altri ancora son dovuti essere delle Ferrari. La cosa divertente è che Kvyat negli stessi attimi ha fatto registrare il tempo più veloce della gara.
A Monaco si è visto Versbatten onorare il proprio nuovo soprannome in maniera assolutamente dignitosa. Perchè sarebbe dovuto essere il bimbo prodigio della situazione, ma è ancora troppo impegnato a fare il bimbominkia della situazione e, per tre volte di seguito in un solo week end è finito di testa contro le barriere e gli hanno portato via la vettura con la gru. In compenso Ricciardo è salito sul podio, anche se con un po' di amaro in bocca. Davanti alle nuove beghe interne di casa Mercedes era pronto a portarsi a casa la vittoria che gli spettava di diritto... ma al millesimo cambio gomme,  rientrando per la propria sosta, non ha trovato le gomme ad attenderlo. Tutti i team erano in fibrillazione. Tutti i team in quell'istante non capivano che cosa avrebbero dovuto fare, se tenere le gomme da bagnato ancora per un po', se passare prima dalle intermedie o puntare direttamente alle gomem da asciutto. Le indecisioni sono state diaboliche per tutti, per Ricciardo sono state letali, perchè per pochi secondi (meno della metà di quelli cha ha passato in attesa delle sue gomme al box) Hamilton gli ha fregato la posizione e se la è tenuta fino alla fine.
In Canada tutto è tornato a tacere, così come a Baku. In Austra, per la verità, Verstappen secondo, ma non chiedetemi da che parte sia uscito perchè credo di essermi addormentata a metà gara.
A Silverstone perchè Verstappen potesse far meglio di una Mercedes è stato necessario che quella Mercedes, nello specifico quella di Rosberg, desse un po' di matto. In realtà, in pista, Rosberg era anche riuscito a riprendere la RedBull, ma nel momento in cui la macchina ha dato di matto dal box gli hanno suggerito come aggiustarla e dopo la fine della gara è stato punito e risbattuto in terza piazza.
Inevitabilmente anche dall'Ungheria non è emerso nulla di interessante, fino alla Germania, dove Rorsberg ha nuovamente tentennato e, questa volta in coppia, i RedBull boyz sono saliti sul podio, bevendo champagne dalla fetida scarpetta di Ricciardo. Giusto in tempo perchè Hamilton rivelasse al mondo che Ricciardo era single.
I fatti tornano a farsi succosi in Bergio dove, alla prima curva è già mischia. Mentre Nico scivola via liscio, Verstappen ne combina di tutti i colori. giocando al grande gioco della prestigirizzazione (Silvano, Mago di Milano, I still love you) un secondo prima era a sinistra, un secondo dopo alla destra delle due Ferrari, tutti belli allineati come dei cretinetti. Il primo ad essere fatto fuori è stato Vettel, il testacoda immediato, regge poco pure Raikkonen, poi Vestappen... ed alla fine tutti gli altri. BOOM! Versbatten! In pista di sano non c'è rimasto più nessuno. Davanti a quello scenario Ricciardo sale sul podio e se la ride.
Giunti a Monza, il Belgio forse era ancora impresso nelle menti di molti. Soprattutto di quelli che, vedendo Verstappen dallo specchietto retrovisore, hanno l’ordine di scuderia di fare i bravi e non tentare di opporsi. Perchè chi si oppone è perduto. Spesso non può chiedere neanche un termine di grazia che viene mandato a sbattere contro un muro. E deve essere stato proprio nella prospettiva di questo scenario che Perez, quando ha visto che Verstappen voleva superarlo, non solo non ha tentato di resistergli, ma è andato nella via di fuga, ha fatto il giro largo, non gli ha lasciato veramente tempo di compiere un sorpasso, gli si è smaterializzato tra le mani per accodarsi in tutta calma. Perchè è meglio perdere una piazza che prendere tre punti in fronte.
A Singapore Ricciardo, al quale la squadra pare aver confezionato una di quelle belle strategie grazie alla quale potrebbe seriamente puntare a vincere, vuole davvero vincere. Ovviamente non accadrà, questo è già chiaro a tutti. Rosberg irraggiungibile primo è partito primo è arrivato. Chi crede seriamente che Ricciardo lo sarebbe potuto andare a prendere sul finale è un illuso, sia chiaro.
Mille punti di demerito per Max Verstappen in Malesia che, mentre tutti festeggiavano il 300esimo GP di Jenson Button, ha dato una festa a parte per il suo compleanno. Festa che ovviamente è andata deserta, come è giusto che sia, visto che anche Ricciardo stava devendo birra in McLaren. E ben gli ha portato in gara, dove ha raccolto la prima (e unica) vittoria della stagione. Complice è stata, ovviamente, un'altra doppia defaillance delle Mercedes, con una arenata alle loro spalle e l'altra che, davanti a loro ha preso fuoco, sarebbe stato davvero difficile non vincere, tuttavia ci hanno messo del loro per far scattare il mega ordinone di scuderia: Daniel beviti pure una sorsata d'acqua e guida sino alla bandiera a scacchi. Peccato che a quel punto della gara, nel teporino pomeridiano malesiano, l'acqua sia ormai piuttosto calda e l'effetto diarroico sia dietro l'angolo. Ma queste sono solo congetture di secondo piano, niente paragolabile a quello che accadrà poco dopo sul podio.
Negli Stati Uniti uno che in quarta piazza proprio non ci voleva stare era Verstappen, quarto in griglia di partenza, precipitato sesto, recuperato sino alla quarta piazza… fino a quando dai box gli dicono qualcosa sul conservare qualcosa. Metti gomme. O carburante. O neuroni in testa. O lascia gli i grandi si occupino delle loro cose e non ti mettere in mezzo. Insomma: devono sicuramente avergli detto qualcosa di sensato, ma lui non è stato affatto d’accordo ed ha sfornato un altro di quei team radio che ultimamente lo stanno rendendo tanto famoso. Faccia attenzione Alonso che il nano gli vuole togliere anche questo primato. Non sono qui per arrivare quarto. Cafone. Ed il karma lo ha ripagato: gli ha mezzo una vocina nell’orecchio, tipo Giovanna D’Arco, che lo portasse a rientrare ai box, mentre i meccanici, in realtà, erano belli intenti a mangiarsi un panino al salame o qualcosa del genere. Ha perso mille secondi preziosi mentre questi cercavano le gomme e con calma gliele montavano… ma tutto inutile in ogni caso, perchè la vettura poco dopo ha deciso di abbandonarlo definitivamente. Ha rallentato e iniziato a grattare, VerSTOPpen non si è dato per vinto, ha continuato il proprio cammino a 20 km\h per almeno mezzo giro fino a quando non gli hanno sparato alle gomme e lo hanno abbattuto definitivamente.
In Messico le cose iniziano a farsi veramente serie per Verstappen che, come se fino a questo momento fosse stato un pilota modello, tira fuori tutte le sue 50 sfumature di boriosità. Dopo un quasi sorpasso di Vettel, Verstappen tira largo, finisce fuori pista, si avvantaggia di questo e rimane davanti. Dal box gli intimano di lasciare la posizione a Vettel, lui non risponde e non ci pensa neanche e così fino alla fine della gara. Dopo il concitato finale, Verstappen, tra i fischi dalla platea, parcheggiava sotto il podio e si apprestava a salire. Verstappen, in ogni caso, crede di avere la ragione dalla sua parte. Ma è l'unico. Dal suo muretto tutto tace, a questo punto. Il pubblico lo fischia, i media lo insultano, i ferraristi se lo mangerebbero vivo. Poi di punto in bianco il miracolo: i commissari decidono di sanzionare la sua condotta. Fatto più unico che raro, che non si sarebbe mai aspettato. E ci rimane male: cinque secondi di penalità, tanti quanti bastano per sbatterlo giù dal podio e far salire Vettel, richiamato in grande fretta perchè corra più veloce che può, a piedi questa volta, verso l'obiettivo. tra i due litiganti il terzo gode: dopo qualche ora i commissari sono stati inflessibili: come hanno sanzionato Verstappen, hanno sanzionato anche Vettel per la manovra pericolosa eseguita in pista nel momento in cui ha tentato di difendersi da Ricciardo, ma un po' di più. A lui 10 secondi di penalità per aver commesso un'azione che, in gergo, ormai, viene chiamata la mossa di Verstappen, perchè è una delle sue classiche mosse difensive al limite della legalità con le quali è solito stupire il suo prossimo. Solo che nel caso di Verstappen il limite non è mai sembrato essere stato superato, l'unica volta che la fa Vettel sì, quindi 10 secondi di penalità e sul podio, virtualmente a questo punto, è salito Ricciardo.
In Brasile, sotto condizioni metereologiche al limite dell'allerta meteo, Verstappen decide di giocare al pericolo pubblico sin dai primi minuti di gara. Quella vera, dico. Quella dopo il rientro della safety car e tra una safety car e l'altra.
Un ultimo minuto di silenzio per l'opera di Verstappen ad Abu Dhabi finito in testacoda e in ultima posizione alla prima curva e rimontato, in una decina di giri sino alla seconda posizione. Approfittando del pit stop portato sgraziatamente a termine tanto da Rosberg quanto da Hamilton per colpa delle due Ferrari, prima una e poi l'altra, che arrivando nel momento sbagliato nel posto sbagliato, hanno provocato un ritardo nelle uscite. La sua strategia è stata chiara: un solo pit stop ad 1\3 di gara che ha spiazzato tutti, a quel punto incapaci di capire cosa diavolo stesse combinando e cosa volesse fare. Dal suo punto di vista: bel colpo! Dal punto di vista degli altri: molla il colpo, Versty! 
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  • Piloti già premiati (click sul link per andare alla premiazione):
- per l'anno 2016 - Lewis Hamilton ... sconfitto nella sua battaglia più dura, quella con l'ego.
- per l'anno 2015 - Fernando Alonso ... un uomo sull'orlo della crisi di nervi.
- per l'anno 2014 - Sebastian Vettel ... dalle stelle alle stalle in nove mesi netti.
- per l'anno 2013 - Mark Webber ... con tutti gli acciacchi di salute suoi e della vettura.
- sempre per l'anno 2012 - Michael Schumacher - premio alla carriera.
- per l'anno 2012 - Romain Grosjean
- per l'anno 2011 - Lewis Hamilton
  • Team già premiati (click sul link per andare alla premiazione):
- per l'anno 2015 - Ferrari ... perchè dev'essere davvero davvero difficile trovare sempre qualcosa di cui lamentarsi.
- per l'anno 2014 - Ferrari ... una scuderia allo sbaraglio.
- per l'anno 2013 - McLaren ... sull'orlo di una crisi di nervi.

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