martedì 8 dicembre 2015

Abu Dhabi 2015 - Gara

Recentemente non è capitato spesso che Raikkonen sia finito a podio. Statistica (infame) però vuole che ogni singola volta questo capiti su podi che non contemplino l'uso di alcol per i festeggiamenti. Ed è stato così anche questa volta in Abu Dhabi.
Dopo gli infausti risultati del gran premio brasiliano, anche Abu Dhabi, che è solito regalare grandi gioie nello spettatore, ha tentato di fare il suo sporco lavoro. Ma in questa annata che cosa si può ancora fare? Che cosa può ancora essere lasciato al fato?
Da quando Hamilton si è aggiudicato matematicamente il titolo mondiale, Rosberg ci ha regalato l'ennesima pole position degna di nota. Questo glielo dobbiamo riconoscere. 
Da quel momento in poi il solito inutile teatrino: Hamilton che a parole finge di non volerci stare in seconda piazza ma che a fatti ci sta e finge di lamentarsi sonoramente con il box. Giusto per non passare per debole mentre qualche gioia viene regalato anche al piccolino di casa. 
Inutile continuare a credere al contrario. Prima di tutto perchè nel corso dell'anno (e dello scorso anno) ha dimostrato ampiamente che quando vuole qualcosa se lo prende, senza chiedere il permesso alla mamma. In secondo luogo è bastato vedere la partenza: Rosberg scatta al via mentre Hamilton si accoda senza combattere, anzi difendendolo dalle aggressioni esterne. Nico prende quindi un po' di vantaggio, l'altro si accoda ed andiamo avanti così fino alla fine. Non mi sembra questa la sede per tornare a ricordare quante pole position Nico abba perso ancora prima della prima curva negli ultimi due anni, senza che a Lewis sia passato minimamente per la testa di "non rischiare". Giunti ad Abu Dhabi rischi da correre non ce ne sarebbero neanche stati, ma a prenderlo a spallate non ci ha neanche provato. 
Dopo infiniti giri di nulla cosmico, Hamiton si toglie le cuffiette con la musica e si rende conto di avere ancora qualche battuta da recitare sul copione. A pochi giri dalla fine, torna nuovamente a far credere al suo pubblico di essere intenzionato a sorpassare il compagno di squadra. Quindi si lagna alla radio, chiede di cambiare strategia, ma glielo impediscono. Vuole imporsi e non cambiare gomme: ma negli stessi istanti in cui Lui si impone in team radio di non essere assolutamente intenzionato a rientrare, i meccanici si piazzano sull'aiuola di sosta e tutto fila liscio, senza neanche un giro di sovversione, senza mezzo rimprovero al discolo. Entra, cambia gomme, si accoda e pochi giri dopo tutti al padio. Senza rivolgersi la parola, come nelle migliori tradizioni. Unico elemento in comune l'irrefrenabile voglia di ammazzare di docce all'acqua di rose frizzante (una vera delizia) la poverina salita sul podio a ritirare il premio per il team insieme a loro.
Onore al merito per il team tedesco che ha mandato proprio sul podio di Abu Dhabi una donna a ritirare il premio. Onore al merito un caz** per il team tedesco che su 18 (?) gare in cui sono arrivati a vincere quest'anno solo una volta hanno mandato sul podio una donna, solo questa volta, solo per far finta di insegnare agli altri una lezione che - forse - neanche a loro è ancora molto chiara.
Poi ci sarebbe anche la gara di tutti gli altri, ma a questo punto la faccenda ha perso di interesse. Per capire come Vettel ha rimontato dalle ultime file e per sapere se Alonso ha portato a termine il proprio gran premio, appuntamento ai 10 fatti buffi dell'Abu Dhabi's GP.

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