martedì 30 agosto 2016

I 10 fatti buffi di Belgio 2016

1. Versbatten contro tutti. Che Verstappen sia un piccolo teppista già lo si sapeva da un pezzo. Hanno finto di ignorarlo quelli che si lasciano impressionare dalle vittorie, dai numeri o dalle statistiche, guardando poco alla sostanza dei fatti. Quello che avrebbero dovuto sapere quelli che vanno a giocare con i teppisti senza essere teppisti a loro volta è che da queste occasioni si esce sempre feriti. Mettiamola così: Verstappen ha la sua buonissima dose di responsabilità per quello che è successo in partenza ma non illudiamoci che i rossi della situazioni siano solo le vittime del fato. Vettel ha piazzato il muso bel più in là di quanto non avrebbe dovuto, Raikkonen... bah. Forse il quel caso sì che si è solo trovato a Sandwich tra i due. In ogni caso shame for Versbatten! dove cavolo pensava di passare? Grosjean per molto meno è stato squalificato per una gara. Kvyat per molto meno è finito a grattare via i marbles dall'asfalto in fondo allo schieramento. 

2. Versbatten, again and again. Visto che la prima non gli è bastata, certo come la morte di essere dalla parte della ragione, per tutta la gara ha continuato a tenere lo stesso atteggiamento, colpendo a destra e a manca. Facendosi molti amici, come direbbe Ivan Capelli.
3. Marmellata di Magnussen n. 5. Uno degli avvenimenti più scioccanti della gara è stato l'incidente di Magnussen. Banalmente, senza alcun contatto, senza causa apparente, ha perso il controllo della vettura ed è finito a tutta velocità contro le barriere. Un impatto a velocità talmente alta da aver divelto le barriere ed obbligato alla bandiera rossa per ripristinare la situazione di sicurezza. Insomma, cose belle. Cose decisamente belle il fatto che sia riuscito ad uscire dalla vettura con le sue gambe, magari zoppicando, reggendosi ad un commissario di pista, ma con le sue gambe. Decisamente una gran fortuna vista la natura dell'impatto. Per quanto tutti saremmo dovuti rimanere un secondo in silenzio davanti all'accaduto, valutando se il nostro giochino potesse valere la candela, in realtà questo non è accaduto. Un po' perchè ad essere coinvolto è stato un Magnussen qualsiasi, mica qualcuno delle prime file. Un po' perchè fortunatamente, come dicevo prima, Magnussen si è alzato con le proprie gambe. Mandiamo un saluto ed un pensiero a Bianchi, ovunque esso sia in questo momento. Un po' perchè grazie all'ingresso della safety car Raikkonen ha avuto modo di sdoppiarsi, restando in gioco, quindi per fortuna che Magnussen si è schiantato a muro. Umanità, scusa ma mi repelli un filo certe volte.
4. Alonso e Hamilton dalle stalle alle stelle... #solitoculo. Mettiamola così: questi due del culo ne hanno fatto, negli anni, un'arma impropria. Tranne nel 2007, quando troppo culo in uno stesso team ha giovato solo all'unico che non ne ha mai avuto in vita sua. Se partire ultimi e ritrovarsi quarti dopo una manciata di giri perchè tutti quelli davanti a te si sono autodisintegrati non è culo, io vorrei sapere che cosa lo è.
5. Button, fuori in 60 secondi. Salvate il soldato Button! Il più esperto in pista fatto fuori prima della prima curva da uno degli ultimi arrivati. Ok, una volta Wehrlein ha ottenuto un misero punto iridato per la sua Manor... però è l'ultimo arrivato, sù. E poi ha avuto modo di polemizzare. Il bello è che fino al momento prima Wehrlein veniva incensato a tutti per l'ottimo (tipo 14esimo?) risultato in griglia ottenuto... e poi vabbè. Combina il disastro come un Verstappen qualunque. No, Button non l'ha presa bene.
6. I team radio di Kimi Raikkonen. Se esistessero delle penalità legate al numero di parolacce dette guidando io non avrei più la patente, ma Raikkonen neanche! Con la sola aggravante che Raikkonen parla non solo a quelli che guidano intorno a sè, ma è proprio in diretta mondiale. Se da oggi il massimo insulto che io possa rivolgere a quelli che mi circondano è: "ma chi ti ha insegnato a guidare? Verstappen?!" Raikkonen ha un repertorio decisamente più colorito e nutrito di elementi provenienti da almeno un paio di lingue parlate sul pianeta Terra. E non se ne tiene per nessuno.
7. Alonso, bimbominchia in pitlane. A colpi di testa come questi ci ha abituato in gioventù. Poi in realtà ogni tanto tendiamo a perdercelo di vista, anche perchè quando litiga con la propria ombra in fondo allo schieramento non è che abbia molta occasione di risfruttare certi escamotage di guerra. Trovatosi quasi per miracolo in testa allo schieramento, quindo posto, roba da leccarsi le dita di questi tempi, è tornato a stupire tutti con effetti speciali. Il fatto è che il box non è neanche colpevole di averlo fatto andare via presto, perchè uno normale si sarebbe semplicemente accodato alla vettura che gli era già sfilata accanto e se ne sarebbe stata. Lui invece ha pure accelerato (falciando le caviglie di qualche imprudente meccanico Manor, o giù di là) ed ha tentato il sorpasso estremo in pit lane. Intanto i commissari dormivano: libero spazio all'anarchia.
8. L'eterna sudditanza di Pippo Massa. Il caro vecchio Pippo Massa circa a metà gara si è ritrovato attaccato al posteriore di Alonso. Io ho, senza modestia, previsto un gran momento di gloria per lui: il gran sorpasso sdegnato ai danni dell'ex compagno di squadra bullo e sbruffone. Uno di quei gesti che potrebbero valere la conclusione di una grande carriera all'apice. In realtà è rimasto fino a due giri dalla fine sotto il secondo di distanza, senza neanche tentare di azionare il DRS. Neanche quello. Ciò che è successo a due giri dalla fine è che Bottas ha superato di prepotenza in brasiliano per provare a spiegargli come si fa... ma troppo tardi! Due giri, persino a S.P.A., non sono abbastanza per recuperare. Mica per niente l'hashtag di Alonso è #solitoculo.
9. SebVettel on fire! Perchè tutto quello successo in partenza, ed a zonzo in giro per la gara, non era abbastanza. Poi è andato ai box e la vettura ha preso fuoco. Complotto.
10. Rosberg scatta selfie mossi alla Gue Pequeno. Ah! Perchè c'era anche Rosberg. Qualcuno se ne era accorto?

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