domenica 4 giugno 2017

I dieci piccoli complotti di Monaco 2017

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- Il complotto della seconda piazza monegasca -

Prima di tutto un po' di storia. 
2015: al culmine di una gara passata in testa, Lewis Hamilton ha visto sfumare ogni speranza senza neanche capire cosa sia successo. L'ingresso imprevisto di una safety car, le teste fumanti di tutti i tecnici costretti ad improvvisare, un errore di valutazione o forse solo una scelta sbagliata. Hamilton è rientrato ai box per il cambio gomme in un momento piuttosto critico della gara su ordine del muretto... e questo che gli costerà la vittoria, non potendo far altro che accodarsi proprio per colpa di una strategia del suo stesso team!
2016: in una gara costellata da strategie di pneumatici imbarazzanti, per qualcuno sarebbe stato soddisfacente già avere una strategia pneumatici. Questo è il caso di Ricciardo, in testa alla gara sino a quel momento, andato ai box per il cambio gomme e rimasto lì a guardar le stelle, perchè delle sue gomme non c’era neanche l’idea. Finito in seconda piazza, certo di esser stato privato di una gioia dal suo stesso team.
2017: due diverse strategie, una per sua stessa natura migliore dell'altra, uscite dallo stesso box e diretta a due diversi piloti con lo scopo preciso di avvantaggiare uno a dispetto dell'altro. Chi arriva primo festeggia, quello dietro prova il gusto amaro della canagliata subita dal fronte amico: il suo stesso team.
Insomma, senza andare ancora a ritroso: anche solo considerando gli ultimi tre gran premi pare evidente che a Monaco il secondo qualificato debba essere sempre vittima di un complotto della sua squadra. Che sia questo stesso un complotto? Che queste siano coincidenze? Io non credo.
picture from: @elena_jb17

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- Il complotto dello scherzo telefonico - 

Prima dell'inizio di un gran premio c'è un momento in cui i piloti rimangono soli con se stessi. Fino ad un secondo prima erano fuori dall'abitacolo, con i loro tecnici, parlano, progettano, ripassano strategie... o fingono di dire cose intelligenti perchè è pieno di telecamere proveninenti a 42 paesi differenti del mondo pronti ad immortalare ogni gesto ed ogni espressione. Insomma: devono pur sempre salvare la loro reputazione.  Poi entrano dentro la vettura, sprofondano nella posizione, hanno casco, passamontagna, auricolari: insomma : sono avvolti in un enorme cuscinone metaforico che attutisce il rumore ed il rumore esterno. La gara inizierà in pochi istanti, bisogna rimanere concentrati... fino a quando non ti viene sparata all'improvviso nel cervello la voce di Fernando Alonso. Uno che esordisce con Jenson my friend!. My Friend un corno, tra l'altro: gli ha lasciato da guidare, per puro capriccio, un tal catorcio di vettura che, ancor prima di partire era già arretrata di 15 posizioni. Uno si impegna pure a portare la vettura in Q3 (al primo tentativo, aggiungo io) ma se dall'alto, non ancora paghi delle 15 piazze, decidono di ravanare ancora un po' la vettura per partire dai box (a Montecarlo, aggiungo) come reagire? Non bastava partire dai box: ci vuole anche l'incubo di sentire la voce del nemico che rimbomba in testa... a sto punto perchè non mettergli direttamente despacito a ripetizione?
Questo è stato chiaramente un complotto del team, certo che fosse necessario pretendere che Jenson non facesse meglio di Alonso, giusto per evitare di doversi domandare a lungo se quella operata fosse la scelta giusta. Come non fare meglio di uno che la maggior parte delle volte non arriva neanche al traguardo? Distraendolo: perchè se nel momento di massima concentrazione pre-gara si rompe il silenzio la mancanza di concentrazione al momento giusto è solo una ovvia conseguenza: che la telefonata passata proprio in quel momento sia stata solo una coincidenza? Io non credo.

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- Il complotto... from France 2008 - 

Non capita spesso che Kimi Raikkonen vada in pole... ma quando accade Lewis Hamilton parte dalla 13esima posizione. Possiamo anche girare la frase. Non capita spesso che Lewis Hamilton parta dalla 13esima posizione... ma quando accade Kimi Raikkonen va in pole. L'ultima volta che questi due fatti più unici che rari sono accaduti contemporaneamente è stato nel 2008 in Francia: credete seriamente che questa sia una coincidenza? Io non credo.

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- Il complotto del pit stop - 

La vettura più lenta ed ammaccata degli ultimi tempi... e la beffa di aver effettuato il pit stop più veloce in gara. Lewis Hamilton finito a mangiare la polvere nelle retrovie di un catastrofico gran premio monegasco a causa delle scarse prestazioni dimostrate dalla sua vettura, ma una prestazione eccezionale da parte dello stesso team che quella vettura l'ha messa in piedi. In gomma. Su Strada. Insomma, ci siamo capiti. Davvero si tratta di una coincidenza? Io non credo.

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- Il complotto della maledizione mazzoninana -

La maledizione mazzoniana durante il week end ha fatto molte vittime, dal povero Vandoorne allo sciagurato Hamilton: due piccioni con una fava, una sola fattura in grado di farne fuori due in un colpo solo, in una curva sola. Ed era solo sabato. Ma di questo se ne è parlato fin troppo.
La maledizione mazzoniana è tornata a colpire anche domenica, anche con i più insospettabili. Pensate per un solo secondo al povero Sergio Perez, sino a quel momento fiero detentore di un record nel record: 15 gare consecutivamente concluse a punti, un gran premio monegasco incapace di offrire grandi gioie, un recupero in zona cesarini per rientrare nella zona punti... ed un finale indegno sviluppatosi solo nel momento in cui dall'alto qualcuno ha incominciato a tesserne le lodi. Sarà per caso una coincidenza questa? Io non credo proprio. 

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- Il complotto in pit lane - 

Nuove generazioni contro vecchie generazioni, l'esperienza contro il futuro che avanza. Il futuro che avanza e necessita di spazio verso le vecchie generazioni indisposte a lasciar la poltrona. Potrebbe essere la storia della nostra vita ma è ciò che è successo al primo giro del gran premio di Monaco. Che poi è il bello della Formula 1: c'è sempre una metafora da applicare alla vita reale. Jenson Button parte dalla pit lane, neanche l'onore di un piazzamento in griglia, per quanto sfigato che fosse, gli progettano una gara in rimonta: cambio gomme al giro 1 e via così fino alla fine della gara. Intanto al giorno d'oggi anche le gomme soft non sono più soft come un tempo. Tirano avanti benissimo. E comunque con questa McLaren non è che ci sia da confidare che riesca a concludere una gara. 
Insieme a Jenson entra ai box anche Wehrlein che, entrando per primo avrebbe preteso anche di uscire primo, ignorando allegramente le regole della strada, della pit lane e quelle della vita che impongono rispetto nei confronti della persone anziane. Gli taglia la strada, sgomita, si prende una posizione che non gli spettava e pretende di avere la meglio: chi pensa che si solo un fraintendimento con il box che ha dato il via libera nell'istante sbagliato chiaramente è ingenuo. Qui non si tratta di una mera coincidenza, è proprio una lotta generazionale, conclusasi con il buon senso dell'anziano che, per evitare il contatto alza il piede dal pedale e la prevaricazione del prepotente, comunque messo in castigo dai piani alti. In sostanza: si è trattata di una coincidenza? E' tutta una metafora della vita vera, io non credo affatto.

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- Il complotto della penalità fantasma -

Dopo essersi preso la posizione con la prepotenza Wehrlein ha deciso di tenersela ussando a proprio vantaggio l'impossibilità di sorpasso sul circuito in questione. Quello che non aveva capito è che se non riesci a tenere testa neanche alle prestazioni di una McLaren farlocca guidata da uno che ha pensato bene che allenarsi per la gara fosse una perdita di tempo, forse è il caso che ti togli dai piedi. Non togliendosi dai piedi il povero Jenson ha dovuto fare qualcosa, memore dei bei vecchi tempi dove, se uno ti stava sui piedi e te avevi abbastanza velocità più di lui, lo potevi sorpassare ha tentato di farlo. Solo che queste nuove generazioni non sono in grado di riconoscere il gesto: uno si è spaventato, l'altro non sa bene cosa ha combinato (visto che nella testa continuava a rimbombargli il vocione di Alonso) ed il fato ci si è messo di mezzo portando in scena il contatto più spettacolare delle ultime 3 generazioni, l'auto di Wehrlein ha preso il volo e si è piegata su un lato ed è finito a faccia al muro, come nel migliore dei castighi di scuola. Che poi è quello che si meritava per aver portato in scena il complotto di cui al punto 6, solo che se glielo si diceva apertamente ci sarebbe rimasto male, quindi, ancora una volta, l'anziano di buon senso si è preso la colpa, facendosi comminare una sanzione esemplare... che non sconterà mai. Ogni possibile protesta di Wehrlein è stata quindi messa a tacere senza aver danneggiare niente e nessuno: credete che sia una coincidenza? Io non credo proprio.

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- Il complotto dell'intervista maledetta - 

Quanto portato in scena da Hamilton al sabato ha dell'incredibile: prestazioni degne di una sauber qualunque guidata da un Ericsson qualunque, proprie, tuttavia, di un tre volte - quasi quattro - campione del mondo alla guida di una delle vetture migliori della pista. L'anno scorso avremmo detto LA migliore, oggi rendiamo merito alla Ferrari che qualcosa è riuscita a fare in tal senso. Si è fatto passare davanti almeno  tre o quattro di quelli che sarebbero potuti essere i giri decisivi per fare un buon tempo andando, una volta, a scivolare da un lato, un'altra a volta, a scivolare da un altro lato, la terza gli è stato impedito da un ciglio nell'occhio, alla quarta quasi si dava la colpa alla globalizzazione e all'effetto serra... poi per fortuna Vandoorne è finito a muro ed ha utilizzato la scusa dello spavento per finire largo, essere costretto a non terminare il giro e tutto quello che ne è seguito. Ma vi sembra una prestazione figlia del suo potenziale?
Chiaramente no: chiaramente si è impegnato moltissimo a non entrare un Q3, perchè entrare in Q3 di questi tempi, con la concorrenza che si ritrova, avrebbe significato un'altissima possibilità di finire a podio... e l'anno scorso con Justin Bieber a condurre le interviste finire a podio è stato bellissimo. Ma quest'anno? Se ti spunta un Nico Rosberg a caso, uno che è impossibile incontrare nel portone per aspettare l'ascensore insieme mentre si ritira la posta in cassetta, ma che ti tampina mentre fai jogging a Londra... che cavolo gli vai a dire? Momenti di imbarazzo su scala globale. Meglio stare più lontani possibile da questa eventualità. Avete creduto davvero che le scarse prestazioni della vettura fossero una mera coincidenza, un caso fortuito posto a vantaggio della Ferrari? Menti semplici che non siete altro, io non credo.

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- Il complotto principesco - 

Una volta giunti a podio, con tutto quello che ci ha portato fin lì che a questo punto inizio anche un po' a tralasciare, una cosa è rimabalzata automaticamente agli occhi anche del più sprovveduto degli spettatori: l'armonia cromatica della Principessa con il vincitore. O i vincitori, perchè dietro ad un podio composto per la maggior parte da piloti Ferrari risaltava in tutto il suo splendore la Principessa di Monaco anch'ella meravigliosamente vestita di rosso. Che sia stata una coincidenza cromatica? Con tutti i colori esistenti sulla faccia della terra, davvero questa può essere una coincidenza? Io non credo proprio. E' ovvio che la Ferrari dovesse andare a vincere: così hanno ordinato i piani alti. Con buona pace di Ricciardo al quale la mancata vittoria dell'anno scorso sta ancora un po' sul groppone.

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- Il complotto della Santa Devota -

Se non siete devoti alla Santa Devota la Santa Devota vi si rivolterà contro. Perchè non si scherza contro la Santa Devota, alla quale inizieranno certamente ad essere devoti piloti del calibro di Ericsson, autore di una delle uscite di pista più imbarazzanti, proprio alla Santa Devota, chiaramente perchè non era abbastanza devoto. Altrimenti chiunque sarebbe riuscito a tenere la vettura in pista in un momento in cui si stava semplicemente seguendo a velocità ridotta la Safety Car. Come non riuscirci tranquillamente, senza il minimo sforzo da parte di uno che guida per mestiere, se non contrastato da uno spirito superiore? Ed ovviamente in questo caso non si sta facendo riferimento alle gufate mazzoniane ma a qualcosa che regna ad un livello ancora superiore. Lo dice il nome stesso: Devota. Bisogna essere devoti alla Devota, mica come Vandoorne che, ridendo delle sciagure del collega profano, è finito anch'egli drammaticamente a muro alla stessa curva devota alla Santa Devota. Non crederete mica che sia una coincidenza il fatto che i due siano usciti alla stessa curva a pochi giri di distacco l'uno dall'altro? Vero?

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2 commenti:

  1. Mazzoni, l'uomo che nel 2006 pronosticò il passaggio di Schumacher in Mercedes insieme a Brawn. Tutto ciò che dice ha effetti devastanti. XD

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    1. Non so se era meglio Hamilton a fissar moscerini in prima fila, Vettel ribelle in ultima o Button che si è fatto riprendere perchè continuava a farsi gli affari suoi sbattendosene di tutto

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