domenica 21 giugno 2015

Austria 2015 - Gara

Ci sono delle annate che partono un po' così... e non c'è verso che gli elementi si riescano ad allineare per mettere insieme uno spettacolo che possa essere degno di questo nome. Questo Gran Premio austriaco è stato l'apologia del piattume degli elementi che stanno caratterizzando la moderna Formula 1. E non c'è verso di fargli cambiar rotta. Benvenuti al Gran Premio d'Austria, là dove una volta anche Eddie Irvine è stato in grado di vincere. E Rosberg è già arrivato a due... qualcosa dovrà pur significare.
A dir la verità Alonso e Raikkonen ci hanno provato a far partire la gara con un gran colpo di scena. Il problema è che quello che è andato in scena, alla fine, è stato solo un gran colpo. Un qualcosa di più simile ad un'ammucchiata. 

Partiti entrambi dalle retrovie, per motivi differenti, hanno provato a compiere una di quelle vere partenze con super rimonta. Due curve dopo Alonso era parcheggiato sul guard rail, Raikkonen incastrato al di sotto. Tutto bene quel che finisce bene: Alonso riesce ad uscire saltando giù con i propri piedi, poi va ad aiutare l'altro a disincastrarsi da sotto le lamiere. Torneranno a casa a piedi... e sembra quasi di leggere in faccia ad Alonso un moto di soddisfazione per l'essere riuscito a terminare la pena che, ormai, è svolgere un gran premio a bordo di una McLaren, in così breve tempo. Senza che neanche si possa dire che sia colpa sua. Il colmo sta nel ricordare a quel vaghissimo pensiero positivo che era uscito dalla sua bocca poco dopo il Gran Premio Canadese: una gara disastrosa... tranne il primo e l'ultimo giro. Chi lo avrebbe mai potuto immaginare che, questa volta, il primo e l'ultimo giro sarebbero combaciati.
Negli stessi momenti, in pista, Hamilton si faceva beffare da Rosberg al via. Questi atteggiamenti altalenanti di Nico stanno seriamente incominciando a mettere in difficoltà tutti quelli che vorrebbero avere un opinione sulla situazione. Perchè potrebbe anche essere facile parlare di webberizzazione quando combina pivellate come quelle del sabato locale. Poi però riesce ad avere riflessi sufficientemente pronti per braccare Lewis alla partenza e una guida sufficientemente pulita e veloce da non far mai pensare a quello dietro di essere seriamente in grado di poterlo passare. Dal canto suo, invece, Hamilton, ancora una volta, non è parso sentirsi particolarmente a suo agio. Per non parlare del colpo di grazia finale quando supera la linea bianca all'uscita della pit lane e si aggiudica 5 secondi di penalità sul tempo di arrivo al traguardo. Per lui, ancora una volta, è podio e, in ogni caso, una seconda piazza che, all'uso, non è neanche un cattivo risultato. Mentre Rosberg gioisce per una vittoria finalmente meritata e per la speranza di un titolo mondiale che, probabilmente, non arriverà mai.
Week end deludente, ancora una volta, anche per Jenson Button, autore del presente furbo pensiero: non so cosa sia peggio: partire per ultimo o fermarsi al secondo giro. E così è stato anche per lui, anche se - urge correggerlo - il giro a cui si è fermato è il quarto. Giusto il tempo di partire, assistere a quel simpatico accartocciamento di metalli della vettura del compagno di squadra, vedere la safety car che da mostra di se in pista e rientrare per i 10 secondi di stop & go. Il rientro il pista è servito giusto per lamentarsi di una cosa qualsiasi relativa all'andamento della vettura e farsi ordinare dal team di rientrare per ritirarsi. Quando è sceso dalla vettura è sembrato seriamente che volesse prendere a schiffi qualcuno... l'atteggiamento era esattamente quello... ma la flemma britannica ha predominato.
Ha predominato anche (e soprattutto) in relazione a quei primi e moderati roumors che stanno incominciando a girare per le testate di mezzo mondo che vorrebbero la McLaren in procinto di prendere quel meraviglioso contratto biennale che gli hanno firmato non più di 6 mesi fa e ridurlo a striscette. Tante piccole e deliziose striscette in grado di far comprendere al mondo che, in quel di Woking, il motto che predomina in questo momento è: solo gli stupidi non cambiano mai idea. Perchè sono piuttosto certa che Button, una sceneggiata come quella che stanno portando in scena quest'anno se la sarebbe risparmiata volentieri. Ci trovassimo davanti ad una di quelle scene per cui il compagno di squadra fa scintille mentre lui fatica a tenere l'auto in pista, qualche ripensamento potrebbe anche essere comprensibile... ma in uno scenario come il presente, con una vettura che difficilmente riesce a percorrere più di mezza gara senza implodere sotto al sedere di entrambi i piloti, ci sarebbe da domandarsi che senso ha occuparsi del ripieno... quando è chiaramente il guscio esterno ad avere dei problemi.
Tuttavia, a vincere il premio diludendo del giorno, non può che essere Sebastian Vettel. Eroe del Canada grazie a quel mezzo milione di sorpassi portati a casa senza neanche troppo sforzo, beffato dalla mala sorte e dalla mala gestio dei box che, litigando una volta di troppo con i bulloni delle ruote, hanno fatto tanto da fargli perdere la terza posizione in pista in favore di Felipe Massa, più felice che mai.

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