giovedì 8 febbraio 2018

Domani è un altro giorno - 2017 Edition - Campionato costruttori

Domani è un altro giorno è l'appuntamento dalla cadenza annuale volta a premiare (con il mio personale riconoscimento) l'eroe della stagione. Colui che ha lasciato il segno, non solo nella storia della massima serie dell'automobilismo, ma anche e soprattutto sulla fiancata di quelli che lo circondano, sui muretti o sui guard rail. Insomma, coloro che hanno lasciato una traccia indelebile del proprio passaggio. 
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Nomination:

  "Domani è un altro giorno - Costruttori"

1) Ferrari tu conosci il nome ha creato solo confusione
2) Toro Rosso chiamatemi l'ufficio legale
3) Sauber perchè c'erano anche loro, nel caso non li aveste visti
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And the winner is...

Ferrari

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Tripletta clamorosa per il team di Maranello. Terza vittoria di campionato, ancora una volta assolutamente meritatissima. E ricordiamoci che, anche l'anno scorso, pur non vincendo andarono davvero davvero vicino.

Come non premiare loro con il "domani è un altro giorno award"? Come non guardarli in faccia dopo l'ennesima delusione motoristica e non augurargli, con una pacca sulla spalla, che in fondo in fondo il tempo è l'unica cura possibile (grazie Max, tra l'altro) e che guardando avanti le cose non potranno far altro che migliorare? Perchè il premio del domani è un altro giorno non è che viene attribuito a tutti quelli a cui le cose vanno male, sarebbe troppo facile. Statisticamente se le cose vanno male non possono far altro che migliorare. Qui si premia proprio il mai una gioia, la delusione, quel per un attimo ho pensato di farcela eppure..., insomma: è un sentimento complesso che è più facile capire che spiegare a parole e, vi assicuro, che in Ferrari lo hanno capito benissimo.
All'inizio della stagione le cose parevano quasi andare per il verso giusto. Dopo un decennio di brutte figure, parole al vento, delusioni marcate e maratone di face palm, finalmente la vettura ha offerto ai suoi tifosi una gioia. Il campionato si è aperto con una vittoria in Australia ma salire sul carro dei vincitori alla prima gara non mi sembra la migliore delle strategie. Quantomeno da un punto di vista scaramantico. Per qualche gara l'hanno fatta vedere a tutti, Hamilton in Mercedes ha zoppicato un po', Bottas non era esattamente della partita, Raikkonen fungeva espressamente la funzione di galoppino da contratto ed è stato fin troppo facile montarsi la testa.
Il problema è che, mentre loro se la montavano, quelli di là la abbassavano per offrire uno sviluppo decente alla monoposto. Il risultato è stato disarmante. Una sconfitta che ha pesato, più che sull'aspetto meccanico delle vetture, su quello emotivo. Più in Mercedes miglioravano e lavoravano su questo aspetto, più in Ferrari si innervosivano e combinavano pasticci. Eclatante quello di Singapore ma di certo non il primo e non il più marcato. A mia opinione il momento esatto in cui in Ferrari hanno mandato a monte il mondiale è stato Silverstone. Singapore è stato il momento in cui anche loro lo hanno capito.
Questo lo dicevo ad agosto:
No, perchè io ricordo - e non era affatto tanto tempo fa - l'anno in cui la Ferrari (Alonso, ndr) chiuse la prima metà di campionato con 40 punti di vantaggio sul secondo, vaneggiando in termini di "amministrazione del vantaggio", per perdere inesorabilmente tutto... ed anche un po' di più... proprio dal Belgio in poi. Giusto in tempo perchè Vettel (all'epoca l'altro) riuscisse a portarsi a casa il titolo mondiale. Questa stagione sta lentamente andando ad assumere sempre più i tratti di quella là. 
Ad agosto eravamo nel bel mezzo della pausa estiva, Vettel aveva appena vinto in Ungheria e la Ferrari si stava già autocoronando campione della fuffa assoluta. Il rientro in pista dopo l'estate mi ha dato assolutamente ragione. E' evidente il miglioramento tecnico delle vetture ma ancora più evidente il fatto che le gare e i campionati si vincono anche con altro. Vettel dovrebbe ben saperlo... la Ferrari no. Ha portato titoli mondiali a chili quando c'era un'evidente superiorità motoristica, ha perso la bussola non appena ha trovato dei concorrenti. Almeno metà campionato lo hanno trascorso a guardare i difetti altrui, ad elaborare strategie folli sulla base delle quali sacrificare Raikkonen avrebbe dovuto in qualche modo dare vantaggio a Vettel. Hamilton in Ungheria ha restituito la posizione a Bottas. Si può dire che sia stata una sconfitta del karma o la buttiamo sul realistico e imputiamo tutto ad una certa mala gestio del team?
Ma riguardiamo la stagione nel dettaglio.
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Australia: Sebastian Vettel - dritto verso l'obiettivo a testa bassa. Debutto figlio della buona sorte per Sebastian Vettel tornato ad essere quello di qualche anno fa. Ha abbassato la testa non ha chiesto niente a nessuno ed è giunto sino alla bandiera a scacchi portando a casa la sua quarta vittoria in tre anni, il che non è certo un gran risultato per uno che in teoria dovrebbe vantare quatto titoli mondiali. Quattro titoli mondiali che sembrano già un'eternità fa. Ci ha persino deliziato con un ballettino ormai entrato nella storia dei Meme della Formula 1 e che non ripubblicherò qua per decenza.
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Cina: Vettel rompe gli indigi. Una gara terminata in seconda posizione per Sebastian Vettel che, alla luce di come stava andando fino a metà, non può far altro che leccarsi le dita ed essere soddisfatto di quando è stato in grado di recuperare. Arenato dietro Raikkonen dopo il primo giro a cambiar gomme, si è trovato in una pessima situazione. Raikkonen, anche davanti alle presunte difficoltà della vettura, non si è reso disponibile a lasciar passare il compagno con molta facilità il quale, una volta intuito come sarebbero andate a finire le cose, ha rotto gli indugi, finendo in zona podio in un paio di giri e facendo anche le scarpe a Verstappen alla prima occasione.
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Bahrain: Vettel pippa Hamilton in partenza. E non c'è più gara per nessuno. E l'ego Ferrari torna a gonfiarsi. 
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Russia: Le scarpette rosse di SebVettel. Non cercate di indagare su quale fosse la chiave del successo per Seb Vettel prima dia pprodare in Russia: la soluzione è la scarpetta magica. Una nuova super tecnologia applicata agli indumenti in grado di trasformare un semplice scarponcino in qualcosa che... che... insomma. In qualcosa che, prima di tutto, deve essere indossato ai piedi. Con il quale deve andare a pigiare gli stessi pedali che ha sempre pigiato, ma meglio. Mica per niente in Russia quest'anno Bottas si è portato a casa la gara. Bottas! Ho come l'impressione che qui l'attenzione stava già per orientarsi su dettagli secondari.
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Spagna: quel paio di scorrettezze rimaste impunite. Certamente Vettel non può essere più felice di così, a trovarsi casualmente su una ferrari tornata a fasti d'un tempo. Stava quasi per concretizzarsi il miraggio del quinto titolo mondiale ma già a partire dal gran premio di spagna qualcosa da rimproverarsi però lo ha. Certo, non è colpa sua il decadimento di certe prestazioni della vettura giunte nel momento di maggior bisogno... ma mettiamola come una questione karmica. Il Karma ha aggiustato quello che in altri momenti di gara è rimasto impunito. Tipo quel doppio/triplo/quadruplo cambio di direzione prima di superare Bottas o una certa foga nello sbatter fuori pista Hamilton al rientro di pit stop.
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Monaco: questa non gliela dovevate fare. Nuova vittoria per Sebastian Vettel, pronto a mettere un ulteriore piedino avanti in classica iridata senza guardare in faccia a nessuno. Il vero problema è che a questo giro la fiaccia alla quale non ha prestato molta attenzione è quella di Kimi Raikkonen... il che ha lasciato un po' d'amaro in bocca a tanti. Mettiamola così: il modo in cui è andato a vincere Vettel è stata una vera canagliata di squadra, due diverse strategie, una per forza di cose migliore dell'altra uscite dallo stesso box e diretta a due diversi piloti con lo scopo preciso di avvantaggiare uno a dispetto dell'altro. Quello che lascia l'amaro in bocca è che il "dispetto" sia stato fatto a danno di Kimi Raikkonen del cui trionfo dopo la pole del giorno prima eravamo già tutti pronti a gioire e sarebbe stato veramente un bel momento per lo sport in generale. Secondo motivo: il fatto che non ce ne fosse affatto bisogno, il mondiale è ancora lungo, Vettel è già in testa alla classifica e in questa gara era davvero scontato tenere Hamilton a distanza di sicurezza. Terzo motivo: l'averla fatta tanto sporca. Quantomeno sarebbe stato di buon gusto che Vettel festeggiasse un po' meno sul podio.
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Canada: Tutta la boria mostrata dal Ferrari's boyz nei giorni precedenti alla gara è venuta meno nell'esatto istante in cui i semafori rossi si sono spenti e non uno... ma ben due di quelli che stravano belli belli piazzati dietro hanno beffato Vettel: erano Verstappen e Bottas, pronti a combattere per riservare un minuto di gloria nella storia tutto per sè. Qualcuno in giro per la pista si spiaccica, entra la Safety Car ... e questo non sarebbe dovuto essere neanche un loro problema se non per il fatto che l'alettone di Vettel deve essere sostituito e nessuno se ne era accorto un solo secondo prima: rientro al box forzato e ritorno in pista in 18esima posizione.
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Azerbaigian: uno dei punto più bassi della storia. Inutile che torno a raccontarvelo. Ipotizzando per un solo istante che Vettel abbia avuto l'impressione che Hamilton abbia rallentato eccessivamente (teoria smontata successivamente dalle telemetrie della vettura che non riportano alcuna frenata ed alcun rallentamento), capisco che gli sia finito dentro e che lo abbia voluto mandare al diavolo. Ma quella storia dell'affiancarlo e andargli addosso? Ma neanche in tangenziale all'ora di punta.
No, seriamente, io capisco il tifo sfrenato ad ogni costo per una Ferrari che dopo anni è tornata a vincere qualcosa, però cosa c'è da difendere ad ogni costo? Questa è stata una porcata punto e basta.
Qualcuno, dopo il GP di Baku, si deve essere domandato: non è che ho fatto una ca**ata? 
State tranquilli che quella persona non era Vettel. Qualcuno deve essersi reso conto di aver sanzionato un pilota che prende a sportellate volontariamente un altro pilota con soli 10 secondi di penalità... qualcosa tipo un buffetto sulla guancia facendosi promettere che non lo farà mai più. 
Quindi l'idea geniale: perchè non aggiungiamo qualcosa? Riaperte le indagini in palese violazione di uno dei principi cardine di ogni ordinamento democratico, una settimana intera a discutere se fosse giusto o sbagliato, a calcolare e ricalcolare quante parole del gatto sono state pronunciate ai fini dell'accertamento del dolo della condotta, a rimestare nel torbido e giudicare i gidicanti fin quando non si è deciso per un bel tarallucci&vino bipartisan.

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Austria: dopo la vicenda di Baku in Ferrari si saranno ritrovati tutti con i nervi a fior di pelle e non c'era verso di placarli non si placano: se a Baku hanno visto una frenata di Hamilton che neanche le telemetrie sono state in grado di rilevare, questa volta è il turno del jump start di Bottas. Dopo i primi quattro replay che hanno seguito il lancio del sasso sinceramente non avevo idea di che diavolo stessero parlando tutti quanti: il mio occhio non era assolutamente in grado di percepire alcuno scatto anticipato. Poi è giunto il quinto replay ed allora mi è giunto il sospetto di non essere più completamente lucida. Alla fine è giunta la comunicazione ufficiale. Non c'è stato alcuno jump start: Bottas è partito regolarmente, con dei riflessi ammirevoli ma regolarmente. Ma se passi metà gara a lagnarti delle partenze altrui la cosa meno grave che i può capitare è di non concentrarti sulla tua strategia: risultato finale una nuova vittoria regalata a Bottas.
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Gran Bretagna: London calling. Partiamo da un punto di partenza imprescindibile: la gara di Vettel a Silverstone ha fatto pietà. E non c'è  nulla che riguardi da vicino quella settima piazza di chiusura finale. La schifezza vera e propria è nata sin dall'inizio, si da quando riesce a partire abbastanza male da perdere la posizione su Verstappen. Venti giri passati dietro di lui senza riuscire a superarlo e poi l'idea geniale: il metodo più figo di tutti per riprendersi quanto è di diritto. Anticipa il cambio gomme e, guardacaso, quelle stesse gomme che ha messo troppo in fretta lo abbandonano ad un giro dalla fine esplodendo malamente ed obbligandolo a rientrare per una sostanza in zona cesarinissssssimi. Scivola, in men che non si dica, dalla terza alla settima piazza probabilmente ringraziando il cielo di essere riuscito a concludere a punti. O forse, molto più probabilmente, non ha ringraziato niente e nessuno ma ha tirato giù cristi in almeno un paio di lingue, forse tre, che sono quelle con cui ha maggiore dimestichezza al momento.
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Ungheria: #FreeKimi. Mentre Vettel si diverte a bomba curvando per andar dritto e tenendo il volante dritto per curvare (problema noioso allo sterzo che tralascio) là dietro c'era un uomo... un uomo che sarà stato anche di ghiaccio ma che aveva delle esigenze. Per esempio quella di non farsi prendere a calci nel sedere dagli uomini Mercedes. Invece Kimi-mai-una-gioia-Raikkonen non ha diritto ad alcuna soddisfazione: lo dice il contratto. Anche se Vettel ha degli apparenti problemi tecnici, anche se Vettel non riesce a tenere una velocità decente, lui non ha diritto a tentare un sorpasso. O ottenere un sorpasso se Vettel cortesemente si toglie dai piedi con spirito di fratellanza ed amicizia. O sportività. E' stato bello sentirlo ribellarsi in team radio. E' stato triste essere costretti a rimanere impassibili davanti all'ennesimo soppruso dei potenti a danno degli indifesi. #FreeKimi

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Belgio: amministratore di vantaggio.
La volta in cui Vettel ha avuto il maggiore distacco da Hamilton è stato di 2 secondi: in sostanza, un'intera gara attaccato al suo deretano e non sei riuscito a fare niente di più? 44 eterni giri di inseguimento e neanche un tentativo di sorpasso. 44 giri ad un secondo e mezzo di distanza, un distacco freddo, calcolato, fatto giusto in modo perchè nessuno da dietro mirasse alla sua posizione ma senza prendersi alcun rischio per fare un balzo in avanti. E magari ha fatto pensava anche di fare bene perchè avendo ancora 7 punti di vantaggio su Hamilton in classifica generale ma... intendeva veramente andare a vincere il mondiale calcolando il rischio minore, non sorpassando se proprio non necessario e amministrando il vantaggio?
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Italia: 36 seconds. Cari amici ferraristi, non sforzatevi di capire cosa non andasse sulla Ferrari di domenica scorsa. E' lo stesso team a non aver capito cosa possa esser successo e, francamente, credo che pecchino un po' di ingenuità. All'inizio hanno temuto la pioggia, promettendo che sull'asciutto le cose sarebbero andate meglio. Poi è arrivato l'asciutto e... sempre meglio di una McLaren (come direbbe Alonso). 
Ingenui che non sono altro: il vero problema è la presenza di Marchionne ai box, opera subdolamente ma incessantemente. E non venitemi a dire che non credere a queste cose e che son tutte superstizioni: la verità è davanti agli occhi di tutti. Oppure qualcuno mi vuole trovare una motivazione più convincente ai 36 secondi di ritardo di Vettel su Hamilton?
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Singapore - la grande partenza. Questo è stato certamente l'evento dell'anno ed è quello che accomuna i vincitori del domani è un altro giorno piloti e costruttori: l'intero team Ferrari e Max Verstappen protagonisti della partenza col botto per antonomasia. In prima fila Vettel e Verstappen. La domenica ci ha accolto sotto ad un simpatico scroscio di pioggia, una cosa che avrebbe potuto tranquillamente far posticipare l'inizio della gara ma, a quanto pare, al di fuori del terreno dell'Unione Europea siamo un po' tutti meno suscettibili. Raikkonen dalla seconda fila tenta di fare un passo più lungo della gamba, Verstappen spererebbe di non farsi fregare da nessuno, Vettel mira a non farsi fregare la pole position dal nano. Peccato che queste tre traiettorie mirino tutte esattamente allo stesso punto e l'impatto è inevitabile. E devastante. Verstappen e Raikkonen muoiono sul colpo, Vettel rantola un po' più in là, poi inciampa sulle sue stesse stringhe e sfracella metà vettura contro una barriera protettiva e percorre metà pista in retromarcia prima di fermarsi.Tutto il resto è storia.
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Malesia: crederci sempre, arrendersi pure. Come se le cose non fossero tracollate abbastanza a questo punto del campionato, la Malesia ha dimostrato ancora una volta come le strategie di gara siano ancora più importanti della prestazione della vettura. Ci sono stati diversi momenti chiave della gara di Vettel. Tipo quando la vettura è venuta meno ed è stato costretto a partire ultimo. Ma non credo. Tipo quando Alonso non gli ha permesso di agguantare Ricciardo. Ma non credo. 
Il vero momento è arrivato nel momento in cui ha ritenuto priorità assoluta l'undercut su Bottas, che è riuscito, ma a quale prezzo? A metà gara lui, o chi per lui, devono aver ben pensato che anticipare il pit per riuscire a superare Bottas fosse una bella idea: mica tanto per una strategia a una sosta che ti obbliga a concludere la gara con le Super-super-ultra-mega Soft. A 10 giri dalla fine le gomme hanno ceduto e non c'è stato più verso di combinare qualcosa di buono. Forse, e dico forse, tentare un sorpasso alla vecchia maniera su Bottas e cambiare le gomme giuste al momento giusto e tenerle fino al termine della gara magari avrebbe aiutato.
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>Giappone: No power. Devo aggiungere altro? 
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USA: Vettel beffa Hamilton ma getta subito la spugna. Buona partenza di Vettel che prende il via con la partenza che non ti aspetti, il colpo di reni dalla sua seconda posizione che avrebbe potuto dare la svolta alla gara. Non mi sarei mai aspettata che, dopo una partenza del genere Vettel gettasse la spugna tanto facilmente. Non mi sarei aspettata che Hamilton con calcolasse quanto fosse preferibile arrivare infondo alla gara piuttosto che arrivare primo. Eppure Hamilton non c’è stato: non c’è stato ad amministrare il vantaggio, in gara si è preso in suoi rischi, al giro 5, superando Vettel e riprendendosi la piazza. 
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Messico: la grande partenza, p. II. Stessa scena già vista a Singapore, cambio di protagonisti. Almeno in parte. Cambia solo Hamilton, che al giro precedente se la era scampata. Vettel e Verstappen avrebbero dovuto imparare la lezione... eppure... eppure Vestappen questo gran premio, alla fine, se lo vince. Hamilton questo campionato, alla fine, se lo vince. Vettel è l'unico che porta a casa il caro vecchio moccolo, quello che è costretto a reggere fino alla fine del campionato.
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Brasile: Vettel pippa Bottas. Ora? Lo supera in partenza e non c'è verso che almeno faccia finta di provarci a farsi rispettare dal proprio prossimo. Dopo tre secondi di gran premio è il seconda posizione e tale arriverà alla fine della gara. Amen: campionato del mondo concluso per tutti.
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Abu Dhabi: remi in barca time.  Questa non la considero neanche.
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  • Piloti già premiati (click sul link per andare alla premiazione):
- per l'anno 2017 - Max Verstappen ... una quotidiana guerra con la razionalità.
- per l'anno 2016 - Lewis Hamilton ... sconfitto nella sua battaglia più dura, quella con l'ego.
- per l'anno 2015 - Fernando Alonso ... un uomo sull'orlo della crisi di nervi.
- per l'anno 2014 - Sebastian Vettel ... dalle stelle alle stalle in nove mesi netti.
- per l'anno 2013 - Mark Webber ... con tutti gli acciacchi di salute suoi e della vettura.
- sempre per l'anno 2012 - Michael Schumacher - premio alla carriera.
- per l'anno 2012 - Romain Grosjean
- per l'anno 2011 - Lewis Hamilton
  • Team già premiati (click sul link per andare alla premiazione):
- per l'anno 2016 - Red Bull ... vorrei ma non posso.
- per l'anno 2015 - Ferrari ... perchè dev'essere davvero davvero difficile trovare sempre qualcosa di cui lamentarsi.
- per l'anno 2014 - Ferrari ... una scuderia allo sbaraglio.
- per l'anno 2013 - McLaren ... sull'orlo di una crisi di nervi.

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