sabato 1 aprile 2017

I dieci fatti buffi di Australia 2017

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La sveglia di Nico Rosberg
Benvenuto al mondo Nico Rosberg. Domenica mattina ciò a cui ci siamo ritrovati davanti è stato uno spettacolo impietoso: un uomo sfatto, zeppo di occhiaie e di rughe, barba incolta ma telefono già in mano. Il motivo è chiaro: guardare in TV il gran premio d'australia, quello della sveglia almeno. Quello del telefono in mano, ovviamente, è per condividere con il mondo tutto ciò. Rivolte belle parole di stima ed ammirazione per tutti quelli che hanno sempre compiuto una simile impresa mentre lui era impegnato dalla parte opposta del monitor. Capisco che questa cosa della pensione sia una sensazione nuova, ma prima della Cina spieghiamogli come funziona il videoregistratore.
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La doppia ricognizione
Aneddoto del giorno di festa. Una delle frasi che mi tormentano da quando ho imparato a guidare è la presente: inutile che impari a guidare se poi non sai parcheggiare. Una volta giunta a destinazione mica puoi tirare il freno a mano e scendere. Convertita in una volta giunta a destinazione mica puoi appoggiarla al muro e andartene nel momento in cui si è trattato di guidare la moto. Questa lezione di vita non devono averla insegnata a Nico Hulkenberg che, pur dotato di superlicenza, ha cannato il piazzamento sulla griglia di partenza obbligando tutti ad un nuovo giro di pista. Tra le tante regole fuffa per le quali ogni giorno si discute a sangue, è possibile introdurne una in base alla quale se un pilota finisce "lungo" lo si tira indietro a braccia e fine della storia? Grazie.
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Plane sharing
Devono essere ben passati i tempi in cui, caricati su un unico jet i piloti attraversavano il globo da una parte all'altra, tutti insieme appassionatamente. Forse il vero problema è che hanno battuto in ritirata Button e Rosberg, che di tutta la ciurma probabilmente erano quelli con i soldi in banca. Con Ricciardo rimasto a casetta ancora un pochino prima di ripartire, Felipe Massa ha dovuto rimboccarsi le maniche e farsi dei nuovi amichetti. Ovviamente con tanto di selfie pubblicato su instagram per cercare di far ingelosire la vecchia ciurma. Attendendo il momento in cui la nostalgia canaglia prenda il sopravvento sui cuoricini dei suoi colleghi, ammiriamo quanta disinvoltura nell'espressione di Sebastian Vettel.
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Webber: "Alonso potrebbe non finire la stagione"
Stando all'autorevole opinione di uno che le cose le sa... Marc Webber, che spara sentenze e premonizioni a casaccio da venerdì notte, azzeccandone la metà, ma solo per una velatissima legge statistica, è certo: se la sua McLaren non si mette sulla retta via in fretta, ben prima della fine della stagione l'amichetto potrebbe ritirarsi dalle scene. Giusto un filo di insoddisfazione è nell'aria. Tuttavia, se Webber mi permette, io non sono assolutamente di quest'opinione. Non che sia possibile che, in qualche modo, quel catorcio di vettura inizi a sfornare risultati di un qualche rispetto... ma Alonso non molla. Gli piace troppo lagnarsi.
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Giovinazzi ed il ritrovato orgoglio italiano
Pur dovendo tornare sui miei passi e riconoscere che gli ultimi piloti italiani a togliere il piede da una vettura di Formula 1 siano stati Trulli e Luizzi e non, come tirato ad indovinare io, il caro Fisichella, la cosa non cambia più di tanto. L'italico popolo nutre un po' di sana insoddisfazione da questo punto di vista, ha una Ferrari a fargli da bandiera ma non ha un vero pilota nel quale identificarsi. A parte al fatto che, volendo fare gli anarchici, anche la Toro Rosso un po' di italianità se la porta in seno, tutti gli occhi sono al momento puntati su Giovinazzi. Terzo pilota ferrari che, tuttavia, ha preferito mandare in pista quel vecchio panzone di Raikkonen, catapultato casualmente a bordo di una Sauber ha fatto sognare tutti. Non andando oltre una 12esima posizione, ma qua si sogna con poco, c'è la crisi.
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Bottas assicura: non sarà la seconda guida
Se non ha fatto in tempo a salire in macchina che già ha iniziato a tirar fuori tutta la tiritera classica, figlia di uno dei peggiori momenti di azzerbinamento di Nico Rosberg, vuol dire che da qualche parte, ci deve essere un fondo di verità. Qualche non-detto posto a condizione del suo approdo in Mercedes in virtù del quale è necessario che le due prime guide non si trasformino, come una maledizione, in due prime donne iniziando a pestarsi i piedi tra di loro. Nel frattempo, mentre si impegna a non fare la seconda guida, gli è riuscito benissimo di fare la terza. Mentre in qualifica ed in gara trovavano spazio le alternate fortune di HAmilton e Vettel, lui comodamente si è assestato terzo e terzo è rimasto. Sempre meglio di Raikkonen, sia chiaro.
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Fernando: sei circondato, molla quel volante ed esci a mani alzate
I sorpassi a tre sono una di quelle delizie che, per qualche motivo, sono sempre piaciute in formula 1. SPesso ricordate e trasmesse ai posteri come il canto del cigno di questo o quel pilota... ma forse non è questo quello che si intendeva. Perchè anche il povero Alonso è stato vittima di un sorpasso, sfregiato da una Renault e una Force India di rosa vestita, mentre rantolava in giro per la pista come una Manor qualsiasi. Che, tra l'altro, parlando di Manor, quest'anno con chi me la prendo? Passato da una decima ad una dodicesima posizione senza neanche capire da che parte i due fossero passati, ha portato la macchina al box per ritirarsi prima di mandare al diavolo tutti in diretta mondiale. Tra l'altro la regia internazionale un'esclamazione poco garbata l'ha censurata per davvero, sarebbe stato davvero divertente ce lo avessero anche fatto sentire. Team radio of the day, sicuramente.
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La dashboard muta di Vandoorne
Welcome on board Stoffel! Non ci è dato sapere se nel corso della gara qualcosa si sia risolto ma, il debutto australiano di Vandoorne non è stato dei migliori. Gli era quasi andata meglio l'anno scorso quando sostituì Alonso dopo il crash. L'australia non gli ha portato bene: in qualifica la vettura che batte in ritirata, in gara alla partenza il monitor piazzato sopra al volante era nero. Neanche mezza informazioncina neanche per sbaglio. Simpatico il commento dal box all'urlo di dolore del pilota: "stai facendo bene comunque". Abbeh!
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Il balletto di SebVettel

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Magnussen not penalised! 
E vinse il premio per il primo botto della stagione, Kevin Magnussen. Capace di sbattere al muro una Sauber - quella di Ericsson per la precisione - in men che non si dica dopo lo spegnimento dei semafori, il mondo ancora si domanda com'è che non sia stato punito per una simile azione. Eppure.

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