sabato 1 febbraio 2014

2014: Lui non ci sarà # Mark Webber

Tutto ebbe inizio in quel lontano 2001 in Benetton. Se quella nella foto vi sembra, per puro caso, una Renault abbandonata nelle mani di quattro brutti ceffi in piazza San Marco a Venezia: avete ragione. In ordine di comparizione: Button, Fisichella, Alonso e Webber durante la sobria cerimonia di presentazione della vettura made in Briatore.
- Il debutto di Webber in Formula 1, quindi, avvenne indossando una deliziosa tutina blu: ma questo non portò ad un accidente. Quell'anno piloti ufficiali del team erano Jenson Button e Giancarlo Fisichella. Quello che non molti avranno intuito è che, mentre gli altri guidavano, le riserve in panchina stavano approfondendo la loro amicizia. E stringendo un patto con il diavolo.

- L'anno successivo la Benetton di Briatore fallì... e risorse sotto le mentite spoglie della Ranault di Briatore. Alonso seguì il maestro, mentre Webber trovò al sua strada in Minardi, diventando per la prima volta pilota titolare. Lì pensò bene di stupire tutti con effetti speciali giungendo ben quinto alla sua gara di debutto. C'era chi vide subito un grande campione... quindi si affrettò a smentire tutti in gran fretta non centrando neanche la zona punti per il resto della stagione. Chissà come mai ma, anche il suo percorso in Minardi, si interruppe presto.
- Nel 2003 fu la volta della Jaguar, appena nata dalle ceneri della Stewart, ed anche in questo caso raccolse più ritiri che punti iridati. Dopo due anni qualcuno gli stracciò il contratto e lui fece le valige ancora una volta.
- 2005: Williams. A Monaco giunse il primo podio: una terza posizione che non si butta via. A fine anno concluderà con un bottino di ben 36 punti... purtroppo non utili a compensare quei soli sette miseri punticini dell'anno successivo che lo videro, pertanto, ancora una volta obbligato a cercarsi un'altra aluccia protettiva.
- Quella successiva fu la scelta definitiva: RedBull. Una grande storia odi et amo morta proprio sulla crisi del settimo anno. Nel corso del primo anno i punti portati a casa non furono un granchè ma venne il turno di un nuovo podio, terza posizione al Nurburgring. Le ambizioni non erano alte ma si viveva felici.
Nel 2009 purtroppo la svolta epocale: una svolta di nome Sebastian. Un piccoletto biondino antipatico e spocchios, convinto di essere l'erede di Scumacher... che nello stesso anno gli ha rifilato due posizioni in classifica generale di distanza e si diplomò campione del mondo nei quattro anni successivi. Roba da trovarsi con un versamento di bile in atto senza capire da che parte si è passati per giungere fin lì.
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Non tutti sanno che...
(aka notizie prive del minimo interesse)
- Nome completo: Mark Alan Webber. 
- La prima passione motoristica fu il motocross. Solo in un secondo momento passò alle quattro ruote.
- Nel novembre del 2008, in occasione del primo Mark Webber Pure Tasmania Challenge, a bordo della sua bicicletta fu investito da una macchina. Si ruppe una gamba... ma tornò a correre in meno di tre mesi!
- E' sposato con Ann Neal, una che nella schiera delle PaddockGirls non appartiene nè alla categoria delle "semprepresenti", nè a quella delle "sono a casa a lavare i panni". E' una via di mezzo: c'è sempre, ma non la noti. Forse perchè la confondi con la madre. Con ben 15 anni anni di differenza si definisce per lui come una manager, amante, consigliera e mamma. Sostanzialmente le basi per una relazione malata. Lui su di lei: «Senza Ann, oggi sarei ancora in Australia, probabilmente a pascolare pecore in una fattoria».
- E' portatore sano della lotta pro-quote rosa in Formula 1. Dalle sue parole: «Nel mondo della F1 ci sono poche donne nei ruoli chiave» [...] «La F1 è un mondo maschilista e chiuso, freddo come una sala operatoria».
- L'unico che sentirà veramente la sua mancanza sarà Alonso.

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