giovedì 9 novembre 2017

I dieci fatti buffi degli Stati Uniti 2017

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Vet just did a Jenson

Quando i momenti sono epici restano tali per l’eternità… e modestamente l’ingresso cannato da Button qualche anno fa in Giappone resterà negli annali. Hamilton ribatezzò in questo senso l’operazione qualche anno più tardi, quando anche lui cadde nell’inganno del box sbagliato... ma non è certo stato il solo. O l’ultimo di una lunga serie. Ultimo ma non ultimo è stato Seb Vettel, anche se l’epicità è venuta un po’ meno trovandoci ‘solo’ in fase di prove libere e non in qualifica o in gara, però il gesto è significativo. Un ingresso al box Red Bull, troppo distante dai tempi in cui vestiva di blu per essere solo un gesto istintivo, troppo vivido per essere un gesto di distrazione. Questo è un lapsus bello e buono, questa è voglia di evasione, di fuga a gambe levate, di nostalgia canaglia per il passato che non tornerà e mera coscienza del futuro che non si realizzerà mai.

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Per fare bella figura

Team Haas, esistono anche loro. Li si vedono poco in giro, ma se aprite bene bene le orecchie dovreste riuscire a sentire la voce di Grosjean che si lamenta di qualcosa. No, seriamente, io non ho capito il senso di Grosjean. Già dai tempi della Renault, ma lì aveva un mucchio di capelli ed il suo ruolo era quello di cane da compagnia di Alonso, possibilmente in modo un po’ meno pacchiano del povero Piquet. Dopo il suo ritorno per un certo periodo ci ha fatto divertire molto raffigurando il degno erede di Maldonado ma, visto che Maldonado di fatto non era ancora morto, l’erede aveva seriamente poco spazio di manovra. Però è arrivato negli Stati Uniti con tanta voglia di far bene, il team è americano e sono in America. Il cattivone che odia Trump è in Mercedes, qua lo amiamo tanto e cantiamo inni a stelle e strisce urlando a squarciagola. Poi Magnussen si fa arretrare in griglia di partenza per i casini combinati in qualifica e Grosjean si schianta in FP3 andando a rovinare le prove libere a tutti: bandiere rosse solo per andare a recuperarlo. 

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Quel timido tentativo

di ricostruire la gang del bosco. I rapporti sono tesi, ma è evidente che da qualche parte c’è ancora quel sentimento nascosto, che scalpita per tornare a galla. Ham&Vet sul podio hanno combricolato ai danni di Bolt, troppo impegnato a leggere le domande da fare a Raikkonen da un cartoncino, perché sia mai che quello che gli esce dalla bocca in quel momento possa essere farina del suo sacco. Ham accenna a rovesciargli champagne giù per la schiena, mima il movimento, poi se ne pente… ma a Vet basta solo un cenno con la testa per convincerlo. Ham agisce, non se lo lascia dire due volte, e Bolt salta come una molla sotto lo sguardo severo e castigatore di Raikkonen: vediamo di non rendere ancora più difficili questi tormentati momenti di socialità. I bimbi paiono essergli sfuggiti di controllo. 

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Alonso non ha capito la strategia

Team radio interessante, per uno che in teoria avrebbe anche dovuto scoprire qualcosa sulla gara che stava percorrendo qualche minuto prima dell’inizio della gara… insomma, partire e farsela raccontare strada facendo non è esattamente il massimo che ci si possa aspettare e, se la vogliamo mettere su questo piano, non è neanche il meglio che ci si possa aspettare dare degli incompetenti al muretto in mondovisione… ma non vi preoccupate, il muretto sa bene come difendersi: infatti gli spengono la macchina e lo invitano a ritirarsi, oltre a cambiare squadra, se davvero crede. Se davvero qualcuno lo vuole. Se davvero qualcuno se lo prende. 

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Cani e porci

Anche Rosberg, dall’alto della sua scrivania di vetro con il finto casino organizzato a regola d’arte, ha da dire la sua sulla vicenda di Verstappen, depodiato con la forza. 

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Trash GP

Altissimi momenti di trash in questo GP made in USA che mi ha fatto anche dubitare sulla quantità lecita di trash nel mondo. Insomma: bisognerà pur stabilire un limite di tolleranza oltre il quale va posto un freno alla pratica. Qua già dall’ingresso in pista ho iniziato seriamente a dubitare dell’illegalità della faccenda: tappeti rossi, nebbie fitte, piloti che escono dalle nebbie acclamati come eroi di guerra da un indomito presentatore incerato come neanche John Travolta in Grease, pronto a snocciolare deliziose perle di saggezza biografiche e storpiare il maggior numero di cognomi possibili, circondati da cheerleader con pon pon in bella vista, musica assordante… ed il finalone dei finaloni: Vettel e Hamilton piazzati faccia a faccia intorno alla coppa delle coppe. L’ambito trofeo piazzato tra i due contendenti al titolo disposti a guardarsi brutto per qualche minuto per amor di spettacolo... sempre perché qui siamo ancora dietro a giocare al giocone del mondiale ancora aperto \ tutto può succedere. 

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Jos Verstappen

Non ha un account verificato ma è ben pronto a prendere in mano la situazione e non tenersene dentro una se gli toccano il figliol prodigo. Su twitter, of course. 

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10 anni

10 anni fa Raikkonen vinceva il suo titolo mondiale e io ricordo quel momento come fosse ieri. L’ho già detto che all’epoca ero una super fan-girl di Raikkonen, biondissimo, chiarissimo, magrissimo? 10 anni e ricordo esattamente il momento in cui mi sono seduta su quel divano, prima dell’inizio della gara, certa di dover soffrire come un’inetta per il terzo titolo di Alonso. Hamilton mi era piuttosto indifferente, in molti lo odiavano non capendo bene da dove diavolo fosse spuntato, io in realtà ero piuttosto neutrale. Non era Raikkonen ma dava filo da torcere ad Alonso, il che bilanciava piuttosto bene la questione. 10 anni fa il mio astio per Alonso stava ai massimi livelli, proprio una cosa incontrollabile, proprio fuori da ogni grazia di dio e – posso dirlo – di quel che era allora, oggi è rimasto solo un’ombra. Una timida parvenza: perché non ho aperto allora un blog? Perché ho aspettato tanto? Cosa mi ha frenato? Dieci anni fa: dieci anni buttati nel gabinetto se ancora ricordo il momento in cui, ad inizio gara, Hamilton ha combinato la sua bestialità, ha mandato in pappa la gara e il mondiale facendosi prendere dal panico, io mi sono girata, ho buttato la testa sotto i cuscini e ho visto davanti ai miei occhi rappresentarsi chiaramente l’immagine di Fernando – collofit – Alonso che trionfava e mi dedicava la vittoria. La bile non me la voleva perdonare ma qualcuno, seduto sulla poltrona accanto, ha tentato di farmi riprendere: mi ha convinto che per far vincere Raikkonen era normale che i due McL dovessero autoeliminarsi… ed alla fine dei giochi, inaspettatamente così è stato… ma io a tutto avrei creduto tranne che la vittoria di Raikkonen fosse una possibilità realisticamente realizzabile. All’inizio della gara i numeri te lo dicono, ma è solo una mera eventualità, improbabile conoscendo non solo la sfortuna di Raikkonen ma anche, e soprattutto, l’entità della fortuna di Alonso, ma quando i fatti volgono interamente a tuo favore, lì è il fato che parla. Lì è l'eterna lotta tra il bene e il male che trova la sua scappatoia, direzione happy ending. 
Ecco, questo è il mio piccolo tenero omaggio alla ricorrenza. Ora però se quel tortellino di Raikkonen la smette di farsi mettere i piedi in testa e se ne va in pensione credo che farebbe del gran bene al ricordo che i posteri potranno avere di lui. Ciao Kimi.

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Qual posto migliore

Tutti pazzi per Ocon, lo abbiamo notato? Il fanciullo sta incominciando a far strage di cuori anche tra i non addetti ai lavori. Sarà questo singolare statisticone che lo accompagna, saranno i successi nella - sepur breve - carriera o l'essere parte integrante del dynamic duo rivelazione della stagione. Ocon attira tutti intorno a sè come le api col miele... anche Emma Thomson, per dire, che non trova posto migliore per un autografo dell'alettone della sua vettura.

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In ginocchio da te

Almeno lui, almeno Hamilton, ci ha salvati dall'ennesima perla trash della settimana. Molti avrebbero scommesso, con tutto quello che è successo ai tempi del cane e del pupazzo, che sarebbe arrivato dritto dritto negli stati uniti e si sarebbe inginocchiato al momento dell'inno. Invece è stato impeccabile: lui! Il Re del trash... ci ha risparmiato trash, ha fatto finta di stare al gioco, entrando in pista tra le nebbie un po' meno imbarazzato e ingessato degli altri, ha ballettato, ha tenuto lo sguardo severo sulla coppa nel momento in cui lo hanno piazzato fronte a fronte con Vettel, ed alla fine non si è inginocchiato. Poi però sul podio ha chiesto a Bill Clinton, di salire accanto a lui in prima piazza perchè gli facessero una foto accanto a lui. Che poi... anche Bill Clinton non verrà ricordato dagli Stati Uniti per le politiche adottate nel corso del mandato, ma giusto per esprimere la propria preferenza per un Clinton a caso. 

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