domenica 13 luglio 2014

Girovagando per il mondo

Ora, immaginatevi per un attimo di essere, ipoteticamente, davanti alla grande tavolata dei piloti in uno di quei giovedì di sessioni di autografi. Tutti i banchetti in fila, tutti i team, tutti i piloti messi a disposizione di un po' di sano marketing. Sì, vengono pagati profumatamente anche per questo. Fingendo anche per un istante che davanti a ciascuno di loro non ci sia molta coda, cosa inutile ad immaginarsi neanche per andare in posta, ma la fantasia se deve operare che lo faccia per bene, ecco: voi a chi andreste a chiedere l'autografo o con chi andreste a cambiare due chiacchiere?
Ora, se fossimo tutti Stella Bruno andremmo da Rosberg, Kvyat, Massa ed Alonso... grossomodo gli unici che parlano italiano. Posto, però, che nel nostro mondo immaginario, siamo anche in grado di disquisire in un fluente inglese figlio della migliore British School, le scelte sono decisamente più aperte.
Io, per dire, partirei avvicinandomi al banchetto di Vettel, a fargli i complimenti per la paternità ed a vantarmi del fatto che, nonostante si abbia la stessa età, io ancora sembro più giovane. Lui mi potrebbe far notare che, nonostante si abbia la stessa età, lui ha già vinto quattro titoli mondiali mentre io sono ancora in lizza per la coppa del nonno, ma queste sono formalità. Coglierei quindi l'occasione per sottolineare il fatto che non lo trovo affatto antipatico ed apatico come dicono tutti e che, se non fosse già tedesco, sarebbe un genovese perfetto. Mi conquisterei quindi la sua simpatia e potrei finalmente spingermi a consigliargli di lasciar perdere ogni speranza di vincere qualcosa quest'anno, dopo tanto lavoro un anno in scioltezza se lo può pure permettere. 
Passerei quindi al banco Mercedes dove, prima di tutto, andrei ad importunare Lewis Hamilton, con il quale non è neanche necessario compiere quelle prime mosse per rompere il ghiaccio già che, chiamandolo semplicemente "bro" si andrebbe lisci come l'olio. Mi informerei prima di tutto sui cani, come stanno Roscoe e Coco, chiedendogli come mai è da un po' che non appaiono in foto. Aggiungerei qualche domanda indiscreta sulla Pussycad Doll, giusto per sapere se intende sposarsi entro l'anno oppure no... e se capitasse mi prodigherei anche in qualcuno di quei consigli da sorella maggiore, quelli del tipo "ma riflettici bene", "non puoi mandare tutto all'aria così" ma anche"però persa a lei.... non può rimandare ancora di molto l'idea di avere un figlio". Parole buone per tutte. Ovviamente non mancherebbero i complimenti per l'ultima vittoria si Silverstone ma aggiungerei anche che non è il caso di appoggiarsi troppo sigli allori: Nico ti può ancora fare le scarpe. A quel punto, già che la confidenza si è già tramutata in amicizia, con sicura sfacciataggine gli chiederei di regalarmi anche uno dei berrettini che da vero VIP si è fatto personalizzare. Se non dovessi cedere gli farei pesare ulteriormente il fatto che non più di due anni fa ero probabilmente l'uica persona sul pianeta Terra a favore del suo trasferimento in Mercedes. Ed ho avuto ragione. Abbiamo avuto ragione.
Trovandomi già lì parrebbe veramente brutto non salutare anche Nico, passando, senza neanche far troppo fatica, a metà del discorso, dall'inglese all'italiano, certa che comunque lui mi capisca in ogni caso. La cosa potrebbe anche far impazzire Lewis, ancora lì a fianco, incapace di capire di che si sta parlando e, soprattutto, se si sta parlando di lui. Il che lo potrebbe mandare su tutte le furie e farci assistere ad un altro di quegli spettacolini da rapper furioso che metterà sicuramente in scena ogni volta che qualche pensiero brutto gli gira per la testa. A Nico, prima di tutto, chiederei il berrettino autografato. Non sarà personalizzato e controfirmato, in edizione limitata, come quella di Lewis ma mi parrebbe brutto piazzarli su due piani diversi. E poi sarebbe uno di quei cimeli da collezione di cui mi vanterei moltissimo. Nel caso in cui dovesse negarmi la pretesa avrei tutta una serie di carte ad giocarmi:
1. Occhio che ti sguinzaglio Stella Bruno!
In via subordinata, nella denegata e non creduta ipotesi in cui il primo sistema non dovesse funzionare
Brasile 2006\2012
2. Partirei con la commemorazione storica delle volte in cui, tifando per qualcuno, l'ho portato seriamente alla vittoria. Brasile 2012: Vettel vs Alonso. Alonso sul podio, Vettel sesto... e nonostante tutto (vedi cronaca di quei giorni) Vettel vince il suo terzo titolo mondiale. Stesso posto, stessa ora, stesso bar: Button vince il Gran Premio. Hamilton, che ancora a fianco a noi cerca di cogliere il senso di qualche parola, manda in pappa la vettura priam della fine: solo e soltanto perchè, in quel momento, stavo puntando già su Vettel e Button. Più di tanto non posso fare nemmeno io.
Vogliamo restare in tema Hamilton? 2008: una volta svanite le chance iridate di Raikkonen, quell'anno, della Ferrari non me ne fregò poi molto. Ne sente ancora oggi il peso sulle proprie spalle il povero Pippo Massa rimasto senza titolo e senza gloria all'ultima curva, dell'ultimo giro della gara di casa. Quindi sì: Lewis mi deve ringraziare ed è anche per questo che mi merito il berrettino di cui sopra. Dov'ero nel 2007 quando, invece, all'ultima gara dell'anno quel titolo lo perse? Ovviamente con Raikkonen: e fu l'unica botta di culo che quel ragazzo ebbe in 20 anni di carriera. Coincidenze? Io non credo.
Qualcuno a questo punto obietterà: e come mai allora Button da almeno due anni a questa parte pare l'ultimo degli sfigati? Perchè purtroppo anche il mio effetto va un po' a svanire con il tempo. Un po' come gli Arbre Magique: ho dato il mio meglio nel 2011, appena fatta uscire dalla confezione, poi ho fatto un po' quel che si poteva, fusi orari permettendo. E comunque più di un quarto posto a Silverstone non si sarebbe potuti andare, siamo onesti.
In sostanza, caro Rosberg. Se vuoi battere Lewis ti conviene avermi dalla tua parte. Punto.
Mollato finalmente il tavolo Mercedes con un gran bottino, tocca obbligatoriamente una cappatina al banco Ferrari, una larga circumnavigazione della postazione di Alonso che, nonostante il suo culo leggendario, sono 10 anni che rimane a bocca asciutta di titoli mondiali... ed anche questa, ve lo dico, non è affatto una coincidenza, per recarmi a salutare Raikkonen. Al banco troverò un Raikkonen decisamente invecchiato e peggio conciato dei tempi in cui gli ho fatto avere il mondiale. Gli augurerò tutto il bene possibile per se e per il suo prossimo futuro, quindi, facendo in modo che nessuno se ne accorga, specificherò che questo significa di mollare a breve sto team di cialtroni. Cialtroni metaforicamente parlando, si intende. Gli consigierò anche di lasciar perdere con sta faccenda di Twitter, perchè non fa per lui... anche se 140 caratteri, in alcuni casi, sono più che sufficienti per esprimere il concetto.
A quel punto, non resterebbe altro da fare che proseguire il mio percorso sino al tavolo McLaren fino a Jenson Button. Urgerebbe fargli notare che se dimagrisce ancora un po' potrebbe scomparire dalla faccia della terra, quindi non potrei trattenermi dal mio urlo di terrore, che non guarda in faccia a nessuno, mi dispiace, "tutto rosa! Tutto rosa!". Prima di quel giorno dovrei anche vedere un po' come tradurlo in inglese perchè suoni bene come in italiano. Con pacatezza e sensibilità non metterò affatto in discussione la presenza del padre sempre pronto a vegliare su di lui in ogni momento della giornata ma solleverei obiezione sul fatto che tutto questo rosa nuoce gravemente alla salute. E poi il cappello di Grande Puffo era rosso, non rosa. Anche se rosse esistono già le divise Ferrari e con certa gente è sempre meglio non immischiarsi.
Alla fine mi guarderei un po' intorno e mi domanderei se fossi ormai troppo vecchia per essere lì visto che, alla fin dei conti, gli unici piloti ai quali mi ero rivolta erano, chi più chi meno, le "vecchie guardie". Un po' incomincio a capire quelli che guardando la Formula 1 odierna rimpiangono, rimuginano sui vecchi fasti di (in ordine sparso) Senna, Prost, Hill e chi per essi. Io un po' rimpiango quelli di Montoya ma non ho ancora visto una intera generazione di piloti andar via ed essere sorpassata da quella dopo. Prime avvisaglie forse potrebbero essere le conquiste di gente tipo Hamilton o Vettel ai danni di altri tipo Massa, Raikkonen o Alonso... ma i Massa, i Raikkonen e gli Alonso in questione, pur essendo ormai pezzi da museo tenuti in piedi solo per il buon nome che si portano dietro, ancora non sono stati defenestrati. Finiremo però nei prossimi 4 o 5 anni a tifare per gente tipo Ricciardo o Bianchi? O Chilton? Mi guardo attorno e mi domando: dovendo scommettere su chi tra tutti questi riuscirà veramente a portare a casa qualcosa, su chi puntare?
Hulkenberg che, intanto, zitto zitto, buono buono, quest'anno si è portato, prima di tutto, a casa 9 gare su 9 finendo sempre a punti. Da qualche anno ha già incominciato a farsi notare, un po' qua ed un po' la. In molti team più blasonati hanno incominciato a metterci gli occhi sopra trattandolo come se ormai fosse un elemento imprescindibile dello schieramento. Mi avvicinerei quindi al suo tavolinetto e, timidamente, chiederei l'autografo anche a lui. Se poi ho avuto ragione tra 10 anni ritirerò fuori il prezioso cimelio e potrò vantarmi di averlo sempre saputo. Altrimenti guarderò quella maledetta cartolina e mi domanderò "ma chi era Hulkenberg?"
E voi da chi andreste?

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